La cassa Integrazione sarà ampliata. Ecco come

La cassa integrazione dovrebbe essere ampliata. Almeno questo è il progetto del Governo, che per far fronte all'emergenza sanitaria causata dal coronavirus, ha deciso di ampliare la cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Fino ad oggi, il periodo temporale previsto dal decreto Cura Italia era di nove settimane.

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La cassa integrazione dovrebbe essere ampliata. Almeno questo è il progetto del Governo, che per far fronte all'emergenza sanitaria causata dal coronavirus, ha deciso di ampliare la cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Fino ad oggi, il periodo temporale previsto dal decreto Cura Italia era di nove settimane. Il Decreto Aprile prevede ulteriori settimane aggiuntive. Nel provvedimento, che dovrebbe essere approvato nel corso della prossima settimana, è previsto anche l'aumento a 800 euro dell'indennità per i lavoratori autonomi e il cosiddetto reddito di emergenza.

Ad annunciarlo sono stati i sottosegretari Pier Paolo Baretta (Mef) e Achille Variati (Interno) che hanno anche avuto l'occasione di confermare la volontà del governo di coinvolgere i sindaci nelle operazioni di erogazione del reddito di emergenza, perché sono più vicini ai cittadini e quindi più in grado di identificare la platea degli aventi diritto.

Non ci sarà solo e soltanto la cassa integrazione

Al momento sono in corso una serie di simulazioni al Mef e al Ministero del Lavoro per cercare di quantificare il numero dei beneficiari che potrebbero essere coinvolti nel progetto relativo al reddito di emergenza. Stando alle prime stime l'esecutivo dovrebbe investire qualcosa come 3 miliardi di euro. Baretta ha anticipato che sicuramente ci sono delle categorie che rientrano nella platea, come per esempio gli stagionali del turismo, che hanno esaurito la Naspi, o i lavoratori della filiera del benessere, per esempio massaggiatori e fisioterapisti che spesso non hanno la partita Iva, o i piccoli commercianti a cui la sospensione dei pagamenti Iva per i mesi di marzo, aprile e maggio non è sufficiente per sopravvivere alla crisi di liquidità causata dall’emergenza Covid.

A questo punto, comunque, Beretta e Variati hanno voluto precisare quanto verrà stanziato dal Governo per gli enti locali. Ci saranno solo 3 miliardi, e non 3 miliardi e mezzo, per compensare le mancate entrate di comuni, province e città metropolitane. In altre parole siamo davanti ad un'altra secca e decisa limatura del Fondo stanziato dal Governo per gli enti locali (ricordiamo che all'inizio sarebbe dovuto esser stato di 5 miliardi). Baretta e Variati hanno comunque sottolineato che per le cifre non si è ancora arrivati da una decisione definitiva, e tutto dovrebbe essere deciso dal tavolo tecnico-politico che andrà a certificare, ente per ente, le perdie registrate.

Cassa integrazione: le istruzioni per chiederla

La circolare INPS 28 marzo 2020, n. 47 illustra le misure a sostegno del reddito previste dal decreto-legge 18/2020, per sospensione o riduzione dell'attività lavorativa per eventi riconducibili all'emergenza COVID-19.

L’articolo 41, decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 ha disposto l’estensione delle prestazioni di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), di assegno ordinario e di Cassa Integrazione Guadagni in Deroga (CIGD) ai lavoratori assunti dal 24 febbraio al 17 marzo 2020.

Pertanto queste prestazioni, con causale COVID-19 nazionale, sono riconoscibili, per periodi decorrenti dal 23 febbraio al 31 agosto 2020 e per una durata complessiva non superiore a nove settimane, anche ai lavoratori che al 17 marzo 2020 risultino alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti la prestazione.

Il messaggio 14 aprile 2020, n. 1607 chiarisce che le aziende che hanno già trasmesso domanda di accesso alle prestazioni con causale COVID-19 nazionale possono inviare una domanda integrativa, con la medesima causale e per il medesimo periodo originariamente richiesto, con riferimento ai lavoratori che prima non rientravano tra i beneficiari della prestazione.

Il termine di scadenza per la trasmissione delle domande è fissato alla fine del quarto mese successivo a quello di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa con decorrenza dalla data odierna.

Il messaggio, inoltre, precisa che per consentirne la corretta gestione, nel campo note dovrà essere indicato il protocollo della domanda integrata.

Cassa integrazione: gli accordi regionali

Il Comitato esecutivo dell’ABI ha approvato la sottoscrizione tra la Commissione regionale ABI Lombardia, la Regione Lombardia e le Parti sociali dell’Accordo in materia di anticipazione delle indennità di integrazione salariale, anche in deroga. In coerenza con la Convenzione Nazionale in tema di anticipazione sociale in favore dei lavoratori destinatari dei trattamenti di integrazione al reddito di cui agli articoli da 19 a 22 del decreto legge 23/2020 – sottoscritta dall’ABI il 30 marzo 2020 presso il Ministero del Lavoro – l’Accordo con la Regione prevede un rafforzamento degli interventi di anticipazione attraverso l’istituzione di un Fondo di garanzia dei debiti relativi alle anticipazioni, che consente l’attivazione tempestiva di interventi volti a supportare la disponibilità del reddito dei lavoratori destinatari dei trattamenti di integrazione salariale, nelle more del pagamento diretto da parte dell’istituto previdenziale.

Il Comitato esecutivo dell’ABI ha approvato l’accordo quadro tra la Commissione regionale ABI Emilia Romagna, la Regione Emilia Romagna e le Parti sociali sui criteri di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga a favore delle aziende e dei lavoratori non coperti dalla Cassa integrazione guadagni. Questa tipologia di ammortizzatori sono stati finanziati dalle risorse definite nell’art. 22 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, per un importo pari a massimo di 3.293,2 milioni di euro per l’anno 2020, ripartito tra le Regioni e Province autonome con specifici decreti. 

Il Comitato esecutivo dell’ABI ha approvato l’accordo quadro tra la Commissione regionale ABI Lazio, la Regione Lazio e le Parti sociali sui criteri di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga a favore delle aziende e dei lavoratori non coperti dalla Cassa integrazione guadagni. Questa tipologia di ammortizzatori sono stati finanziati dalle risorse definite nell’art. 22 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, per un importo pari a massimo di 3.293,2 milioni di euro per l’anno 2020, ripartito tra le Regioni e Province autonome con specifici decreti.