Congedo parentale: ecco di cosa si tratta e a chi è rivolto!

Il congedo parentale è un diritto rilevante per i genitori lavoratori. Nonostante la troppa differenza tra padri e madri,

La situazione pandemica in cui versiamo da ormai due anni ha prodotto non poche conseguenze. Fra le tante, vi è sicuramente un ripensamento e riadattamento della situazione scolastica prima e di quella lavorativa dopo.

Sono in molti, infatti, i bambini e i ragazzi che hanno dovuto stravolgere la propria educazione. Dal primo lockdown è iniziata a farsi avanti una scolastica diversa, a distanza e digitale: la Dad.

L’aumento dei contagi, invero, ha fatto in modo che spesso questa modalità di elargire le lezioni venisse, e venga, riproposta in più occasioni. Basta anche un semplice contatto con un positivo per essere considerato a rischio e per finire, di conseguenza, in quarantena preventiva.

Proprio per questo motivo, moltissimi minori hanno passato, e continuano a passare, molti giorni nelle loro abitazioni mantenendo la continuità degli studi grazie alla Didattica a distanza

Ciò, però, implica che anche i loro genitori debbano rimanere a casa con loro, specie nelle fasce di età più sensibili. Ecco, allora, la necessità del congedo parentale per poter ovviare a questo tipo di problematiche. Ma che cos’è di preciso il congedo parentale?

Questo è quanto viene riportato sul sito dell’INPS che si occupa di definirne i criteri ed elargirlo nelle misure più consone. Alcune specifiche, inoltre, vengono fornite dal Dipartimento per le politiche della famiglia.

Un argomento che merita di essere approfondito anche alla luce della situazione attuale che ci ritroviamo a vivere.

Che cos’è il congedo parentale

La domanda, dunque, sorge spontanea: che cos’è il congedo parentale? Esso è un diritto rivolto ai lavoratori dipendenti. Questi ultimi, infatti, fino ai 12 di età della loro prole, hanno la possibilità di usufruire fino a dieci mesi di una pausa lavorativa. Questo periodo deve essere diviso tra entrambi i genitori.

Questo è quanto si afferma all’interno della Treccani. È infatti risaputo come nel nostro Paese sia ancora la triste realtà che a occuparsi della prole sia quasi ed esclusivamente la madre. Il padre, troppo spesso, non ritiene proprio compito accudire i bambini nei primi mesi di vita.

Vi è, comunque, anche il congedo parentale straordinario, che verrà approfondito in maniera dettagliata più avanti in questo pezzo, ma di cui si possono vedere le nozioni più importanti nel video di SnadirTV

La visione patriarcale, comunque, porta troppo spesso le donne ad abbandonare il lavoro dopo la nascita dei figli perché sovraccaricate di compiti. Quello che si spera, dunque, è che anche nel nostro Paese la divisione dei doveri diventi finalmente condivisa e paritaria, sia nella cura dei più piccoli che nella cura degli ambienti familiari.

Proprio in vista di ciò, al padre è data una particolare opportunità. Egli, infatti, può utilizzare un ulteriore congedo arrivando fino a sette mesi qualora dovesse adoperare una licenza, completa o spezzettata, che arrivi almeno a tre mesi. In tal modo si vuole incrementare il ruolo paterno nella cura della prole.

In ogni caso, entrambi i genitori hanno la possibilità di ricevere un’indennità equivalente al 30% del loro stipendio per un periodo che può arrivare fino a sei mesi.

A chi è rivolto il congedo parentale

Come si è potuto vedere, dunque, il congedo parentale è un diritto che spetta a entrambi i genitori, sia alle madri che ai padri. Un elemento spesso importantissimo per la collaborazione familiare che permette a tutti e due i genitori di fare il proprio dovere all’interno delle mura domestiche.

Il congedo parentale, in ogni caso, è rivolto ad alcune categorie ben specifiche. Tra di esse rientrano sicuramente le lavoratrici autonome che abbiano versato i contributi che riguardano il mese immediatamente precedente alla data d’inizio di tale astensione lavorativa.

