Molti lavoratori dipendenti dovranno prepararsi a mettere mano al portafoglio e a restituire il bonus Irpef direttamente in busta paga. La notizia positiva, comunque, è che il fisco concede ai soggetti coinvolti più tempo per concludere il rimborso: la restituzione della detrazione Irpef, per quanti ne hanno beneficiato in misura maggiore, passa da 8 a 10 rate per gli importi superiori a 60 euro.
Questa novità è stata introdotto in calce al testo di conversione in legge del Decreto Mille proroghe, che nei giorni scorsi - esattamente il 23 febbraio - ha ottenuto il via libera dalla Camera e adesso è in attesa dell'ok anche dal Senato.
Bonus Irpef da restituire in 10 rate!
La Legge di Bilancio 2021, all'interno dell'articolo 22 sexies, inserito nel corso dell'iter parlamentare prevede una maggiore stabilizzazione per i lavoratori dipendenti. Ricordiamo che il taglio del cuneo fiscale ha portato ad un'importante novità per molti contribuenti, che si sono ritrovati in busta paga 100 euro in più, nel caso in cui avessero un reddito fino a 28.000 euro ed una detrazione Irpef che oscillava tra i 100 ed i zero euro, nel caso in cui avessero percepito un reddito compreso tra i 28.001 ed i 40.000 euro. Il bonus o detrazione, che dir si voglia, si riduce man mano che il reddito cresce.
L'ultima manovra ha previsto una revisione del cosiddetto ex bonus Renzi, che è diventato operativo dallo scorso mese di luglio. Il testo, così come era stato approvato, conteneva un importante errore di valutazione. Nel corso del 2020 si riferiva unicamente agli ultimi sei mesi dell'anno, mentre nel 2021 il bonus e la detrazione si sarebbero dovuti applicare per tutto l'anno. E' stato necessario, quindi, intervenire con un decreto ad hoc - il numero 182 del 2020 - che adesso è stato convertito in legge nel Decreto Milleproroghe. In questa serie di innumerevoli passaggi, il bonus Irpef ed il taglio del cuneo fiscale si sono arricchiti di un nuovo dettaglio: le rate per il recupero della detrazione Irpef non spettante passano da 8 a 10.
Chi deve restituire il bonus Irpef!
Nel caso in cui un lavoratore dipendente dovesse superare la soglia di reddito stabilita, è necessario procedere con la restituzione delle somme incassate, ma delle quali non si aveva diritto. I sostituti di imposta, in sede di conguaglio, hanno l'obbligo di verificare che il trattamento integrativo spetti o provvedere all'ulteriore detrazione fiscale. Il lavoratore dipendente, che nel corso dell'anno, avesse superato la soglia dei 28.000 euro - solo per portare un esempio - non avrebbe più diritto al bonus Irpef in misura piena, ma dovrà rimborsare parte della somma ricevuta.
Il sostituto di imposta sarà tenuto a verificare a quanto ammonta la cifra, che sarebbe spettata al lavoratore, e dovrà provvedere ai relativi conguagli. Sarà necessario sotrarre al valore complessivo del bonus - che per il 2021 è pari a 1.200 euro - il valore della detrazione che si avrebbe diritto, nel momento in cui è stata superata la soglia dei 28.000 euro di reddito. Nel caso in cui l'importo dovesse superare i 60 euro, la cifra potrà essere recuperata - sempre sulla busta paga - in 10 comode rate mensili a partire dalla retribuzione che sconta li effetti del conguaglio.
Le vittime del bonus Irpef!
Stando a quanto riporta il quotidiano La Repubblica, sarebbero almeno un milione e mezzo i lavoratori che potrebbero ritrovarsi nella situazione di rimborsare il bonus Irpef ricevuto nella seconda parte del 2020. Quando venne introdotto il bonus Irpef, spiega il quotidiano
fu fatta una operazione in due pezzi: in prima battuta il bonus Renzi, che veniva erogato a chi ha un reddito tra gli 8.145 e 26.600 euro, fu aumentato di 20 euro e portato a 100 netti; contestualmente fu introdotto un bonus anche per chi guadagna tra i 28 mila e i 40 mila euro dal valore di 100 euro decrescenti fino ad azzerarsi a 40 mila euro.Tuttavia la natura fiscale del bonus è differente: il primo fino a 28 mila è un credito d’imposta, il secondo è invece una detrazione. Di conseguenza 1,5 milioni di lavoratori che hanno la prima casa che concorre alla formazione del reddito rischiano di vedersi arrivare una lettera dall’Agenzia delle Entrate che chiede la restituzione di una detrazione calcolata su un reddito complessivo non veritiero.