Dl Semplificazioni: appalti tra velocità e legalità

Conte: “Alziamo il limite di velocità, l’Italia deve correre ma al contempo alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio a appetiti criminali che alterano la concorrenza e fanno guadagni indebiti».Ma l’Anac mette in guardia.

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Il premier Conte martedì 7 luglio ha annunciato l’approvazione del Dl Semplificazioni, salvo intese, sostenendo nella conferenza stampa

«Oggi il rapporto tra i cittadini e la Pa è un percorso a ostacoli. Con questo decreto offriamo un percorso a scorrimento veloce per tutte queste opere. Offriamo un rapporto leggero a portata di click fra le persone e lo Stato. Alziamo il limite di velocità, l’Italia deve correre ma al contempo alziamo anche gli autovelox: non vogliamo offrire spazio a appetiti criminali che alterano la concorrenza e fanno guadagni indebiti».

In merito al capitolo opere ed appalti pubblici, regolati dal Codice Appalti, il premier ha anche detto, sempre in conferenza stampa che

“In Consiglio dei ministri abbiamo approvato l’elenco di 130 opere strategiche, per un Italia veloce, individuate specificamente dal Mit, a queste aggiungiamo quelle per Cortina e quelle di competenza di altri ministeri, sanità, carceri, polizia». Il piano, ha aggiunto la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, intervenuta anche lei alla conferenza stampa, «prevede risorse per 200 miliardi".

Quali opere sono previste nel Dl Semplificazioni

Tra le opere strategiche ci sono la Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Catania-Messina, la Pescara-Roma, la Pescara-Bari, la Venezia-Trieste, la Gronda, la Ionica, l'ampliamento della Salaria, la Pontina.

Nel piano sono inclusi anche alcuni programmi definiti sempre prioritari, che in sostanza sono cinque: la valorizzazione del patrimonio stradale esistente (fra cui manutenzione ponti e viadotti statali e provinciali; es. ponti sul Po); il potenziamento tecnologico della A2 e la digitalizzazione (fra cui programma smart road): ripristino e messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico (le strade colpite dal sisma Italia centrale); il decongestionamento e la fluidificazione di tratte autostradali (la quarta corsia A1 tra Milano sud e Lodi; la terza corsia A13 fra Monselice e Padova sud e fra Bologna e Ferrara sud; la quarta corsia A14 tra il nuovo svincolo di Ponte Rizzoli e la diramazione per Ravenna; la terza corsia dinamica dell’A12 fra Cerveteri e Torrimpietra); il decongestionamento delle aree metropolitane (fra cui i potenziamenti della tangenziale di Bari, del nodo di Firenze, del sistema autostradale e della tangenziale nel nodo di Bologna).

Sul piano della rete ferroviaria,tra le opere prioritarie figurano la nuova linea Torino-Lione (tunnel di base ed adeguamento linea storica), connessioni con i valichi svizzeri (potenziamento Gallarate-Rho, raddoppio Vignale-Oleggio-Arona, potenziamento asse del Sempione), la velocizzazione Torino/Milano-Genova ( quadruplicamento Milano-Pavia, AVR Milano-Tortona-Genova, AVR Torino-Alessandria-Genova), Nodo di Genova e Terzo Valico dei Giovi, linea Brescia Verona Padova, potenziamento Venezia-Trieste, upgrading infrastrutturale e tecnologico Trieste-Divaca, raddoppio Udine-Cervignano Tratta di valico del Brennero: galleria e lotto 1 (Fortezza-P.te Gardena), velocizzazione Bologna-Lecce; raddoppio Termoli-Lesina Raddoppio e velocizzazione Cancello-Frasso- Telesino-Vitulano-Apice ed Orsara-Bovino-Cervaro; nuova tratta di valico Apice-Orsara; integrazione linea Cancello-Napoli con AV/AC Upgrading tecnologico ed infrastrutturale itinerario Napoli-Bari-Lecce/Taranto Upgrading infrastrutturale e tecnologico; variante Agropoli Raddoppio e velocizzazione Messina-Catania-Siracusa; nuovo collegamento Palermo-Catania-Messina; Pontremolese.

