Cassa integrazione Covid-19 prorogata fino al 2021? Le novità

Anche per il 2021 potrebbero essere confermati gli ammortizzatori sociali che hanno permesso alle aziende di non licenziare i propri dipendenti. Nella Manovra finanziaria del 2021, infatti, sono previste la proroga della cassa integrazione causa Covid alla quale corrisponde anche il conseguente blocco dei licenziamenti. Ecco le novità.

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La Legge di Bilancio 2021 ha prorogato la cassa integrazione Covid-19 fino al 31 dicembre 2020: ciò significa che fino a tale data anche il blocco dei licenziamenti rimarrà attivo. Il 18 ottobre scorso, infatti, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a una Manovra finanziaria che da sola vale 40 miliardi di euro ed è volta a sollevare l’economia italiana con investimenti nella sanità, nella scuola, nell’economia e nuovi bonus in linea generale.

Tra le novità, è stato confermato l’assegno unico per i figli a carico, che partirà definitivamente dal 1° luglio 2021 con un ammontare massimo di 250 euro al mese per ciascun figlio fino a 21 anni. Introdotte, inoltre, alcune proroghe sui bonus relativi alle partite IVA e sui contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese. Ulteriore novità è anche la sospensione delle cartelle esattoriali e dei pignoramenti fino al 31 dicembre 2020 e la proroga della cassa integrazione causa Covid-19.

Quest’ultima, comunque, seguirà delle istruzioni un po’ differenti rispetto al passato ed è per questo motivo che è bene chiarire cosa sta accadendo nella discussione (per non dire nello scontro) tra Governo e sindacati in merito al blocco dei licenziamenti e alla proroga degli ammortizzatori sociali.

La cassa integrazione Covid-19 potrà essere richiesta anche nel 2021 con le stesse modalità – probabilmente, ma non confermate – previste dal Decreto di Agosto. Per le aziende che hanno subito perdite di fatturato per oltre il 20% dei corrispettivi sarà un’erogazione gratuita, senza contributi. Vediamo come funziona la nuova CIG e come è possibile richiedere la proroga anche per il 2021.

Scontro Governo-sindacati sulla cassa integrazione e sui licenziamenti

Se da un lato i sindacati – in particolare il segretario della Cgil Landini – chiedono al Governo una proroga della cassa integrazione causa Covid-19; dall’altro lato è importante anche mantenere il blocco dei licenziamenti anche fino alla primavera del 2021. 

Infatti, mentre la proroga della cassa integrazione è stata confermata fino al 31 dicembre 2020, lo stato di emergenza causa coronavirus si protrarrà invece fino al 31 gennaio 2021. Per tutta la durata dell’emergenza – hanno chiarito i sindacati – è necessario tutelare i lavoratori e i loro posti di lavoro. In migliaia rischiano il licenziamento a partire da gennaio 2021, soprattutto se scadranno i termini di godimento degli ammortizzatori sociali.

I sindacati – Cgil, Cisl e Uil – hanno quindi avanzato l’ipotesi di proroga del blocco dei licenziamenti fino a marzo 2021, anche in vista di una seconda ondata di contagi da Covid-19. Le aziende, già provate dalla crisi, sarebbero altrimenti costrette a lasciare a casa moltissimi lavoratori, dietro ai quali si celano famiglie, mogli e figli.

Legge di Bilancio 2021: prorogata la cassa integrazione Covid

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2021, il Consiglio dei Ministri ha proposto al Parlamento la proroga della cassa integrazione causa Covid-19 per altre 8 settimane. Lo stanziamento di risorse previsto per finanziare questo tipo di ammortizzatore sociale sarebbe di 5 miliardi di euro, mentre entro il mese di novembre 2020 dovrebbe arrivare un decreto ministeriale per terminare l’erogazione delle precedenti settimane. 

Con il Decreto di Agosto, infatti, la cassa integrazione era stata ulteriormente prorogata di 18 settimane per permettere alle aziende di evitare i licenziamenti e per dare sollievo ai lavoratori che devono mantenere le loro famiglie. Il premier Conte ha più volte ribadito che non intende lasciare indietro i più deboli e nemmeno abbandonare le aziende e per tale motivo ha deciso di introdurre la proroga della cassa integrazione fino alla fine del 2020.

Per quanto riguarda, infine, le previsioni per il 2021: dovrebbero scattare altre 18 settimane di cassa integrazione causa Covid, ma riservate soltanto a quei settori dell’economia italiana che hanno registrato le maggiori difficoltà a causa della chiusura totale dei primi mesi del 2020. 

Cassa integrazione Covid 2021: le modalità

Le modalità di applicazione della nuova cassa integrazione causa Covid per il 2021 potrebbero somigliare a quelle già previste nel Decreto di Agosto. 

  • Cassa integrazione gratuita per tutte le aziende che durante il periodo di lockdown totale hanno registrato delle perdite di fatturato pari al 20% dei corrispettivi,
  • Cassa integrazione con un contributo pari al 9% per tutte quelle aziende che hanno registrato – durante il periodo di lockdown – una perdita del fatturato inferiore al 20%,
  • Cassa integrazione con un contributo pari al 18%, infine, per tutte quelle imprese che hanno realizzato un fatturato – durante il periodo di lockdown – senza alcuna perdita rispetto alle annate precedenti.

Le modalità di fruizione ed erogazione della cassa integrazione rimarranno le stesse anche per il 2021, nonostante non sia ancora stato trovato un accordo tra i ministri delle Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, in merito al blocco dei licenziamenti.

