Stop al congedo parentale? Il governo ci sta pensando

Mentre il ministro della Famiglia Bonetti propone di prorogarlo per altri 15 giorni, il ministro della PA Dadone lancia l'idea di fermare definitivamente il provvedimento del congedo parentale. "Lo smart working potrebbe permetterci di risparmiare risorse da destinare a misure alternative". Intanto c'è anche l'idea di togliere i buoni pasto ai dipendenti statali che lavorano da casa. Salvini: "Siamo in guerra, ma il governo non lo capisce"

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Verso la revisione, o anche l'eliminazione del congedo parentale. Con il ritorno, o meglio, il riavvicinamento alla normalità attraverso l’avvio della fase due, il governo potrebbe ridiscutere i dettagli dell’applicazione del lavoro da casa dei lavoratori statali. Tradotto: lo smart working approvato come regime, e ove possibile, per i dipendenti della pubblica amministrazione potrebbe cambiare alcune cose. Una di queste potrebbe essere proprio il congedo parentale. Retribuito al cinquanta per cento, è uno dei provvedimenti approvati dall'esecutivo per fronteggiare l’emergenza coronavirus e permettere ai genitori di non perdere l’intera giornata lavorativa per prendersi cura dei figli, a causa delle scuole chiuse (almeno) fino a settembre. L’idea parte da Fabiana Dadone, ministro della Pubblica Amminsitrazione durante un intervento alla Camera, subito criticato da Matteo Salvini e dalla Lega, non tanto per la questione del congedo parentale, quanto per l'idea di eliminare i buoni pasto ai dipendenti statali.

Congedo parentale superfluo con lo smart working 

Andiamo con ordine. In audizione alla Comissione Affari Costituzionali in Parlamento, parlando di smart working, la ministra Dadone ha detto: “Verranno approfonditi non solo argomenti come il diritto alla disconnessione, ma anche altre questioni che prima potevano avere un senso”. Una delle quali è proprio quello del congedo parentale. Un provvedimento per il quale potrebbe essere utile una revisione.

Con i genitori in smart working, le risorse pubbliche risparmiate da un'eventuale cancellazione del congedo parentale, verrebbero reinvestite dal governo: "Cercheremo di mettere allo studio un altro tipo di aiuto, o magari affidarci a nuovi bonus" ha continuato Fabiana Dadone.

Che ha poi concluso: “L'obbiettivo è individuare una strategia che continui a garantire a chi rientra nel percorso lavorativo di avere un aiuto per badare ai figli”.

Congedo parentale, ipotesi rinnovo di altri 15 giorni

L’annuncio del ministro è arrivato più o meno ventiquattr'ore dopo la richiesta di Elena Bonetti, ministro della Famiglia, di estendere per almeno altri quindici giorni il congedo parentale, a prescindere dalla riapertura delle aule, attraverso un’intervista su Sky Tg 24. Attualmente, la misura contenuta nel Decreto Cura Italia è valida fino al 3 maggio.

Ma ci sarebbe l'intenzione di avanzare la richiesta di riapertura delle scuole 0-6 anni per l’estate, con un investimento di almeno trentacinque milioni di euro a supporto di una rete sostenibile e organizzata.

Attualmente il congedo parentale prevede il pagamento del 50% dello stipendio e il versamento dei contributi figurativi a uno dei due genitori, oppure da entrambi, ma non negli stessi giorni e sempre nel limite complessivo di quindici giorni per nucleo familiare. A condizione che non vi sia un altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito.

Stop al congedo parentale. E anche ai buoni pasto nella PA

Ma non c'è soltanto la questione del congedo parentale. Esiste un altro provvedimento ipotizzato dal ministro Dadone, ed è quello della cancellazione dei buoni pasto per i dipendenti della pubblica amministrazione: “Abbiamo avviato un tavolo con i sindacati per discutere i dettagli dell’applicazione dello smart working dei lavoratori statali per la fase 2. 

E penso che il buono pasto, ad esempio, possa avere un senso solo nell’ottica della presenza fisica nel lavoro. Ma con lo smart working a regime, diventa più difficile concepirlo. Le due cose non si connettono più di tanto”.

Come per il congedo parentale, anche in questo caso si tratta solo di un'idea, almeno per il momento. Ma che potrebbe essere presa in considerazione dal governo, che, va ricordato, resta sempre molto attivo nel tentativo di reperire risorse immediate in grado di sostenere la ripresa. Un proposta che però ha generato non poche polemiche.

Salvini: "Siamo in guerra, la gente ha fame e tolgono i buoni pasto"

"Invece di aiutare i lavoratori, che aspettano da settimane la cassa integrazione promessa, il governo pensa di togliere anche i buoni pasto. Ma hanno capito che siamo in guerra e i lavoratori hanno fame e famiglia o no?". E’ intervenuto così il segretario della Lega ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sull’idea di revisione dei buoni pasto concessi ai dipendenti statali in modalità smart working. A stretto giro, è arrivata la replica della ministra: «Capisco la noia di stare a casa e la depressione da calo dei consensi, ma cosa c’entrano i dipendenti pubblici con la cassa integrazione? E dov’era Salvini quando il centrodestra al governo massacrava il pubblico impiego? Se vuole aiutare, doni parte del suo stipendio". 

Buoni pasto? Addio ristorante, gli italiani li usano per fare la spesa

C’è da dire che il concetto del buono pasto è ormai andato ben oltre quello dell’utilizzo esclusivo durante la pausa pranzo al lavoro. Secondo un recente sondaggio infatti, gli italiani preferiscono usarli al supermercato in sostituzione del contante e non al bar o al ristorante. La ricerca è stata effettuata da Repas Lunch Coupon, società italiana che da oltre trent’anni fornisce buoni pasto alle aziende. Ebbene: il 63% degli italiani intervistati durante l'indagine ha rivelato di utilizzarli per fare la spesa. Non solo. Il sondaggio ha messo in luce un altro aspetto importante della quotidianità del lavoro che si svolge in Italia.

E cioè: la famosa pausa pranzo dura ormai molto poco: addirittura il 75% degli intervistati ha dichiarato di avere a disposizione meno di un’ora a disposizione per consumare il proprio pasto. E quindi preferisce portarsi il pranzo da casa.