Intestare al coniuge la casa per evitare l'asta giudiziaria?

Può capitare che per scelte non oculate, o investimenti sbagliati, o altre circostanze che ci si indebita e poi non si ha la possibilità di ripagare tutti i debiti.I miei creditori possono portarmi via la casa? Allora ecco che si fa strada l'idea di vendere o donare l'appartamento per salvarlo dall'aggressione dei creditori. Ma è proprio possibile?

Image

Può capitare che per scelte non oculate, o investimenti sbagliati, o altre circostanze sfortunate ci si indebita e poi non si ha la possibilità di ripagare tutti i debiti. Allora ci si indebita di più per pagare i debiti pregressi fino ad entrare in una spirale viziosa che ti porta ad interrogarti. I miei creditori possono portarmi via la casa? Allora ecco che si fa strada l'idea di vendere o donare l'appartamento per salvarlo dall'aggressione dei creditori. Ma è proprio possibile? Se vorrai trovare la risposta, dovrai continuare a leggere l'articolo.

I debiti ti assalgono, e non hai altri beni se non la tua casa che potrebbe finire all'asta per ripagare i tuoi creditori. Il desiderio di salvaguardare il tuo unico bene, costruito con anni di lavoro, pensi a donarla, venderla o intestarla a tua moglie dopo aver divorziato. Pensi! In questo modo i creditori non potranno più aggredire la casa. Ma nel frattempo ti poni l'altra domanda: è proprio necessario arrivare addirittura alla separazione per togliere ai creditori la possibilità di entrare in possesso della casa? 

Così ti rivolgi al tuo avvocato e gli chiedi: in caso di pignoramento della prima casa, la vendita, la donazione o la separazione dei beni protegge dai creditori? Putroppo la risposta non potrà che essere quasi sempre no.

Casa in regime di comunione di beni

Nel caso in cui all'atto di matrimonio avete scelto il regime patrimoniale della comunione dei beni, i coniugi sono comproprietari di tutti i beni che hanno acquistato dopo il matrimonio, anche separatamente. La stessa cosa vale per i debiti, anche per quelli contratti soltanto da uno dei due: questi entrano a far parte del patrimonio comune ed entrambi i coniugi sono chiamati a risponderne. Se la casa è cointestata ai coniugi oppure questi sono in regime di comunione legale dei beni, i creditori di uno dei due possono pignorare solo il 50% del bene. Ciò però non mette in salvo dalla vendita del bene, che sarà messo all’asta e il cui ricavato andrà restituito, per metà, all’altro cointestatario non debitore.

Perciò, se temi che la tua casa verrà presto pignorata e sei sposato in regime di comunione dei beni, intestare l’immobile a tua moglie non può essere una soluzione, per il semplice fatto che non è una possibilità di cui puoi avvalerti. Quando si è in comunione dei beni, la casa è per forza di cose in comproprietà, che potrà essere sciolta unicamente con la separazione dei coniugi. Allora pensi di cambiare il regime patrimoniale. 

Intestare la casa alla moglie in separazione dei beni

Se al momento del matrimonio, il regime patrimoniale scelto è la separazione dei beni, tutto ciò che si acquista dopo come beni registrabili ed i debiti come i crediti sono di pertinenza del coniuge che realizza la transazione. In tal caso il coniuge che è proprietario della casa ed ha contratto i debiti, può vendere la casa all'altro coniuge oppure donarla. Con questa operazione la proprietà passa al 100% da un coniuge all'altro. Attenzione però! Come nel caso della donazione a un altro parente o della vendita simulata, i creditori sono tutelati dalla legge e hanno quindi la possibilità di far valere i loro diritti. Ciò significa che, se il tuo intento è quello di sfuggire a un pignoramento, in molti casi il tuo immobile potrà essere comunque pignorato. Vediamo cosa potrebbe accadere nello specifico. Tale fase si chiama azione revocatoria.

L'azione revocatoria

I creditori sono tutelati per legge. Infatti attraverso l'istituto dell'azione revocatoria, i creditori potranno comunque aggredire i beni del debitore, anche se questi siano stati trasferiti a terzi. Tutti gli atti di cessione dei beni che pregiudicano gli interessi del creditore possono essere contestati da quest’ultimo con la cosiddetta “azione revocatoria”. Si tratta di una causa che mira a rendere inefficace il trasferimento della proprietà: in pratica è come se il bene non fosse mai uscito dalla disponibilità del precedente titolare. Spetta al creditore agire in tribunale e dimostrare che il proprietario-venditore ha agito con lo scopo di salvare i propri beni da un pignoramento. Poiché però le cause non si basano sulle intenzioni, ma su fatti oggettivi, la circostanza che, all’esito della cessione, il cedente è rimasto privo di altri beni di valore sufficiente a coprire i propri debiti (e su cui i creditori potrebbero avviare il pignoramento, è sufficiente a dimostrare che la cessione sia stata fatta solo per svuotare il patrimonio e renderlo non aggredibile ai creditori. Dunque una cessione simulata, che il Tribunale sicuramente contesterà.

Nel caso in cui il pignoramento viene trascritto nei registri immobiliari prima che sia trascorso un anno dal passaggio di proprietà, la casa potrà comunque essere pignorata senza che i creditori debbano intraprendere altre azioni sul piano legale.

Se il pignoramento viene trascritto dopo un anno dal passaggio di proprietà, ma prima che da questo siano trascorsi cinque anni, i creditori potranno comunque chiederne l’annullamento tramite un’azione revocatoria.  Questa si attua mediante una richiesta al Tribunale, con i conseguenti costi da sostenere. Dunque se il debito è irrisorio o inferiore al costo della revocatoria, forse i creditori deisteranno. Tuttavia è molto probabile che il fatto di dover avviare una causa non sia sufficiente a farli desistere.

