L’ottimo dato sul Prodotto Interno Lordo USA, cresciuto più delle attese al passo del 2.9% annualizzato nel quarto trimestre 2017, ha suscitato una reazione tiepida nei mercati. La positività del dato sul PIL è stata offuscata dai dati sulla bilancia commerciale USA peggiori delle attese, con un deficit di 75.4 miliardi di dollari in febbraio. Protezionismo nell’aria, un cattivo dato sulla bilancia commerciale è vissuto con emotività dagli investitori. Nemmeno l’ottimo dato sulle vendite immobiliari negli Stati Uniti è bastato a risollevare le Borse.
Signore del segno il cambio di sentiment sul settore tecnologico. Da solo, giustifica il recente calo delle quotazioni azionarie. I protagonisti del grande rialzo degli ultimi anni, giganti come Alibaba, Amazon, Apple, Facebook, Google, Netflix, Tencent hanno stravinto vendendo libri, telefonini, pubblicità, musica, video a consumatori in ogni parte del globo. La forte stretta alla fiscalità agevolata dei giganti tecnologici che pagano poche tasse e lo spettro del protezionismo fanno presagire una riduzione degli enormi profitti del settore.
Trump nelle ultime ore ha risollevato il tema antitrust su Amazon.
Il tracollo delle cripto-valute, sulle quali i produttori di processori e schede video scommettevano, è stata la prima avvisaglia. Poi, la sfortunata vicenda dell’auto Uber a guida autonoma che domenica scorsa ha investito e ucciso una donna: un pilota umano magari non avrebbe fatto meglio, ma Nvidia, produttore di chip, ha annunciato la sospensione dei test di guida autonoma su strade pubbliche. Infine, catalizzatore del ribasso, l’ondata di scandalo che ha travolto Facebook sulla cattiva gestione dei dati degli utenti.