Gli USA tremano: la Cina ha l'esercito più forte al mondo!

Si inaspriscono i rapporti tra USA e Cina, sia a causa delle sanzioni che dell'odierna visita di sette senatori statunitensi a Taiwan. Il governo di Pechino si è irrigidito: non accetta di essere punito a sua volta per i rapporti con la Russia e neanche che gli States cerchino di intromettersi nelle loro questioni pregresse per l'isola ex territorio cinese. Vediamo la loro potenza militare.

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Le tensioni che stanno scuotendo le fondamenta del mondo non si placano, anzi, col passare dei giorni sembra di essere entrati in un'escalation della recrudescenza sui tutti i fronti.

Da un lato è esclation sul fronte bellico: la Russia è pronta a sferrare l'attacco finale all'Ucraina avvalendosi di armi avanzatissime, militanti mercenari e tagliagole ceceni. 

La NATO risponde con un ulteriore invio di armi all'Ucraina: gli stati uniti hanno stanziato una cifra superiore ai due miliardi di dollari in droni e nuovi missili e il segretario della NATO Jens Stoltenberg intende metterci un carico da novanta.

Dall'altro lato, è escalation sul fronte delle sanzioni: se Ursula Von Der Leyen ha proposto un quinto pacchetto di sanzioni verso il Cremlino, gli USA rispondono con delle sanzioni appositamente riservate ai Paesi più vicini alla Russia, accusati di aiutarla militarmente e ad aggirare le misure punitive a livello finanziario.

E tra questi Paesi individuati come alleati, nel mirino di Biden al primo posto c'è la Cina.

Biden si è espresso molto chiaramente su questo punto, affermando che:

"A chi vuole trarre benefici da questa guerra, difendendo il proprio rapporto con Mosca e credendo di aggiudicarsi qualche monopolio, dico che sbaglia. Sono ragioni da sprovveduti."

come riporta iltempo.it - con chiaro riferimento al governo di Pechino.

Il presidente USA ha anche sottolineato come la questione principale fosse legata a questioni di ordine supremo, come la sicurezza internazionale e il benessere economico.

Pertanto, non solo i paesi sanzionati, ma anche quelli che si rendono complici di qualunque stratagemma o violazione, saranno a loro volta puniti.

"La Segretaria al Tesoro USA Janet Yellen, ha rivolto un monito ai Paesi che oggi stanno sfregandosi le mani in attesa di far fruttare il conflitto russo-ucraino, confermando delle sanzioni di secondo ordine per i paesi che orbitano troppo insistentemente attorni a Mosca."

leggiamo sul corriere.it

Cina: è possibile che entri in guerra con gli USA?

Pechino, come spiego in questo mio articolo precedente, ha avuto un atteggiamento funambolico rispetto all'abisso creatosi tra Russia e Occidente.

I diplomatici cinesi si sono smarcati dalla questione ucraina, condannando l'invasione, affermando di non esserne mai stati al corrente e difendendo tuttavia la sovranità della Russia come Stato libero di prendere delle decisioni autonome.

Sulla questione dell'autonomia, il presidente cinese Xi Jimping dice la sua e poi scivola via: troppo stretto il paragone dell'Ucraina con Taiwan, ex territorio cinese ed oggetto delle passioni espansionistiche della Repubblica Popolare.

Paragone così immediato e incalzante su due situazioni geopolitiche con analogie così evidenti da spingere molti analisti a dire: Taiwan sarà la prossima.

In effetti, la volontà cinese di riassorbire Taiwan non si è mai placata ed è sempre presente. 

Ne ho parlato qui, in un mio precedente articolo.

Pechino, pur di riavere la sua isola, pare essere disposta ad attendere una buona occasione e per alcuni il dissesto politico ed economico mondiale potrebbe essere un momento propizio.

E infatti la Cina non accetta di essere redarguita, ma soprattutto, non ha preso bene la visita di una delegazione di sette senatori statunitensi attesa per oggi a Taiwan.

Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian oggi, per mezzo stampa, ha pubblicamente ingiunto agli USA di:

"Abbandonare immediatamente Taiwan e attenersi alle linee guida, senza violare gli accordi antecedenti, recidendo qualunque scambio in atto. Gli USA si stanno avviando su un sentiero rischioso."

Come leggiamo su ansa.it

E dalla Cina, un tono di sottile minaccia è evidente.

La Cina potrebbe spodestare gli USA come Prima Potenza Mondiale

Indubbiamente, ci sta provando.

Pechino avrebbe infatti presentato un piano strategico a lungo termine per il 2035, volto a superare gli USA su tre punti focali: tecnologico, economico e militare.

Essendo ora la Cina il maggior acquirente e interlocutore dell'Arabia Saudita per la compravendita di greggio, come spiegavo qui, è probabile che il petroldollaro venga scalzato dal petrolyuan.

La valuta cinese infatti potrebbe diventare un riferimento a livello mondiale.

E a proposito di valute, sapete quanto ha investito la Cina nel comparto della Difesa?