Cassa integrazione Covid 2021: novità Manovra 2021

Con la Legge di Bilancio, come detto, dovrebbe arrivare la proroga della cassa integrazione fino alla fine dell’anno con un conseguente ammortizzatore sociale utilizzabile per altre 18 settimane. La richiesta, però, può essere effettuata non soltanto da quelle aziende che hanno usufruito degli ammortizzatori con i precedenti decreti, ma anche da coloro che non ne hanno invece fruito. 

Con l’emanazione di un apposito decreto, quindi, la cassa integrazione causa Covid-19 verrà estesa per altre 18 settimane a titolo gratuito per le imprese che hanno registrato perdite superiori al 20% o con contributo negli altri casi. La richiesta sarà riservata alle imprese che hanno già beneficiato della cassa grazie al Decreto di Agosto.

Attualmente – senza alcun decreto e senza alcuna altra proroga – la scadenza della cassa integrazione causa Covid è fissata al 31 ottobre 2020 (in ottemperanza al decreto legge numero 125 del 7 ottobre 2020). Per poter richiedere le settimane aggiuntive di cassa integrazione, infine, le imprese dovranno consultare il sito ufficiale dell’Inps, accedere alla sezione “Prestazioni e servizi” e poi scegliere “Servizi per aziende e consulenti”. Infine scegliere “Cig e fondi di solidarietà”, selezionando la causale “Covid-19 con fatturato” e inserendo l’autocertificazione che attesta formalmente le perdite di fatturato subite a causa del lockdown.

Cassa integrazione Covid: i pagamenti

Il Governo intende stanziare ulteriori 5 miliardi per la cassa integrazione che potrebbe venire prorogata grazie alla Legge di Bilancio del 2021. Le modalità di erogazione, comunque, potrebbero essere le stesse di quelle previste nel Decreto di Agosto.

In particolare, l’azienda – nelle vesti del datore di lavoro – può decidere di anticipare la cassa ai lavoratori inserendo il rispettivo importo calcolato dall’INPS nelle buste paga dei dipendenti. Scegliendo questa alternativa, comunque, al datore di lavoro verrebbero poi rimborsati gli anticipi attraverso il recupero sull’ammontare dei contributi da versare all’INPS. 

Oppure – in alternativa alla prima opzione – il datore di lavoro può scegliere di affidare il pagamento dell’ammortizzatore sociale direttamente dall’Istituto previdenziale al dipendente dell’azienda, senza accollarsi l’onere del pagamento in busta paga.

Infine, un’ultima opzione prevede di richiedere all’Istituto Previdenziale un’anticipazione del 40% sui trattamenti di cassa integrazione ordinaria (CIGO), cassa integrazione in deroga (CIGD) e assegno ordinario a carico di FIS e COA, che vanno in seguito corrisposti direttamente ai dipendenti dell’azienda stessa. La richiesta, però, in quest’ultimo caso va inoltrata almeno 15 giorni prima della sospensione o della riduzione delle attività dell’impresa.

Cos’è il modello SR41 e a cosa serve

Qualora il pagamento della cassa integrazione ai dipendenti avvenga direttamente da parte del datore di lavoro nelle buste paga dei lavoratori, è necessario compilare il modello SR41. In particolare, il datore di lavoro – in ottemperanza all’articolo 1 del decreto legge numero 104 del 14 agosto 2020 – dovrà comunicare i dati utili al fine dell’erogazione delle spettanze direttamente all’Istituto.

I termini entro i quali comunicare tali dati all’Istituto Previdenziale sono:

  • Entro la fine del mese successivo a quello nel quale sono previsti orari ridotti o nel quale sono previste sospensioni delle attività produttive;
  • Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento dell’Istituto di Previdenza Sociale con il quale è stata introdotta la possibilità di richiedere il periodo di cassa integrazione causa Covid-19.

Cassa integrazione Covid: le istruzioni dell’INPS

Come precedentemente spiegato – salvo ulteriori proroghe in arrivo dall’approvazione della Legge di Bilancio 2021 – la scadenza per la richiesta della cassa integrazione è fissata al 31 ottobre 2020 (prima era fissata al 30 settembre 2020). Per richiedere l’ammortizzatore sociale, però, le aziende – in ottemperanza alla circolare INPS numero 115 del 30 settembre 2020 – dovranno rispettare il suddetto termine.

Procedendo dal sito dell’Istituto Previdenziale è possibile avere accesso alla cassa integrazione ordinaria (CIGO), alla cassa integrazione in deroga (CIGD) e all’Assegno ordinario a carico del FIS e CISOA. Occorrerà quindi accedere alla sezione INPS “Prestazioni e servizi”, procedendo su “Servizi per aziende e consulenti”. 

La cassa integrazione prevista dal Decreto di Agosto potrà essere richiesta sfruttando le 9 settimane e aggiungendo le ulteriori 9 settimane previste dal Governo con due istanze differenti:

  • Il primo periodo fino a un massimo di 9 settimane;
  • Un secondo periodo di 9 settimane, riservato però ai soli datori di lavoro che abbiano già richiesto le precedenti 9 settimane di ammortizzatore sociale.

A decorrere dal 13 luglio 2020, infatti, è stato stabilito che la cassa integrazione Covid-19 non può superare le 18 settimane totali. Tuttavia, l’INPS ha chiarito che le richieste inoltrate precedentemente ma confermate dopo la data del 12 luglio 2020 vanno fatte rientrare nel primo periodo di 9 settimane.