Bonus baby sitter “nonni”: a chi spetta? Ecco chi ci perde

Tiene ancora banco una questione legata al bonus baby-sitter, ovvero la misura con cui il Governo mira ad aiutare le famiglie in difficoltà a causa della didattica a distanza: a chi è destinato? In particolare, va compreso se possa valere anche per i parenti che accudiscono i figli, come zii e nonni.

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Il bonus baby-sitter è una forma di aiuto alle famiglie i cui figli conviventi siano stati positivi al covid-19, oppure siano stati posti in quarantena o ancora abbiano dovuto trascorrere giornate a casa a causa della didattica a distanza. Molte famiglie hanno dovuto radicalmente cambiare le proprie abitudini ed i propri ritmi, in particolare quelle con figli minori di 14 anni, cioè non ancora indipendenti, che sono infatti proprio le destinatarie del bonus.

Il bonus baby-sitter è stato approvato dal Governo Draghi attraverso il Decreto-legge n. 30 del 2021 ed ha come requisiti, oltre a quelli sopra elencati, l’appartenenza a determinate categorie di lavoratori, che vedremo nello specifico successivamente. La misura fa in particolare riferimento al periodo che intercorre dal 1° gennaio 2021 fino al 30 giugno 2021, ovviamente anche in relazione all’andamento pandemico che ha costretto il Governo a diverse scelte di chiusura (e poi riapertura, talvolta anche con poco preavviso) dei vari livelli di scuole dell’obbligo. 

La questione che si aspettava venisse definita è l’eventuale destinazione del bonus in caso si prendano cura dei minori i parenti (o affini) dei genitori, in particolare zii e nonni. Saranno compresi nel bonus? Come viene calcolato l’importo spettante alla famiglia? Questa ed altre domande verranno sviscerate in seguito.

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Bonus baby sitter 2021: a chi è destinato?

Il bonus baby-sitter, come definito dalla tanto attesa circolare n.58 dell’INPS emessa in data 14 aprile 2021, non sarà destinato alla famiglia nel caso in cui il prestatore (cioè la persona che effettivamente si prende cura dei minori in quarantena o in DAD) sia un parente o un affine dei genitori del minore.

Dunque, vengono esclusi zii, nonni ed altri parenti spesso fondamentali nella cura dei figli, in particolare in un periodo così complesso a causa della situazione pandemica. La definizione del legame di parentela (o di affinità), sempre nella circolare sopra citata, è considerata fino al 3° grado. Ricordiamo quindi come vengono calcolati i gradi di parentela e di affinità.

Bonus baby sitter 2021: i gradi di parentela e di affinità

Il calcolo dei gradi di parentela e di affinità diventa dunque fondamentale per capire se si possa effettivamente fare richiesta per il bonus baby-sitter, in quanto una richiesta non conforme rispetto alla realtà (e cioè nel caso in cui qualcuno volesse aggirare la regola richiedendo il bonus comunque) comporterebbe le conseguenze di falsa dichiarazione o mendace.

Il grado di parentela si calcola sommando semplicemente le persone, cioè i “passaggi” nell’albero genealogico, escludendo però il primo (cioè il soggetto di partenza, in tal caso il richiedente). Riassumendo:

  • Tra padre e figlio intercorre il primo grado di parentela (ovvero figlio, padre e quindi 2 – 1 = 1);
  • Secondo grado di parentela tra fratelli (ovvero figlio, padre, figlio, equivalente a 3 – 1 = 2);
  • Terzo grado di parentela per gli zii (ovvero figlio, padre, nonno, figlio, corrispondente a 4 – 1 = 3);
  • Quarto grado di parentela per i cugini (ovvero figlio, padre, nonno, padre, figlio, corrispondente a 5 -1 = 4).

Il grado di affinità, che si riferisce ai cosiddetti “parenti acquisiti”, ovvero i parenti del coniuge, si calcola come segue:

  • Primo grado di affinità per suocero/suocera o figlio/figlia del coniuge;
  • Secondo grado di affinità per nonno/nonna del coniuge, nipote, cognato o cognata;
  • Terzo grado di affinità per bisnonno/bisnonna, pronipote, nipote, zio/zia del coniuge.