Come vedi, nonostante il regime di separazione dei beni consenta di fatto di intestare la casa di proprietà all’altro coniuge, quando lo scopo è quello di evitare il pignoramento questa possibilità non consente di sfuggire ai creditori, i cui diritti sono tutelati dalla legge.

Facciamo un esempio per comprendere meglio come stanno le cose. Gianni ha un debito di 100mila euro e, per evitare che gli venga pignorata la prima casa, la trasferisce alla moglie, con un atto di vendita. Dopo di ciò, Gianni risulta senza ulteriori beni di proprietà. L’atto è quindi facilmente revocabile proprio per quest’ultima ragione. La vendita è stata simulata. Diverso invece se dopo la vendita della prima casa alla moglie, Gianni ha altri beni immobili o regstriati il cui valore sia superiore al suo debito. In questo caso i creditori potranno essere ristorati con la vendita all'asta delle altre proprietà di Gianni, ma non la prima casa che resterà nel patrimonio non aggredibile della moglie, in regime di separazione di beni. 

La strada della donazione?

Se la strada della vendita è tortuosamente percorribile, lo è ancora di più con la donazione. Infatti, mentre per la vendita chi acquista, in buona fede, non è al corrente della presenza di debiti del soggetto d duqnue per avviare l'azione revocatoria, i creditori devono dimostrare che l'acquirente fosse al corrente dei debiti del cedente, con la donazione invece è difficile che il ricevente dimostri di non sapere la condizione debitoria del soggetto, dovendosi interrogare sul perchè venga donata. 

Fermo restando, quindi, che sia la donazione che la vendita della casa possono essere sottoposte all’azione revocatoria, chi vende ha una chance in più per farla franca. Ma incontrerà anche maggiori difficoltà: innanzitutto perché è necessaria una movimentazione di denaro tracciabile (altrimenti è facile dimostrare l’intento simulatorio delle parti); in secondo luogo perché, oltre a pagare il notaio, dovrà anche versare le tasse (e l’importo non è affatto basso).

Così, per ovviare al problema, qualcuno ha pensato di ricorrere alla separazione tra coniugi.

Regime di separazione, tra coniugi, e pignoramento 

Se invece la coppia è in separazione dei beni e la casa è intestata al coniuge non debitore, i creditori non possono pignorarla. Al contrario, se la casa è di proprietà del debitore, i creditori possono pignorarla interamente. Ecco che scatta l'idea della separazione consensuale dal coniuge, anticamera del divorzio. Davanti ad un giudice, il coniuge debitore cede all'altro l'immobile come corrispettivo in cambio dell'assegno di mantenimento. Non appena il giudice convalida la separazione con l'udienza il bene viene trasferito al coniuge non debitore. In questo modo i creditori all'atto del pignoramento non troveranno nessun immobile intestato al coniuge debitore e non potranno aggredire l'immobile trasferito all'altro coniuge. Attenzione però a non incorrere nella simulazione della separazione consensuale, ossia la separazione è stata solo fittizia, ma marito e moglie continuano a vivere sotto lo stesso tetto, il marito o la moglie pagano le bollette, ecc. I detective dei creditori possono sempre essere appostati e fotografare le situazioni che dimostrano che la separazione è stata solo una simulazione. Con queste prove un Tribunale potrebbe annullaere il trasferimento del bene o addirittura renderlo aggredibile dai creditori. Ovviamente, per agire in questi termini, il creditore deve avviare delle indagini prima e una causa dopo, e non tutti sono disposti a farlo. Ma è chiaro che laddove la frode fosse palese l’azione di simulazione sarebbe facile e dall’esito scontato. Insomma, anche in questa ipotesi la separazione non protegge dai creditori.

La separazione dei beni protegge dai creditori?

Su un gradino intermedio si pone la separazione dei beni. In questo caso i coniugi non si separano, ma cambiano regime patrimoniale: da quello della comunione dei beni a quello della separazione, scelta che si può intraprendere in qualsiasi momento. Chiaramente chi è già in separazione dei beni non dovrà porsi questo problema.

Come si agisce in questo caso? I coniugi vanno dal notaio e dichiarano di modificare il proprio regime patrimoniale. L’atto viene trascritto. Il coniuge debitore, intestatario della prima casa, cede (dona) l’immobile al coniuge non debitore. Che efficacia ha tale atto? Sicuramente è valido ma è ugualmente impugnabile. La separazione dei beni è difatti un atto revocabile entro cinque anni. Anche qui c’è la possibilità quindi che il creditore avvii l’azione revocatoria. La revocatoria mira a consentire, nonostante la separazione dei beni e l’intestazione della casa al coniuge non debitore, il pignoramento del bene. Insomma, anche in questo caso il sotterfugio può essere facilmente scoperto.

In conclusione, ogni azione effettuata per proteggere la propria casa dall'azione dei creditori, in casi di debiti di uno dei coniugi, attraverso le diverse possibilità descritte non sempre possono risultare efficaci, ed in alcuni casi addirittura aggravare la situazione. Solo una situazione sembra essere propizia: quella del regime patrimoniale in separazione dei beni scelto all'atto del matrimonio. Difatti la separazione dei beni ti protegge dal pignoramento a condizione che il debito sia stato contratto unicamente dall’altro coniuge e quello proprietario non sia garante (fideiussore). In tale ipotesi infatti il debito non slitta al 50% sull’altro coniuge titolare dell’immobile che pertanto non potrà essere pignorato. Dunque non c’è da temere alcuna espropriazione e vendita all’asta.