Le spese militari cinese sono aumentate di otto volte raggiungendo il 740% in più rispetto a quanto spendevano prima.

Fino a 50 anni fa la Cina era uno tra i paesi con il più alto tasso di povertà, mentre dalla fine degli anni '70 e con la morte di Mao Tse-tung, la Repubblica Popolare si è aperta al mercato globale.

E' nota infatti anche l'abitudine occidentale di trasferire le proprie aziende in Cina per guadagnare, sia a livello fiscale che sfruttando la manodopera a basso costo.

Nel giro di pochi decenni il volto e l'anima del paese hanno subito dei cambiamenti profondi e radicali.

Infrastrutture e comparto tecnologico sono assolutamente avanguardistici.

Grazie alla collaborazione nel tempo e all'avvicinamento progressivo con i Paesi più sviluppati, la Cina, ad oggi, assurge al rango di Superpotenza Mondiale, tra l'altro, quella che investe di più sulle proprie risorse militari.

Come fa la Cina ad avere l'esercito più potente al mondo? Ecco i motivi

Tutto è partito da una volontà governativa e da un piano di riforme che puntavano alla modernizzazione della Cina, il così detto "Piano per il Ringiovanimento del Paese".

Tra i punti chiave di queste riforme c'era il focus sugli scambi commerciali con l'estero, che combaciava con l'apertura dei confini del Paese.

Negli anni '80 la Cina ha cominciato a instaurare rapporti con la World Bank, il fondo Monetario Internazionale e la World Trade Organization e in particolare la relazione con quest'ultima ha fruttato al paese enormi vantaggi.

Oltre all'incontro con nuovi partners internazionale, la WTO ha permesso alla Cina di accedere a tassi di interesse più bassi sul settore infrastrutturale, facendole ottenere i finanziamenti del fondo Monetario internazionale e della Banca Mondiale.

La possibilità di stringere affari con i Paesi più ricchi e avanzati, non solo ha permesso alla Cina di sedersi al loro stesso tavolo, ma ha fatto si che il PIL cinese aumentasse in modo esponenziale.

A proposito di PIL, su scala mondiale, il testa a testa ora è proprio tra la Cina e gli USA: la prima al 15% superata dagli States di poco, con una fetta del 24%.

Quali sono le spese militari della Cina? Ecco tutti i dati

Ad oggi, le spese militari cinesi ammontano a 250 miliardi di dollari, complice anche quella famosa impennata del PIL che ha permesso al governo di Pechino di ambire ad essere la prima superpotenza mondiale.

La Cina, avendo speso ingenti capitali anche nella ricerca, può oggi vantare un arsenale bellico avanzatissimo a livello tecnologico, che annovera anche missili ipersonici.

Un altro vanto cinese è il possesso di una delle flotte navali più grandi del mondo.

Non stupisce che stia dando filo da torcere (e anche qualche legittima preoccupazione) agli USA.

Anche sul campo della cyberwar, gli hacker cinesi non hanno nulla da invidiare ai loro omologhi nel resto del mondo.

Quello che stupisce è la crescita ponderale di risorse in un Paese che negli anni '70 era ancora l'ombra di sè stesso.

Facendo qualche paragone tra Cina e USA, i primi sono più strategici e più oculati nelle spese.

Per cominciare, il governo di Pechino non è avvezzo all'ansia interventista di matrice statunitense, anzi: la Cina possiede un'unica base al mondo, a fronte di centinaia di migliaia di basi USA.

Questa base si trova nel Gibuti, sul Corno d'Africa. 

Hanno deciso di costruirla per due motivi: quella zona geografica si trova su una rotta commerciale importante e c'era la necessità proteggere le merci dai pirati.

I costi di una politica estera aggressiva penalizzano gli States, cosa che non si può certo dire dei cinesi, che risparmiano anche sul personale: infatti i salari dei soldati cinesi sono di gran lunga più contenuti rispetto ai quelli dei loro colleghi americani.

Questa politica di risparmio fa si che la Cina abbia più capacità finanziaria da destinare alla ricerca tecnologica, che andrà a rendere il suo arsenale sempre più avanzato.

Secondo quanto riportato da affaritaliani.it

"Un meticoloso dossier del CSET evidenzia come la Cina abbia integrato efficacemente l'intelligenza artificiale nella sua artiglieria, rendendo reale ciò che si poteva immaginare solo nelle pellicole sci-fi."

La Cina sta cercando in tutti i modi di radicarsi in Occidente e lo fa tentando di evitare ogni conflittualità.

I modi pacati ed evasivi della sua diplomazia si sono già fatti conoscere a cavallo dell'invasione all'Ucraina da parte della Russia.

Pechino non vuole perdere nè gli alleati nè gli affari.

Questo a meno che non venga toccata Taiwan.

La visita dei sette senatori di oggi a Taipei, capitale di Taiwan, ha mandato Pechino su tutte le furie, tanto da utilizzare toni di proibizionismo e minaccia.

C'è solo da augurarsi che la questione dell'isola contesa non vada ad inasprire conflitti ed infrangere equilibri che si reggono a malapena.