Novità in arrivo sul congedo maternità. Una svolta epocale!

Importanti novità in arrivo per la maternità. Questa volta però ad essere interessate sono delle mamme particolari. Le giocatrici di calcio che militano in una squadra iscritta alla Federazione calcio. Per la prima volta nella storia le donne che sono delle calciatrici professioniste potranno fare anche da mamma e godere del congedo di maternità.

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Importanti novità in arrivo per la maternità. Questa volta però ad essere interessate sono delle mamme particolari. Le giocatrici di calcio che militano in una squadra iscritta alla Federazione calcio. Per la prima volta nella storia le donne che sono delle calciatrici professioniste potranno fare anche da mamma e godere del congedo di maternità. Non solo dal 2021 le mamme calciatrici potranno beneficiare del congedo di almeno quattordici settimane, ma anche una tutela nel caso in cui la squadra rescinde il contratto.

Congedo di maternità: le regole di base

Il congedo di maternità è una tutela per la maternità e paternità introdotto nel 2001. Il congedo di maternità è un periodo di astensione obbligatoria per la mamma (anche in caso di affidamento o adozione del figlio) per un periodo di 5 mesi, utilizzabili durante il periodo di gravidanza che di puerperio. 

Le mamme che possono beneficiare di questi cinque mesi sono:

  • lavoratrici dipendenti che hanno una posizione assicurativa presso l'Inps. La mamma lavoratrice deve avere un rapporto di lavoro attivo alla data di inizio dl congedo;
  • le lavoratrici assicurate ex IPSEMA (apprendiste, operaie, impiegate, dirigenti);
  • alle disoccupate o lavoratrici sospese a condizione che il congedo sia iniziato entro 60 giorni dall’ultimo giorno di lavoro  oppure in presenza di indennità di disoccupazione, mobilità o CIG anche dopo il termine dei 60 giorni;
  • le neomamme lavoratrici agricole a tempo indeterminato; in caso di tempo determinato devono valere almeno 51 giornate di lavoro bracciante compravato dall’iscrizione negli elenchi nominativi annuali;
  • per le lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti) il requisito è di avere maturato nell'anno precedente la richiesta di congedo almeno 26 settimane di contributi. Nei due anni precedenti l'inizio del congedo, il numero delle settimane di contribuzione sale a 52.

Dal 2021 si aggiungerà a questa lista anche la donna calciatrice professionista.

Cosa spetta durante il congedo di maternità: ordinaria

Il periodo del congedo di maternità, è di 5 mesi. Questi possono essere fruiti in due momenti:

  • 2 mesi prima della data presunta del parto
  • 3 mesi dopo il parto con una certa flessibilità nel caso di nascita prematura o successiva (potendo recuperare i giorni non goduti nel primo caso oppure aggiungendo i giorni effettivi intercorrenti tra data presunta e data effettiva)

I cinque mesi valgono anche per le mamme che adottanto un bambino o entra in famiglia con l'affidamento. In questo caso i cinque mesi decorrono dalla data di ingresso del figlio in famiglia.

La mamma in congedo percepisce un'indennità per l'intero periodo pari all'80% della sua ultima retribuzione, ossia di quella basa percepita nell'ultimo mese prima dell'inizio del congedo di maternità. Il pagamento è a carico del datore di lavoro. Inoltre vige il divieto di licenziamento.

Congedo di maternità per mamme calciatrici

Dal 1 gennaio 2021 alle calciatrici che svolgono questa attività in modo professionale sarà riconosciuto il congedo di maternità. Diversamente da quello "ordinario", per le calciatrici cambiano sia il trattamento che la durata.

Per quanto riguarda la durata, non si parla più di mesi ma di settimane. Complessivamente alla mamma che gioca in una squadra professionsita di calcio e che decide di avere un figlio, dal 2021 potrà contare su quattordici settimane di congedo. Di queste almeno otto devono essere dopo il parto. Dunque un periodo inferiore rispetto al congedo delle mamme NON calciatrici. Ma una vittoria per una categoria di donne che fino alla fine dell'anno sono obbligate a scegliere se essere mamma o calciatrice.

Vogliamo vedere più donne giocare a calcio e allo stesso tempo avere una famiglia, ha detto Sarai Bareman, responsabile del calcio femminile per la Fifa. In totale in Europa saranno 211 le società sportive che saranno regolate da questa novità.

Al termine del congedo di maternità, i club di calcio dovranno anche consentire alle loro giocatrici diventate di mamme di poter allattare il loro figli.

