Conto corrente: regalo al figlio? Ecco come evitare le sanzioni

Quante volte si compiono le più spensierate ed ingenue operazioni con il nostro conto corrente, in assoluta buona fede. Non ci sono intenti illeciti, non si ha intenzione di evadere fisco. Ci si comporta come un buon genitore che dona dei soldi al proprio figlio, magari mentre sta acquistando la casa dei suoi sogni. Un gesto d'altruismo, un aiuto: però, ogni nostra singola azione passa al vaglio del fisco; che vede, osserva e giudica.

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Quante volte si compiono le più spensierate ed ingenue operazioni con il nostro conto corrente, in assoluta buona fede. Non ci sono intenti illeciti, non si ha intenzione di evadere fisco. Ci si comporta come un buon genitore che dona dei soldi al proprio figlio, magari mentre sta acquistando la casa dei suoi sogni. Un gesto d'altruismo, un aiuto: però, ogni nostra singola azione passa al vaglio del fisco; che vede, osserva e giudica. Come dobbiamo comportarci quando effettuiamo una donazione a nostro figlio o cosa dobbiamo fare nel caso in cui siamo il figlio che riceviamo questa donazione?

In questa sede non parliamo della paghetta settimanale che diamo a nostro figlio di 50 o 100 euro. Questi sono importi che generalmente vengono gestiti in contanti e che servono per le spese quotidiane. Non ci riferiamo nemmeno ai casi in cui il figlio vive in casa ed i genitori provvedono alle sue necessità economiche quotidiane. Qui stiamo parlando di trasferire grandi somme, quando è necessario spostare del denaro da un conto corrente all'altro e del quale ne rimane traccia sull'estratto conto della nostra banca. In questo caso è opportuno fare tutto nella maniera più corretta: se rispettiamo la legge il nostro gesto, la nostra donazione, non avrà un valore minore. Ma ci eviterà di incappare in alcuni guai nel futuro.

Conto corrente: a cosa è necessario stare attenti!

A quali operazioni è necessario stare attenti quando utilizziamo il nostro conto corrente? Anche quando i rapporti economici e finanziari coinvolgono membri della famiglia ci sono sempre delle norme da rispettare. A prescindere dei rapporti interni che sono, dalla fiducia reciproca, è facile incappare in errori che possono costare cari. Un genitore può donare dei soldi ad un figlio, può prestarglieli, può accollarsi il suo mutuo: sono tutte scelte personali, fattibili. Sicuramente non attaccabili dal punto di vista morale. Vige sempre la regola che una persona dei propri soldi ne può fare quello che vuole. Ma nel momento in cui effettua un bonifico od un pagamento dal proprio conto corrente è bene che lo faccia rispettando la legge. Onde evitare di pagare sanzioni, che si sarebbero potute evitare con qualche accorgimento.

Iniziamo a porci una domanda: una prassi molto comune è quella di prestare soldi a parenti od amici che siano in dififlcoltà. Il dubbio che potrebbe sorgere è se questa pratica sia legale, soprattutto quando stiamo movimentando ingenti quantità di denaro. Chiariamo subito questo dubbio: il prestito tra privati è consentito, purché non si tratti di un'attività stabile (in questo caso si diventerebbe un istituto di credito). Quindi è permesso il prestito tra privati, il cui nome tecnico è mutuo (sì come quello che si apre con la banca per l'acquisto della casa).

Conto corrente: devo chiedere gli interessi?

Non c'è alcun obbligo a prestare dei soldi e a chiedere degli interessi. L'importante è che, nella gestione della contabilità del nostro conto corrente, si separino nettamente i mutui fruttiferi - ossia quelli che producono interessi - da quelli infruttiferi, ossia concessi a titolo gratuito. Specifichiamo un po' meglio: nel primo caso chi concede un prestito, pretende oltre alla restituzione del denaro anche degli interessi; nel secondo caso questi ultimi non sono richiesti né pagati.

