Cassa integrazione: soldi subito in busta paga grazie all'Inps

La cassa integrazione cambia volto. Grazie all'Inps che farà arrivare immediatamente i soldi in busta paga i lavoratori potranno tirare un respiro di sollievo ed iniziare ad organizzare un po' meglio il proprio futuro economico. Almeno quello più immediato, fatto di bollette ed affitto da pagare. Buone notizie anche per le imprese, che potranno richiedere fino ad ottobre le ulteriori nove settimane di cassa integrazione, e saranno gestite direttamente dall'Inps.

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La cassa integrazione cambia volto. Grazie all'Inps che farà arrivare immediatamente i soldi in busta paga i lavoratori potranno tirare un respiro di sollievo ed iniziare ad organizzare un po' meglio il proprio futuro economico. Almeno quello più immediato, fatto di bollette ed affitto da pagare. Buone notizie anche per le imprese, che potranno richiedere fino ad ottobre le ulteriori nove settimane di cassa integrazione, e saranno gestite direttamente dall'Inps.

Il totale e completo cambio di rotta nella gestione della cassa integrazione è previsto dall'accordo sottoscritto tra i Governatori delle Regioni e l'Inps, ed è entrato nel famigerato Decreto Rilancio. L'impresa potrà fare domanda direttamente all'Inps, che in un tempo massimo di 15 giorni erogherà in anticipo l'assegno, pari al 40%, al lavoratore.

Cassa integrazione, Inps e busta paga: un po' di semplicità

Finalmente si è deciso di rendere la vita facile ad imprenditori e lavoratori. A volte quello che strangola non è solo la crisi economica, ma la burocrazia che viene innescata ad ogni minimo e banale passo. Francesco Boccia, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, spiega che la semplificazione e l'accelerazione delle procedure per la concessione della cassa integrazione in deroga entrano nel decreto rilancio.

Il Consiglio dei Ministri ha accolto infatti la proposta sulla quale eravamo giunti ad un accordo al termine di un confronto con le Regioni e con la ministra Nunzia Catalfo - spiega Boccia -. Una soluzione frutto di una positiva collaborazione istituzionale che va incontro alla necessità di modificare delle procedure non adatte all’emergenza che stiamo affrontando e che sarà a vantaggio di molti lavoratori e imprese in questo momento di difficoltà.

 

La necessità di semplificare viene sollecitata da più parti. Lo stesso premier Giuseppe Conte aveva affermato che sarebbe necessario semplificare e fare in modo che arrivino in modo semplice, rapido, veloce le risorse stanziate. Secondo Conte è stato pagato l'85% di cassa integrazione, quasi 80% di bonus autonomi, misure per 4,6 milioni di lavoratori.

Cassa integrazione, cosa cambia in busta paga grazie all'Inps

Ottimo, fin qui tutte le promesse e le aspettative che hanno messo in piedi i politici per far fronte all'emergenza coronavirus, e per fare il punto sulla cassa integrazione che non arriva in busta paga. Ma cosa cambia effettivamente d'ora in poi? L'Inps dovrebbe occuparsi direttamente di fornire un anticipo dell'importo previsto: il 40% del totale delle ore. Negli anticipi sono coinvolte sia la cassa integrazione in deroga che la cassa integrazione ordinaria. La somma che dovrebbe arrivare dovrebbe essere quella prevista anche dalla cifra complessiva dell'assegno ordinario erogato dal Fondo di Integrazione salariale (Fis). In sterma sintesi, l'Inps dovrebbe coprire tutti gli ammmortizzatori sociali previsti dal Decreto Cura Italia (5 miliardi di euro) e il rifinanziamento previsto all'interno del Decreto Rilancio (ufficiosamente si conosce una cifra pari a 15 miliardi).

Secondo alcune fonti, fino ad oggi solo un quinto dei lavoratori sarebbe riuscito ad ottenere quanto gli sarebbe spettato. Stiamo parlando di una platea di 122mila dipendneti su 640mila. Solo per farsi un idea completa, basta sapere che sono state oltre 1,3 milioni le richieste totali. Per questo motivo sia le Regioni che il Governo hanno spinto sull'accelaratore per raggiungere un accordo.

La aziende che hanno diritto a presentare la richiesta della cassa integrazione potranno quindi presentare la propria domanda all'Inps. Questa dovrà, comunque vada, essere presentata entro e non oltre i 15 giorni dalla riduzione o dall'interruzione delle attività produttive. Dovranno essere indicati tutti i dipendenti a cui dovrà essere destinato l'assegno e le ore di lavoro perse. Dopo aver ricevuto l'autorizzazione da parte degli enti preposti (tempo massimo 15 giorni dal ricevimento della domanda), l'Inps potrà erogare il 40% dell'assegno totale. La parte rimanente potrà essere erogata nel momento in cui verrano comunicati i dati precisi delle ore di cassa integrazione che ogni lavoratore avrà usufruito.

Cassa integrazione: ci saranno delle differenze?

Possiamo muovere qualche critica a questo nuovo accorso? Sicuramente no. Però sembra che si venga a crare una netta distinzione tra quanti presenteranno la domanda dopo l'entrata in vigore del Decreto Rilancio, e quanti l'avevano presentata in precendeza, subito dopo l'entrata in vigore del Cura Italia. Se ci si riferisce alle prime nove setitmane di cassa integrazione, si fa ancora riferimento alle vecchie regole: quindi, nel caso in cui fossero state inoltrate alle Regione seguono ancora quel percorso. Per le successive 9 setitmane si segue l'iter diretto presso l'Inps. Anche in questo caso, comunque, ci sarà un'ulteriore distinzione dato che le prime 5 sono riservate esclusivamente ai datori di lavoro che hanno già ottenuto il riconoscimento delle prime nove. Le successive 4 saranno attivabili a settembre ed ottobre.