Texas: strage di bambini nella scuola. Biden: “Ora basta”

L'ennesima strage in America ha spezzato la vita agli innocenti studenti della scuola elementare di Uvalde, in Texas. Biden ha parlato alla nazione piangendo.

Per quasi due anni questo dibattito era scomparso dalle testate dei giornali. Durante il Coronavirus, quando tutto il mondo è rimasto chiuso in casa nei tremendi lockdown, i bambini americani potevano essere tranquilli: nessuno li avrebbe uccisi a sangue freddo nelle loro scuole. 

Nel 2022 tutto sembra essere tornato alla triste e macabra normalità. Solamente quest’anno ci sono state oltre duecento sparatorie negli Stati Uniti d’America: “La Terra della Libertà” in cui i bambini muoiono andando normalmente a scuola. Ogni strage fa rinascere l’annoso dibattito sulle armi, per poi spegnersi dopo qualche settimana. 

La strage più recente è anche una delle peggiori della storia americana. Un ragazzo di 18 anni ha aperto il fuoco in una scuola elementare in Texas, uccidendo 19 bambini e due professori, ferendo molte altre persone. Per farlo ha usato un fucile d’assalto comprato qualche giorno prima, con cui aveva già ferito gravemente la nonna

Lo shock si è fatto sentire in tutto il paese, nonché nel resto del mondo. Una strage così non avveniva da 10 anni, quando a Sandy Hook quasi 20 bambini morirono in un’altra sparatoria, anche se in tutta franchezza non sarebbe dovuta avvenire affatto. Persino il Papa ha dedicato un intervento ai bambini uccisi nella sparatoria: 

“Ho il cuore affranto per la strage nella scuola elementare in Texas. Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie. E’ tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi! Impegniamoci tutti perché tragedie così non possano più accadere”. Lo ha detto papa Francesco in un appello al termine dell’udienza generale.

Un cordoglio difficile da digerire, ma che probabilmente finirà nel dimenticatoio fino alla prossima, terribile strage come avviene sempre. Come vedremo, gli Stati Uniti non sono pronti a creare una legge che regoli il possesso di armi da fuoco, né tantomeno hanno voglia di farlo. 

Il diritto di possedere armi da fuoco è persino dichiarato nella loro Costituzione, e le lobby delle armi sono potentissime e difficilmente scardinabili. Ma vedremo tutto questo nel dettaglio più avanti. Ora concentriamoci sulla strage avvenuta ora in Texas. 

Strage in Texas: chi è l’assassino?

La sparatoria è avvenuta a Uvalde, in Texas, a pochi chilometri dal confine con il Messico. Uvalde è una cittadina molto piccola per gli standard del Texas, avendo appena 25.000 abitanti. In posti simili, è facile per un giovane alienarsi e chiudersi nella sua bolla, alimentando spesso le sue problematiche. 

Ed è esattamente quello che è accaduto a Salvador Ramos, il 18enne responsabile del massacro alla scuola elementare. Secondo il Fatto Quotidiano, l’infanzia di Ramos è stata estremamente difficile da gestire, come riportato in questo articolo

Secondo gli amici e i parenti, citati dal Washington Post, il ragazzo ha vissuto un’infanzia travagliata: è stato vittima di atti di bullismo per la sua balbuzie e un pronunciato sigmatismo (“s” moscia). “Veniva preso di mira dai suoi coetanei in classe, sui social network e per strada, ma era un ragazzo timido e simpatico.

Aveva solo bisogno di uscire dal suo guscio”, ha raccontato al quotidiano americano Stephen Garcia – migliore amico di Ramos in passato – aggiungendo che una volta il 18enne, dopo aver pubblicato una foto che lo ritraeva truccato con un eyeliner nero, fu insultato pesantemente sul web.

Ed il lockdown avrebbe esacerbato ancora di più i problemi psicologici di Ramos, rinchiuso in casa e con nessuno con cui parlare veramente. Per il suo diciottesimo compleanno, Ramos aveva ottenuto due fucili automatici, postando le foto sui social. 