Programmi anche per i porti con la manutenzione del patrimonio pubblico demaniale.

Il valore degli investimenti previsti per le opere strategiche

Il piano di investimenti delle opere strategiche vale 200 miliardi di euro, di cui 131 già disponibile, che punta ad accelerare il processo di infrastrutturazione del Paese per "un'Italia iperconnessa".

Nel dettaglio strade e autostrade hanno un costo di 54,3 miliardi e risorse assegnate di 45,1 miliardi, e un fabbisogno di 9,2 miliardi; le ferrovie con i nodi urbani, rispettivamente, 113,4 miliardi, 60 e 53,4; il trasporto rapido di massa nelle città metropolitane 20,8 miliardi, 19 e 1,8 miliardi; porti con 5,1 miliardi, 4,1 e 1 miliardo; aeroporti 3,1 miliardo di costi con 3,1 miliardi di risorse assegnate.

La potenza economica-finanziaria di questo piano di investimenti, pone tanti interrogativi. In che modo sarà assicurata una procedura di assegnazione trasparente? Come e chi vigilerà sulle commesse per evitare che la criminalità si infiltri nelle varie fasi? In che modo si verificherà che le somme complessivamente spese siano in linea con gli stanziamenti e non vi siano “rivoli” per alimentare la corruzione?

La posizione di Conte sulle nuove modalità degli appalti pubblici

Nel Dl si legge che i lavori e cantieri saranno più veloci: niente gara d’appalto sotto i 150 mila euro, i lavori saranno affidati direttamente alle ditte. Inoltre non ci saranno bandi per lavori fino a 5 milioni di euro, o in caso di urgenze derivanti dall’emergenza Covid. Questo fino al 31 luglio 2021.

Conte ha dichiarato:

«Diamo poteri regolatori a tutte le stazioni appaltanti: non serve necessariamente un commissario per procedere velocemente ma prevediamo che in casi complessi sia possibile nominare commissari sulla scia di Expo e del Ponte Genova».

Il capo del governo ha messo in evidenza che l'intenzione del governo è quella di «mettere ordine».

«Commissariamo 9 dighe sarde per dare l'acqua ai sardi», ha detto i capo dell’esecutivo. «Abbiamo già predisposto un elenco condiviso nella seduta notturna del Consiglio dei ministri» di opere da commissariare «che soprattutto fa riferimento alle competenze del Mit ma sarà integrato da altri ministeri - ha aggiunto De Micheli -, penso al dissesto idrogeologico o all’edilizia carceraria: e abbiamo anche approvato un elenco di 12 opere del ministero degli interni per la sicurezza, ovvero un intervento su caserme che soprattutto nelle zone del centro sud andranno a rappresentare presidi di sicurezza importanti e strategiche».

Nel “mettere ordine” si legge nel Dl che anche i funzionari pubblici non devono avere paura e devono assumersi la responsabilità di sbloccare i cantieri, prevedendo la riforma dell’abuso di ufficio. Ricordiamo che l’art. 323 del codice penale definisce abuso d’ufficio 

Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità.

La maggior velocità e semplicità nelle procedure di appalto, l’interconnessione, il mettere ordine richiederanno uno sforzo collettivo nel disegnare, implementare, applicare e monitorare i cosidetti “paletti della legalità” che saranno più forti:

- protocolli di legalità previsti contro gli appetiti criminali;

- procedure urgenti per il rilascio della certificazione antimafia attraverso la sola consultazione delle banche dati.

L’impianto complessivo sembra essere bilanciato, ma la storia italiana nel mondo degli appalti pubblici, anche recente, mostra che oltre a trovare un nuovo equilibrio tra necessità di crescita, sviluppo ed innovazione e legalità, è obbligatorio un cambio culturale, che probabilmente richiederà anche una revisione delle modalità di intervento di ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), nata nel 2014 proprio con lo scopo di prevenire fenomeni corruttivi. 

Chi è ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione)

Si legge sulla pagina di chi è ANAC che la sua missione è la prevenzione della corruzione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, nelle società partecipate e controllate anche mediante l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché mediante l’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi, evitando nel contempo di aggravare i procedimenti con ricadute negative sui cittadini e sulle imprese, orientando i comportamenti e le attività degli impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione, nonché mediante attività conoscitiva. 