Optare per una soluzione o l'altra è una libera scelta tra le parti: il mutante ed il mutuatario posono accordarsi come meglio credono. L'unico limite che pone la legge è di non superare gli interessi usurai, nel caso in cui vengano praticati. Il valore, per capire quando un interesse diventa usuraio, è fissato da un decreto ministeriale (aggiornato periodicamente), che prende in considerazione la media degli interessi praticati dalle banche.

Altra domanda che può essere molto importante è la seguente: nel caso in cui si decidesse di prestare dei soldi ad un figlio, è necessario farlo per scritto? No, la legge non lo richiede, può essere effettuato anche oralmente. L'importante è che ci sia la consegna materiale del denaro, che ricordiamo per importi superiori ai 1.999, 99 euro (dal 2022 fino a 999,99) deve essere fatto tramite mezzi tracciabili: bonifico od assegno. Quindi gli importi dovrano necessariamente passare attraverso un conto corrente.

La forma scritta del contratto di mutuo (o prestito, per intenderci) potrà essere solo una garanzia per il mutuante, che in questo modo avrà la prova che il denaro è consegnato a titolo di mutuo. Il solo bonifico, benché ci sia una causale chiara, non sarebbe sufficiente. Secondo la Cassazione, infatti, è il creditore a dover dimostrare la natura del proprio credito e, quindi, l’esistenza di un contratto di mutuo. Diversamente, il beneficiario della somma potrebbe dire che si è trattato di una donazione. Specie se le parti hanno convenuto degli interessi, la forma scritta servirà a togliere ogni dubbio sull’ammontare degli stessi, in caso di contestazione.

Conto corrente e prestiti ai figli: i problemi fiscali!

Nel momento in cui vengano prestati dei soldi, tramite un bonifico, a nostro figlio, ci possono essere dei problemi fiscali? L'Agenzia delle Entrate, ricordiamolo, riesce ad accedere ad ogni conto corrente. Quindi ogni trasferimento di denaro da una persona all'altra deve essere giustificata: benché ci sia l'esonero della prova ogni volta che ci sia un trasfermineto di denaro, la contestazione che potrebbe arrivare è quella di una possibile renumerazione. L'Agenzia delle Entrate potrebbe pensare che il denaro arrivato sul conto corrente sia frutto di un lavoro effettuato in neso. L'importo ricevuto potrebbe quindi essere considerato come un reddito e tassato di conseguenza (ovviamente le tasse saranno richieste alla persona che ha ricevuto il denaro). Per uscire fuori da questo problema, l'unica soluzione è avere una prova scritta dell'esistenza del mutuo. In questo caso, quindi, la soluzione migliore è sottoscrivere un mutuo e farlo autenticare da un notaio o registrarlo all'Agenzia delle Entrate, in modo che ci sia una data certa e certificata.

La registrazione del documento metterebbe al riparo da eventuali controlli fiscali. Nel caso in cui il mutuo sia concesso ad un figlio, senza chiedergli indietro oltre la restituzione della somma anche gli interessi, potrebbe ritenere che il mutuante sita percependo degli interessi sul prestito. Che dovrebbero essere tassati.

Conto corrente e problemi ereditari!

Le donazioni effettuate dai genitori ai figli possono essere contestate, nel momento in cui si apre l'eredità. A maggior ragione se sono delle donazioni certificate da un bonifico ed un addebito sul conto corrente. Che lascia traccia del passaggio di denaro. Nel caso in cui il padre doni 10.000 euro ad un figlio e niente all'altro nemmeno con il testamento, quest’ultimo può agire contro il fratello per prendere una parte di ciò che è anche suo (ossia la quota di legittima).

Se dietro ad un prestito ci nasconde una discriminazione tra fratelli, è altamente sconsigliabile simulare un prestito, anche per iscritto. Si possono aprire dei contenziosi tra fratelli, alla morte dei genitori, che possono durare degli anni e portare a lunghe battaglie in tribunale.