Bonus baby sitter 2021 vs bonus baby sitter 2020

Il bonus in questione si è modificato nel 2021, in quanto nel 2020 comprendeva la possibilità di rimborsare le famiglie che si erano appoggiate proprio ai nonni (o comunque a parenti) per sostenere il complesso periodo del primo lockdown, totalmente inaspettato e stravolgente.

In quei mesi del 2020 ed anche nei successivi, il Governo Conte II aveva studiato questa opportunità attraverso il Decreto Cura Italia ed il Decreto Rilancio. In particolare, tra il mese di marzo 2020 ed il mese di agosto 2020 c’era la possibilità di fare richiesta anche nel caso in cui fossero i nonni a prendersi cura dei figli minori, a patto che non fossero conviventi, motivo per cui il bonus era stato rinominato proprio “bonus baby sitter nonni”.

Già allora questa misura non era stata apprezzata da tutti, in particolare si era espresso molto negativamente Carlo Cottarelli, economista molto noto che ha addirittura definito questa misura di sostegno come un passo non necessario verso il “nonno di stato”

Al netto delle opinioni, l’INPS stessa ha poi fornito i dati sul numero di persone che hanno effettivamente ricevuto il bonus: 556.348. Un numero importante, però, è quello relativo all’età di tali soggetti: ben il 61%, sempre stando ai dati INPS, aveva oltre 60 anni. Impossibile dire che fossero tutti nonni, chiaramente, ma si stima che una percentuale maggioritaria fosse composta proprio dai parenti dei facenti richiesta.

Bonus baby sitter 2021: a chi spetta

Vediamo ora quali sono i soggetti che possono fare richiesta, tenendo presente che la discriminante è proprio il lavoro del facente richiesta, in quanto deve appartenere ad una delle seguenti categorie:

  • Iscritto in via esclusiva alla Gestione separata INPS;
  • Autonomo iscritto all’INPS;
  • Autonomo iscritto alla rispettiva cassa di previdenza;
  • Personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico;
  • Dipendente del settore sanitario, pubblicato e privato accreditato.

Con riferimento all’ultima voce, si specificano i soggetti compresi:

  • Medici;
  • Infermieri;
  • Tecnici di laboratorio biomedico e di radiologia medica;
  • Operatori sociosanitari;
  • Medici di base;
  • Pediatri di libera scelta in convenzione con le ASL, ostetrici, soccorritori, autisti, medici e personale sanitario addetto al servizio emergenza / urgenza 118 (anch’essi in convenzione con le ASL).

Sempre l’INPS ha fatto presente che il bonus non è dovuto nel caso in cui il coniuge svolga l’attività in forma di lavoro agile, sia in congedo straordinario covid-19 o non svolga alcuna attività lavorativa.

Bonus baby sitter 2021: importo, domanda, erogazione

Per quanto riguarda l’importo, il bonus ha un tetto massimo di 100 euro settimanali, anche in relazione al numero di figli conviventi di età inferiore ai 14 anni. In caso di più figli che rientrano in questa definizione, vanno fatte domande differenti sul portale INPS.

La domanda va appunto fatta sul portale INPS, nelle seguenti forme:

  • In autonomia, seguendo questo percorso “Prestazioni e servizi – Tutti i servizi – Domande per Prestazioni a sostegno del reddito – Bonus servizi di baby-sitting D.l. n. 30/2021”;
  • Rivolgendosi agli enti di patronato che, tra i loro servizi, possono effettuare tale domanda.

Il periodo di riferimento è come suddetto dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021 e si può far domanda solo per le settimane in cui effettivamente il figlio minore sia stato positivo al covid-19, in quarantena o in DAD. La presentazione degli effettivi giorni che corrispondono ad uno dei criteri va effettuata entro il 30 settembre 2021.

Per quanto riguarda invece l’erogazione è necessario che il soggetto che riceve il bonus si registri, a meno che già non l’abbia fatto, sul portale INPS ed attivi il portafoglio elettronico messo a disposizione proprio per ricevere i bonus da parte di soggetti che erogano prestazioni occasionali, il cosiddetto “libretto di famiglia”.