Per questo secondo Emilio Garcia direttore legale della Fifa,  i club dovranno reintegrare le giocatrici e fornire loro un adeguato supporto medico e fisico, oltre che poter “allattare il suo bambino e/o estrarre il latte in locali idonei”, messi a disposizione dal datore di lavoro.

Quanto spetta per il congedo maternità per calciatrici

Anche per le mamme calciatrici è riconosciuto un emolumento, che ancora una volta però in termini di quota è più basso di quello delle mamme lavoratrici. Questo con molta proabilità è legato alle tipologie di contratto delle calciatrici ed anche al loro stipendio. La misura che è stata accordata dalla Federazione è un'indennità pari ad almeno due terzi dei compensi percepiti fino alla data di inizio del congedo. Ci sarà da verificare se tale compenso, sarà decurtato di eventuali bonus o altre voci di premialità, oppure il compenso sarà considerato nella sua globalità.

L'altra importante novità a tutela della mamma giocatrice è quella di non poter essere "licenziata" dalla sua squadra. In altri termini per tutto il periodo di maternità, dunque dal momento in cui è medicamente accertata la gravidanza, fino al termine del secondo mese di congedo, la squadra garantirà la conservazione del tesseramento. Tuttavia, se la società sportiva decidesse di rescindere dal contratto, dovrà motivarlo e sopratutto dovrà riconoscere alla mamma calciatrice un risarcimento di 6 mesi. Resta da chiarire se comunque prima dell'inizio del congedo di maternità, la mamma calciatrice in obiettiva impossibilità a giocare possa avere delle tutele, oppure no.

Il mercato del calcio femminile: impatto sul congedo

L'indennità riconosciuta alla mamma calciatrice sarà legato al suo compenso, nella misura del 66%. In questi mesi di pazzia del calcio, con sospensioni e ripartenze, test Covid all'inizio di ogni partita, il mondo del calcio femminile, che come protocolli antiCovid si è adegauto al professionismo maschile, è stato fortemente impattato. Infatti secondo un sondaggio di FIFPro (federazione internazionale dei calciatori professionisti) da luglio a oggi i compensi delle calciatrici sono stati ridotti o sospesi, portando a volte anche alla perdita del tesseramento. Su 62 paesi in cui è presente il calcio femminile professionsita, in circa la metà di essi le calciatrici sono state colpite da tagli degli stipendi. In 24 paesi invece non vi è stato alcun supporto sanitario. La riduzione del compenso potrebbe avere un impatto sulla minore indennità riconosciuta dal 2021 per il congedo di maternità

Con grande sforzo della FIFPro, dal 2022 le giocatrici potranno finalmente avere riconosciuto lo status di calciatrici professioniste e con molta proababilità godranno degli stessi diritti e benefici dei loro pari uomini.

Congedo di paternità: cosa accade nello sport?

Il papà, in generale, a determinate condizioni può godere dello stesso periodo di maternità (cinque mesi). Le circostanze sono però specifiche:

  • morte o grave infermità della madre. 
  • abbandono del figlio da parte della madre
  • affidamento esclusivo del figlio al padre
  • rinuncia totale o parziale della madre lavoratrice al congedo di maternità alla stessa spettante in caso di adozione o affidamento di minori.

A livello sportivo, al momento non sembrano esserci per i calciatori professionisti adeguate tutele in caso di nascita di un figlio ed il verificarsi delle condizioni sopra riportate.

Congedo papà: novità 2020

Oltre al congedo di paternità, che può essere fruito appunto dal papà ma in determinate circostanze, la legge riconosce al neo-papà cinque giorni (dai precedenti 2 del 2016, innalziati a 4 nel 2018) di astensione dal lavoro da richiedere entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, o dall'entrata in famiglia di un figlio adottatto o in affido. Questo congedo è di natura obbligatoria. Esso spetta ai padri lavoratori dipendenti, che vedranno riconoscersi il 100% della loro retribuzione.

Ma per tutti gli eventi di nascita, affidamento o adozione avvenuti nel 2020, dunque fino al 31 dicembre, al papà è riconosciuto una periodo di astensione obbligatoria di 7 giorni fruibili anche non consecutivamente. L'astensione dal lavoro del papà è indipendente dal congedo di maternità. Quindi nei cinque mesi del congedo per le mamme o le 14 settimane per le calciatrici, il papà lavoratore dipendente può richiedere sette giorni di congedo papà. A questi giorni, può anche chiedere un giorno di congedo facoltativo che però andrà a ridurre di un giorno quello della mamma.