Ma qual è la posizione di ANAC?

Il presidente dell’ANAC, Francesco Merloni, nel suo intervento alla Camera dei Deputati il 2 luglio 2020 aveva espresso:

“Per superare la crisi, sembrano riaffacciarsi in questi giorni ipotesi rischiose come quelle di un largo utilizzo dei "super-commissari", del "modello Genova" per alcuni appalti sopra soglia, con amplissime deroghe (ad accezione delle norme penali e di quelle antimafia), e l’affidamento diretto fino a 150.000 euro senza alcuna consultazione degli operatori economici. Ben vengano tutte le semplificazioni necessarie, ma non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio; al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione, i rup e le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa.  Dopo il provvedimento del 2019, vi è ora il rischio di uno sblocca cantieri-bis, con le stesse problematiche.

Nonostante i dati incoraggianti, infatti, lo scorso anno il legislatore ha nuovamente modificato il Codice degli appalti: prima, con la legge di bilancio a fine 2018 e, dopo, con il corposo decreto legge 32 del 2019 (c.d. “sblocca cantieri”), mediante interventi significativi, ad esempio, allargando le maglie degli affidamenti diretti. Ma siamo proprio sicuri che queste norme abbiano davvero sbloccato i cantieri?”

Le perplessità che l’Autorità aveva su quel decreto trovano una conferma nei dati. A fronte di una crescita del mercato del 23%, quella degli appalti sotto soglia, oggetto delle semplificazioni normative, è stata di poco oltre il 10%. Dunque, secondo l’ANAC non si è avuto nessun beneficio concreto: i cantieri più piccoli non avevano alcuna necessità di sblocco, perché già ci sono gli strumenti per avviare e chiudere velocemente le gare.

Anche l’Ance lancia il suo allarme sugli appalti pubblici

Italia Veloce: 113 miliardi per ferrovie, 54 per strade e autostrade.

Il costo delle opere inserite nel piano “Italia veloce” messo a punto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e presentato con il dl semplificazioni ammonta a circa 200 miliardi, di cui poco più di 131 miliardi già disponibili e oltre 65 di fabbisogno. Dei quasi 200 miliardi di investimenti, circa 113 miliardi - si evince dalle slide del ministero - sono destinati alle ferrovie con nodi urbani, 54 a strade e autostrade, quasi 21 al trasporto rapido di massa delle città metropolitane, 5,1 miliardi ai porti e 3,1 miliardi agli aeroporti.

Durante il convegno “Il coraggio di semplificare” l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ha lanciato un allarme: per realizzare un'opera pubblica sopra i 100 milioni di euro in Italia ci vogliono sedici anni. Per le più semplici opere di manutenzione servono quattro o cinque anni.

I problemi cominciano a monte della gara. Per alcuni contratti di programma, alcune società concessionarie come Anas e Rfi (società del Gruppo Ferrovie dello Stato) richiedono 11 passaggi autorizzativi. Inoltre sono ancora bloccati da due anni e mezzo 30 miliardi di investimenti. Quasi il 70% delle cause di blocco delle opere si concentra nella fase che precede la gara, e meno del 2% è relativo al contenzioso delle imprese. C'è poi una montagna di carta da produrre per un permesso. Per un permesso di costruire si può arrivare ad allegare più di 30 documenti (tra dichiarazioni, autocertificazioni, documentazione tecnica etc) in conseguenza dell`elevato numero di obblighi imposti dalla normativa statale, regionale e comunale. Molte delle dichiarazioni/informazioni richieste comportano l`espletamento di attività che si traducono in subprocedimenti che incidono sui tempi di realizzazione di un`opera.

Dunque sembra che il Dl semplificazioni, vada nella direzione auspicata da Ance. Ciò consentirebbe di far riprendere un settore fortemente impattato dalla crisi economica derivata dalla crisi sanitaria del Covid-19. Ma nello stesso tempo senza i paletti della legalità, il rischio è di facilitare fenomeni di corruzione e dunque di distorsione del mercato economico e della concorrenza.