Cassa integrazione, la Lombardia non paga. Il Molise sì

La regione più ricca d'Italia è anche una delle più indietro nell'erogazione della cassa integrazione in deroga, peggio persino del Molise dove l'impatto del coronavirus è stato molto più blando. Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali lanciano l'allarme: "Una disperazione, quella della Lombardia, che nessuno avrebbe potuto immaginare, ma che sta diventando sempre più concreta"

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Ancora nessuna spiegazione dalla Lombardia per i tempi ancora troppo lunghi riguardo i pagamenti della Cassa integrazione in deroga. In queste settimane la regione più ricca d'Italia si ritrova sempre più messa a nudo. Dopo i problemi rilevati del sistema sanitario nella gestione problematica dell'epidemia del coronavirus, nuovi guai arrivano dalla burocrazia: ce n'è troppa. Questo è, o meglio sarebbe, il motivo per cui la Lombardia è anche una delle più indietro nell’erogazione della cassa integrazione. I numeri forniti dall’Inps, aggiornati al 28 aprile, parlano chiaro: la locomotiva d'Italia conta 8009 domande decretate, di cui 4502 autorizzate.

Il problema maggiore però è da rilevare nei pagamenti distribuiti. Sono appena 63 i lavoratori beneficiari dell’assegno, per un totale di 40 aziende. Sissignori, quaranta. E per quanto assurdo possa sembrare, dopo la Sardegna, a cui spetta la maglia nera di questa speciale classifica, al penultimo posto c'è proprio la Lombardia. C'è da considerare ovviamente il numero di aziende esistenti sul territorio aventi diritto, superiore rispetto a gran parte delle altre diciannove regioni. Tuttavia la situazione rimane problematica, anche perché gli allarmi molteplici lanciati da parte di sindacati e intermediari, esistono da diverse settimane.

Cassa integrazione, Lombardia in emergenza: "Che brutta figura"

Il disagio è forte. Talmente forte che a protestare ci sono elementi del Centrodestra, e che quindi, in linea di massima, dovrebbero trovarsi allineati con la giunta della Regione, il presidente Attilio Fontana, va ricordato, è esponente leghista. Durissima in questo senso la coordinatrice regionale di Fratelli d'italia, Daniela Santanché: “Per quanto riguarda la Cassa Integrazione, la Lombardia non può permettersi di lasciare la gente senza soldi. Se non si raddrizza il tiro e se attraverso le richieste della Regione non verranno effettuati al più presto i pagamenti promessi sarà un colpo mortale all'intero sistema". 

D’accordo con lei il deputato comasco, anche lui di Fratelli d’Italia, Alessio Butti: “Regione Lombardia sta facendo una pessima figura. Ci sono troppo pochi funzionari adibiti alla procedure, e a rimetterci sono le aziende, perché la cassa integrazione non arriva”.

Cassa integrazione: in Lombardia "disperazione inimmaginabile"

Il partito guidato da Giorgia Meloni sottolinea una disperazione che in Lombardia "nessuno avrebbe potuto nemmeno immaginare, ma che invece diventa sempre più concreta". Al coro degli "indignati" si aggiunge anche Nicola Fratoianni, portavoce nazionale di Sinistra Italiana: “Ho potuto leggere oggi i numeri delle pratiche di cassa integrazione in deroga processate e liquidate dalle regioni. E ho visto la condizione della Lombardia rispetto ad altre realtà -scrive sul suo profilo ufficiale di Facebook-. Consiglierei ad Attilio Fontana, Matteo Salvini e i loro soci di sbrigarsi a processare le domande e a far arrivare liquidità ai lavoratori, piuttosto che vaneggiare su richieste di danni alla Cina. Che di questo passo saranno i lombardi – conclude Fratoianni – a chiedere i danni, e non solo per i ritardi sulla cassa integrazione”.

Cassa integrazione, Lombardia peggio del Molise!

In totale, sono cinque milioni i lavoratori che attendono ancora la liquidazione della Cassa integrazione del mese di marzo, per un totale di quasi 11 milioni aventi diritto. Guardando le altre regioni, l’esempio più virtuoso arriva dal centro Italia, nella fattispecie dalle Marche, i cui uffici regionali hanno approvato 6362 domande facendo riferimento ai dati di fine aprile. Con il via libera, da parte dell’Inps, a 4.520 richieste e al pagamento di 353 dipendenti, per un totale di 170 aziende. Com’è evidente, le cifre continuano a essere molto basse, frutto di una burocrazia diventata in questi decenni un cancro diffuso su tutto quanto lo stivale. Tuttavia, sono questi  i migliori risultati che arrivano dal nostro paese per quanto riguarda la cassa integrazione.

Pensare che al 23 aprile, la Lombardia era più indietro addirittura del Molise: zero euro pagati, a fronte di 28 autorizzazioni da parte dell’Inps per la regione guidata da Attilio Fontana, contro le 87 domande approvate dal Molise, dove il Covid-19 ha avuto inevitabilmente meno impatto e meno contagi. Dall'Inps, 59 autorizzazioni, tre dipendenti pagati per un totale di due aziende coperte.

Problemi anche in Piemonte, meglio in Lazio e Campania  

Anche in Veneto, Abruzzo, Calabria, Puglia e Campania il sistema ha risposto bene, con il 50% circa di pratiche autorizzate. In particolare spiccano i 1.346 lavoratori di Napoli che due settimane fa avevano già ricevuto l’indennità di cassa integrazione in deroga, al contrario dei lavoratori di Bergamo, Brescia, Lodi o Cremona.

Qualche problema anche in Piemonte. Su 42 mila domande presentate in Regione per l’emergenza Coronavirus, appena 704 risultano le domande di erogazione della cassa integrazione in deroga inviate all'Inps al 22 aprile. Meglio il Lazio, nonostante diverse denunce per il mancato rispetto dell'ordine cronologico della graduatoria. Tuttavia, sono state autorizzate oltre 30.875 domande, 12.410 hanno ricevuto il via libera dall'Inps, 2921 sono le aziende che hanno ricevuto il pagamento, per un totale di 6044 lavoratori.

Sicilia indietro: il sistema informatico è ancora in tilt!

Particolare e critica la situazione che riguarda la Sicilia. E’ fissato al 15 maggio infatti il termine per ultimare l’esame delle istanze da inviare all’Inps per quanto riguarda la Regione più a sud d'Italia, da settimane alle prese con fortissimi ritardi dovuti a un sistema informatico in default. Per uscirne, la Sicilia ha chiesto supporto all’Anpal, (Agenzia nazionale politiche attive lavoro), ente pubblico vigilato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per risolvere un problema che si sta protraendo da troppo tempo. Peraltro, sull’isola, il sistema imprenditoriale è versa una situazione di estrema crisi. A fine aprile, erano 1175 le domande decretate, 945 quelle autorizzate dall’inps, per una liquidazione versata a 178 lavoratori di 78 aziende. L’assessoato ha avviato un’indagine interna, per comprendere i motivi di tale criticità.