Cattolica Assicurazioni: come valutare l'ingresso di Generali?

La partnership strategica tra Cattolica Assicurazioni e Generali sembrerebbe essere razionale da qualsiasi punto la si guardi. La view di Marzotto.

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Cattolica Assicurazioni e Generali la scorsa settimana e precisamente il 25 giugno hanno annunciato al mercato l’ingresso della compagnia triestina come azionista di riferimento di Cattolica.

Secondo gli analisti di Marzotto Investment House, l’operazione straordinaria, da qualsiasi punto di vista la si analizzi, sembrerebbe essere razionale.

Cattolica Assicurazioni: Generali entra nel capitale

La premessa è che Cattolica, recentemente, ha avuto la richiesta del regolatore di procedere con un aumento di capitale al fine di rafforzare i ratio patrimoniali.

Generali dal suo canto è interessata a crescere per linee esterne sia per rafforzare il suo posizionamento all’interno del settore, sia per rendere meno facile un eventuale tentativo ostile da parte di qualche competitor. Ipotesi non molto probabile, ma che ricorre costantemente negli anni.

I termini dell'operazione

Il deal che viene definito “una partnership strategica”, è strutturato nel modo seguente:

• Generali acquisisce il 24,4% di Cattolica, con un aumento riservato di 300 milioni di euro. Si tratta di un’emissione di 54,054 milioni di azioni, che Generali dovrebbe sottoscrivere ad un prezzo di 5,55 euro per azione, con un congruo premio rispetto alla chiusura precedente.

• Il deal è condizionato alla trasformazione in SpA di Cattolica Assicurazioni.

• La partnership prevede un accordo su quattro ambiti di business: Asset Management, IOT, salute e riassicurazione.

• Il deal prevede un successivo aumento di capitale da 200 milioni riservato a tutti gli azionisti.

In termini cronologici gli step saranno:

• Entro il 15 luglio il CDA di Cattolica approverà l’aumento di capitale di Generali e la seconda tranche dell’aumento da 200 milioni di euro in opzione.

• Entro il 30 luglio l’assemblea degli azionisti di Cattolica dovrà approvare il cambio di statuto e la trasformazione della società in Spa.

Le valutazioni degli analisti di Marzotto

Come anticipato prima, secondo Marzotto Investment House l'operazione è perfettamente razionale. Cattolica Assicurazioni con il ritiro delle deleghe al CEO Minali lo scorso 31 ottobre aveva fatto emergere importanti criticità in termini di Corporate Governance. 

Lo scontro con il Board era esploso per una visione differente sul futuro della società: Minali voleva la trasformazione in SpA e il Board difendeva la vocazione mutualistica.

Il mercato ha bocciato la decisione del Board, penalizzando il titolo che, anche a causa di Covid, lo scorso marzo risultava addirittura dimezzato rispetto alla chiusura precedente la decisione.

Lo scorso 30 maggio l’IVASS, ovvero l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, ha chiesto al Board di Cattolica un aumento di capitale almeno di 500 milioni di euro, al fine di rafforzare i ratio patrimoniali.

E’ palese che indipendentemente dalle prospettive di business di Cattolica, procedere con un aumento di capitale importante in un mercato come quello attuale, per una società che ne capitalizzava quasi altrettanto, sarebbe stato un azzardo pericoloso.

Con il rischio di un’accelerazione della spirale negativa che stava penalizzando il titolo da alcuni mesi.

Non dimentichiamo infatti, che il mercato in precedenza aveva bocciato la Governance delle banche popolari considerando le Spa molto più trasparenti e leggibili.

Gli aspetti positivi del deal

Il deal in sintesi, benchè sia per alcuni versi una specie di compromesso, presenta diversi aspetti positivi per la maggiore parte degli stakeholders.

• Per gli azionisti il vantaggio è indubbio. Il titolo stava consolidando pericolosamente verso i 3 euro. Un azionista del livello di Generali entra ad un prezzo sensibilmente superiore, generando un effetto ampiamente controdiluitivo rispetto al prezzo precedente all’annuncio.• Per azionisti e dipendenti, le possibili sinergie con Generali oltre a rafforzare patrimonialmente il gruppo, possono aumentare le prospettive di crescita futura.• Per gli obbligazionisti, le banche ed i fornitori, l’operazione di ricapitalizzazione aumenta la solidità patrimoniale e quindi le prospettive del credito.• Per il regolatore, si raggiunge rapidamente l’obiettivo di mettere in sicurezza Cattolica, e soprattutto si evita un’operazione di aumento di capitale che sarebbe stata complicata e probabilmente onerosa per molti stakeholders.• Infine Generali che è vero che paga un sensibile premio, ma è anche vero che il prezzo è comunque inferiore alla media a 18 o 24 mesi del titolo. Inoltre potrà levereggiare la sua offerta di prodotti negli ambiti industriali sopra descritti.

Concludendo, l’operazione dovrà essere deliberata dall’assemblea, ma riteniamo che abbia ben oltre il 50% di probabilità.

Gli azionisti e soprattutto gli obbligazionisti, dovrebbero a nostro avviso valutare positivamente il rafforzamento patrimoniale del gruppo assicurativo.

Per gli obbligazionisti il vantaggio dovrebbe essere immediato. Per gli azionisti prevediamo una fase di consolidamento in attesa dell’approvazione da parte dell’assemblea e dell’aumento di capitale.

Successivamente, l’impatto dell’operazione dovrebbe essere complessivamente positivo.