Ne ha parlato con una certa solerzia il sito La legge per tutti in un proprio articolo, di cui si riporta uno stralcio qui di seguito:

Il congedo parentale, dunque, è rivolto a varie forme di lavoratori. Proprio per questo motivo, sono esclusi da questa forma di risarcimento tutti i genitori che risultano disoccupati, i lavoratori a domicilio e anche coloro che svolgono lavori domestici

In definitiva, avere un’occupazione lavorativa al di fuori della propria abitazione risulta essere uno dei requisiti essenziali dal quale non si può affatto prescindere.

Esiste, inoltre, il congedo straordinario. Esso è un periodo retribuito di assenza lavorativa ed è destinato a tutti quei lavoratori dipendenti che accudiscono un congiunto con una greve forma di disabilità. Tale diritto poggia le propria fondamenta sull’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Questo tipo di congedo parentale può essere adoperato non solo per accudire i propri figli, ma anche i genitori che abbiano una qualche forma di disabilità. Lo stato grave di tale disabilità deve essere accertato e tale compito spetta alla Commissione ASL al cui interno è presente anche un medico dell’INPS.

Più avanti, si analizzerà il congedo parentale calato nel contesto pandemico odierno per dare tutte le informazioni opportune del caso.

Tempi di valutazione del congedo parentale

Per poter usufruire del congedo parentale vi sono alcune regole da rispettare. Tra di esse vi è sicuramente quella riguardante il tempo di valutazione di tale diritto. Sono in molti, infatti, coloro che si chiedono quanto tempo prima debba essere inoltrata la richiesta per poterne usufruire in tutta tranquillità.

Colui o colei che voglia ottenere il congedo parentale dovrà richiederlo al proprio datore di lavoro. Vi sono alcune tipi di differenze a seconda della quantità di tempo richiesta.

Se la domanda riguarda la possibilità di ottenere dei giorni di permesso, allora essa dovrà essere presentata almeno cinque giorni prima. Se quest’ultima, invece, dovesse riguardare una richiesta di alcune ore, dovrà essere esposta almeno due giorni prima

Ma quali documenti sono necessari per la realizzazione di tutto ciò? Il certificato di nascita, o la sua dichiarazione sostitutiva, che possa confermare la genitorialità del richiedente, la dichiarazione non autenticata di responsabilità appartenente all’altro genitore e l’impegno da parte di entrambi gli adulti in questione a comunicare eventuali mutamenti sono alcune di esse.

Congedo parentale Covid-19

Naturalmente, la situazione pandemica ha creato le condizioni per dover richiedere un congedo parentale appositamente pensato per il Covid-19. Proprio in vista di ciò, infatti, è stato istituito il Congedo parentale SARS CoV-2.

Quest’ultimo è stato introdotto tramite il decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146.  Esso è rivolto ai genitori lavoratori dipendenti, ma anche dai dipendenti iscritti in via esclusiva alla Gestione separata che devono occuparsi della propria prole. 

Una novità importante che in molti stavano attendendo dato che, in ogni caso, negli ultimi periodi c’è stato purtroppo un aumento dei contagi.

Ma come si può ottenere questo tipo di congedo parentale? Attraverso la domanda online presente sul portale web dell’INPS, presso gli istituti di Patronato e, infine, il Contact Center appartenente all’INPS

Congedo paternità

Un argomento molto importante è sicuramente quello che riguarda il congedo paternità. Come si è già detto in precedenza, in Italia, purtroppo, la cura della prole viene vista come un qualcosa di prettamente femminile che esclude il ruolo paterno.

L’articolo 4, comma 24, lettera a), della legge 28 giugno 2012, n. 92 ha creato il congedo obbligatorio e il congedo facoltativo. Esso può essere un’alternativa più che valida a quello materno e deve essere consumato necessariamente entro il quinto mese di vita del bambino.

Il congedo obbligatorio per i padri, poi, è stato riconfermato dall’’articolo 1, comma 354, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017). Esso prevede l’utilizzo di tale permesso per tutti i padri lavoratori dipendenti sia per i figli naturali che per le adozioni e gli affidi.

Infine, nel 2021, i giorni di congedo obbligatori sono diventati dieci, superando i quattro della precedente misura. Il congedo facoltativo di un giorno, invece, può essere adoperato in sostituzione di quello della madre.

Tutti elementi che stanno portando a passi avanti nella cura della prole, ma che denotano ancora l’attaccamento a una visione patriarcale in cui i padri hanno un ruolo marginale nella crescita dei propri figli.

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