Il Nikkei è tornato ad essere un prezzo seguito con attenzione sugli schermi dall’investitore globale. L’esperimento di Abe e Kuroda, indubbiamente aggressivo nel suo tentativo di reflazione di un economia da decenni in difficoltà, era destinato prima o poi a portare volatilità a due vie. La fase più facile, l’effetto ‘sugar-rush’ indotto soprattutto dall’effetto sorpresa per una politica monetaria ancora più accomodante di quella della Fed, sembra essere alle spalle. Ora, in attesa della finalizzazione delle altre due frecce (riforma fiscale e riforme strutturali) di cui avremo man mano più dettagli nelle prossime settimane, soprattutto dope le elezioni della camera alta (che Abe dovrebbe stravincere) a luglio, è il momento dei dubbi e dei timori che qualcosa possa andare storto. Il Nikkei che perde in un giorno il 7%, dopo aver fatto segnare un +80% (!) negli ultimi sei mesi, ne è un indicatore. Per ora la risposta dei mercati globali è stata molto composta. In molti hanno visto nella correzione generata da Nikkei e Bernanke, con qualche apertura alla riduzione del QE in tempi non poi così lontani, l’ennesima buona occasione di acquisto. La voglia di mettere al lavoro l’ingente liquidità fornita dalle banche centrali è tanta ed è più forte del peggioramento dello ‘Sharpe ratio’ dovuto all’aumento della volatilità non solo sugli asset giapponesi ma anche sul mercato del reddito fisso americano. Vedremo se questo continuerà. Probabilmente la Fed è destinata a rimanere la variabile più importante da monitorare nelle prossime settimane e di conseguenza lo saranno tutti i dati sull’economia americana, in primis i non farm payrolls di venerdì 7 giugno. Oggi non è certo la giornata giusta per farsi un’idea se questa sia un interessante mini-correzione in cui entrare oppure l’inizio di qualcosa di più importante: Londra e New York sono chiuse per il Memorial Day. Appuntamento a domani per seguire il Nikkei – che comunque oggi ha perso ulteriore terreno – e tutto il resto.