Borse Usa, l'aumento della volatilità favorisce lo short

Gli analisti di JPMorgan e quelli di Morgan Stanley pensano che il ribasso dell'S&P500 e del Nasdaq 100 non sia ancora terminato. Ancora positivi invece per il medio termine.

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Gli analisti di JPMorgan hanno evidenziato negli ultimi giorni che l'aumento della volatilità a Wall Street, ovvero la perdita di forza del trend rialzista e la conseguente comparsa di sedute orientate in entrambi i sensi, il cosiddetto "choppy trade" (ad agosto ad esempio il Nasdaq 100 ha archiviato 16 sedute di segno positivo, con valore di apertura inferiore a quello di chiusura, su un totale di 22, a settembre su un totale per ora di 15 sedute 9 sono al ribasso) ha favorito l'apertura di posizioni in vendita sull'azionario. Le posizioni al ribasso sono salite infatti oltre il 7% delle azioni Usa (quelle disponibili per la vendita), ai massimi da luglio e in crescita dal 6% di agosto con l'aumento maggiore dal ribasso di marzo. 

La visione sulla borsa Usa resta positiva per il medio termine

Per gli esperti di JPMorgan questo aumento è da considerare preoccupante, si tratta di una tendenza che potrebbe espandersi ulteriormente e che segnala una perdita di appetito per il rischio da parte degli investitori. Gli analisti della banca Usa mantengono comunque per il momento una visione positiva nei confronti dell'azionario nel medio periodo, l'atteggiamento ultra espansivo delle banche centrali (la Fed in primis) fa si che ci sia una enorme liquidità in giro che non sa in quale direzione muoversi, una situazione che rende probabile il proseguire degli acquisti sulle azioni anche a fronte di un rallentamento dei segnali di ripresa dell'economia. 

Rischio di ulteriori ribassi nel breve termine

Nel breve termine invece l'incertezza dimostrata nelle ultime settimane potrebbe comportare, come dimostra appunto l'aumento delle posizioni short, ulteriore incertezza o debolezza. 

CNN Fear & Greed Index in calo

Del resto l'andamento del CNN Fear & Greed Index, un noto indicatore del sentiment di mercato, è compatibile con nuove discese: l'indice è attualmente in area neutrale, sui 52 punti, ma una settimana fa era a 59 punti e un mese fa a 69 punti, ovvero decisamente orientato al proseguimento del rialzo della borsa. Se l'indicatore dovesse scendere sotto area 50 vorrebbe dire che il sentiment prevalente è quello negativo. 

Quadro tecnico deteriorato per Morgan Stanley

Anche Morgan Stanley evidenzia come, almeno per il breve termine, il rischio di nuovi cali non sia da escludere. In particolare i suoi analisti evidenziano un deterioramento del quadro tecnico a causa della violazione da parte degli indici principali, in particolare lo S&P500 e il Nasdaq100, al di sotto delle rispettive medie mobili a 50 giorni. La media a 50 giorni sintetizza con la sua posizione rispetto ai prezzi la condizione del trend di breve/medio termine, la violazione della media implica quindi un peggioramento delle prospettive per la tendenza. 

Nasdaq 100, rischio downside del 12% 

Gli analisti di Morgan Stanley indicano come possibile ora il test della prossima media mobile rilevante, quella a 200 giorni, che è invece rappresentativa della tendenza di lungo periodo. La distanza tra i prezzi attuali e questa media mobile è del 5% cira per lo S&P500 e del 12% per il Nasdaq100, questo è quindi il potenziale ribassista prima che gli indici trovino un nuovo supporto in grado di favorire un tentativo di rimbalzo. 

S&P500 fallisce rottura di resistenza

Allo stato attuale delle cose gli esperti di Morgan Stanley non si aspettano che la borsa possa fare registrare nuovi massimi entro l'anno e evidenziano come l'indice S&P500 abbia toccato con i massimi del settembre 2020 una trend line molto importante, quella disegnata dal massimo del 1987 e passante per il top del 2000, una resistenza che ha contenuto le spinte rialziste e che potrebbe farlo anche nel prossimo futuro.

(Alessandro Magagnoli)