Parrebbe che qualche ora prima della strage, Ramos avrebbe contattato una sconosciuta su Instagram, rivelando quello che stava per fare. Poco dopo, Ramos ha sparato alla sua nonna e si è avviato in macchina verso la scuola elementare di Uvalde, la stessa scuola dove aveva subito gli attacchi di bullismo anni prima. 

Strage in Texas: l’esatta sequenza di eventi

Ramos, con la sua macchina, si è precipitato alla scuola elementare, con un impeto tale da fare un lieve incidente nei pressi dell’istituto. Alle 13, Ramos è entrato nella scuola armato ed ha aperto il fuoco sui bambini e sui professori. 

6 minuti dopo sono arrivate sul posto le autorità, ma Ramos non si è arreso: ha sparato contro i poliziotti ferendo un agente, per poi essere a sua volta ucciso da un proiettile della polizia. Nei pochi minuti in cui Ramos è rimasto nell’istituto, ha tolto la vita a 19 bambini e 2 professori.

Lo sceriffo della contea ha detto ai primi giornalisti giunti sul posto di “Aspettarsi molti feriti”, mentre venivano recuperati i corpi senza vita dei bambini uno dopo l’altro. Al momento, non tutte le famiglie sono state informate perché mancano i test del DNA.  

Quegli stessi bambini che ora giacciono morti negli obitori si stavano preparando per l’ultima settimana di scuola, e avrebbero presto iniziato le vacanze. I loro sogni e la loro serenità sono stati spezzati per sempre. 

Strage in Texas: le reazioni del presidente Joe Biden

Le notizie di ciò che è avvenuto a Uvalde, Texas hanno fatto in fretta il giro del mondo. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, accompagnato dalla sua Vicepresidente Kamala Harris ha immediatamente fatto un discorso alla nazione, parlando a favore della regolazione delle armi negli Stati Uniti: 

Evidentemente scosso e con le lacrime agli occhi, Joe Biden si rivolge agli americani e al Congresso e chiede un’azione sulle armi. “Possiamo e dobbiamo fare di più. E’ il momento di trasformare il dolore in azione” e di affrontare la lobby delle armi, afferma Biden appena rientrato dal suo viaggio in Asia e con a fianco la First Lady Jill Biden vestita tutta di nero.

Parlando dell’ennesimo “massacro” il presidente si definisce “stanco e arrabbiato” e si rivolge direttamente agi americani: “Perché vogliamo vivere con questa carneficina? Perché continuiamo a consentire che questo accada? Per l’amor del cielo dov’è la nostra spina dorsale?”. Da qui l’appello a norme di buon senso sulle armi affinché tragedie come questa possano essere evitate. “Non venitemi a dire che non possiamo avere un impatto su queste carneficine”, aggiunge.

Perché gli americani non vogliono regolare le armi?

In Texas, dove la strage ha avuto luogo, le leggi sulle armi sono famosamente molto lasche. Tant’è vero che il governatore Greg Abbott, un repubblicano molto vicino all’ex presidente Donald Trump, aveva rimosso definitivamente ogni regolamentazione qualche anno fa. 

Sempre in Texas, inoltre, si terrà la conferenza della National Rifle Association (NRA) fra qualche giorno. L’NRA è la potentissima lobby delle armi americana, affiliata con svariate figure della politica statunitense. Alla conferenza, infatti, parteciperanno anche Donald Trump ed Abbott. 

E’ stata l’NRA, e tutti i politici a loro legati, che hanno bloccato i tentativi di riforma delle armi in America. Questa volta, però, nella Casa Bianca risiede Joe Biden, il quale è sempre stato a favore di maggiore regolamentazione sul possesso delle armi. 

In questo momento, infatti, Washington è in fermento: il leader dei democratici (il partito di Biden) in Senato sta provando a spingere per far passare una legge sul controllo del possesso delle armi da fuoco, provvedimento fermato dai repubblicani qualche anno fa. 

Ma le speranze che questo provvedimento passi sono poche: da anni ormai i sondaggi mostrano che la maggioranza degli americani sono a favore di queste regolamentazioni, ma alla fine non se n’è mai fatto nulla. 

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