La crisi economica d’autunno

Sono diversi gli economisti che prevedono una prossima crisi economica i cui primi effetti dovremmo vederli già all’inizio del prossimo autunno.

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Sono diversi gli economisti che prevedono una prossima crisi economica i cui primi effetti dovremmo vederli già all’inizio del prossimo autunno.

Certo le notizie che, proprio in questi giorni, arrivano da Pechino non sono affatto tranquillizzanti, ma la prevista futura crisi economica sarebbe tuttavia indipendente da una eventuale seconda ondata da parte del Corona Virus, ormai i prodromi  ossia le avvisaglie di questa prossima crisi ci sarebbero già tutte.

Naturalmente, e per fortuna, nessuno conosce il futuro, quindi tutte le previsioni portano con sé un’alea che non si possono togliere di dosso, ma nonostante ciò fare delle previsioni è il miglior modo di guardare al futuro.

Ed in questo caso, pare proprio che il pessimismo abbia anche le sue ragioni.

Non possiamo infatti pensare che ciò che è accaduto non porti conseguenze in ambito economico, ed oggi siamo in un momento molto particolare per cui potremmo più facilmente peccare di ottimismo.

Si sa infatti che gli umani tendono a privilegiare la memoria a breve. Quindi se vedono che negli ultimi giorni, nelle ultime settimane la situazione in genere sta migliorando, tendono a ritenere che questo periodo debba proseguire ed anzi ulteriormente potenziarsi.

Naturalmente la stessa cosa vale in maniera speculare quando invece le cose vanno male.

Insomma è possibile che ci si possa illudere che a breve si possa tornare alla normalità, tornerà tutto come prima e questo periodo di interruzione forzata del sistema economico-produttivo rimarrà solo un brutto ricordo come il virus.

Ebbene no! Non cadiamo in questa pur piacevole illusione!

I danni all’economia, così come quelli del virus, si manifestano con un certo ritardo rispetto al momento nel quale si rivelano. 

Insomma quando veniamo sovraccaricati da un peso, magari nell’immediato riusciamo anche a sopportarlo, ma col passare del tempo, quel peso diventa ancor più gravoso.

E non basta, perché dobbiamo anche tener presente un altro fatto estremamente importante, ed ossia che la situazione dei mesi precedenti il corona virus, insomma il secondo semestre dello scorso anno, per noi, per la nostra economia, era già risultato un semestre di recessione.

Ed allora, brutalmente parlando, possiamo dire che le ditte in difficoltà, non falliscono oggi, ma falliranno in autunno. Logicamente noi tutti ci auguriamo che si rivelino delle previsioni sbagliate, ma non si può dire che non siano dettate dalla logica.

Una conferma di queste previsioni … diciamo … pessimistiche, lo si ha dal comportamento delle banche, tutt’ora molto prudenti nell’erogare credito. 

Il Governo cerca di incolpare le banche per il flop delle misure prese dal nostro esecutivo per sostenere il credito all’economia, ma vedete cari ascoltatori, un conto sono le parole, un altro la realtà dei fatti. Dobbiamo essere onesti.

Non è che prima del credito a garanzia statale non esistesse il credito bancario, così come non è che le aziende non avessero situazioni contabili pregresse al corona virus.

Io ritengo che tutti voi siate del parere che il credito, ed in particolare quello a garanzia statale, vada erogato a chi lo merita, insomma alla fine se quel credito non rientra, ossia non sarà restituito, a rimetterci è lo Stato, e vorrei tanto che voi non dimenticaste mai che lo Stato siamo tutti noi!

Io non vorrei che le Banche approfittassero di questa situazione per accollare allo Stato (ripeto quindi a tutti noi) dei crediti deteriorati pregressi.

Ma anche le Banche, contemporaneamente, potrebbero essere danneggiate, il sovra indebitamento delle aziende potrebbe essere la causa di difficoltà finanziarie, e se le cose dovessero poi precipitare sappiamo che lo Stato rimarrebbe sempre un creditore privilegiato. 

Ha fatto poi molto discutere il fatto che non sia stato introdotto per alcuni dirigenti di Banca una specie di scudo penale, potrebbero infatti successivamente essere chiamati a rispondere di ipotesi di reato come quello di bancarotta fraudolenta o concessione abusiva del credito.

Questo è un tema molto delicato e che non si può eludere, da un lato obiettivamente temo che il sistema bancario possa ripeto mettere a carico dello Stato situazioni patrimoniali di aziende già compromesse, e questo rischio ovviamente sarebbe ancor più lampante  qualora davvero venisse concesso ai dirigenti di banca questa sorta di scudo penale.

Insomma, dato che i dipendenti di Banca non sarebbero chiamati a rispondere del loro comportamento in ambito professionale, certamente verrebbe a mancare quell’atteggiamento prudenziale (da buon padre di famiglia) che da sempre caratterizza il nostro modo di fare banca, ossia di svolgere l’attività del credito.

E’ però anche chiaro che se invece debbano essere messe in pratica le normali procedure di valutazione del merito di credito, questi aiuti all’economia di fatto verrebbero depotenziati.

Insomma obiettivamente la situazione non è semplice, e rischia di diventare sempre più complessa col passare del tempo.

Si dice, poi, che non si risolve la crisi in atto con “le garanzie”, ci vogliono soldi veri. Certo, ma anche quelli sono un problema.

La moneta necessaria dovrebbe essere fornita dalla Banca Centrale, ed in un certo senso, anche se non a sufficienza, però occorre riconoscere che la Bce è l’unica che per il momento sta facendo qualcosa, però anche qui occorre fare alcune precisazioni.

La Bce emette moneta in cambio di titoli del debito pubblico, e fin qui tutto bene, oddio, sappiamo che il nostro debito pubblico è già alto e sappiamo che aumenterà ancora molto, ma quando si parla di debito pubblico non si tiene conto di una fatto fondamentale che è bene ricordare.

Sembra infatti quasi assurdo che nessuno sottolinei un fatto assolutamente banale, ma mai rimarcato a sufficienza, ed ossia: cosa viene finanziato col debito pubblico?

Lo so che è banale, ma capirete bene che se io do dei soldi a delle persone che, certamente non per loro scelta, ma stanno sedute su un divano, è ovvio sono sovvenzioni … dovute, ma non producono nulla.

Sia chiaro io sono per aiutare tutti coloro che si trovano in difficoltà, ma è chiaro che se invece il debito pubblico viene fatto per … ad esempio … creare infrastrutture, capirete bene che quel debito ha un corrispettivo … la strada, il ponte, l’ospedale insomma l’opera pubblica che prima non c’era mentre ora c’è. 

Quindi, insomma in definitiva, il discorso alla fine gira sempre attorno ad una necessità assoluta … occorre creare lavoro, solo così possiamo riprenderci.

Il rischio, invece, è che alla fine dell’estate, quando un po’ tutti avremo cercato di sopravvivere nel migliore dei modi, ci accorgeremo che il lavoro sarà sempre meno.

Questa è la grande paura, magari la crisi finanziaria che oggi stiamo sperimentando può trovare nella Banca Centrale un baluardo, ma sapremo invece contrastare la futura crisi economica?

Come avete potuto notare, sugli schermi televisivi, dopo qualche mese di assenza sono tornate le pubblicità delle automobili, tutte le case del settore invitano all’acquisto dei loro modelli oggi, mentre si cominceranno a pagare le rate con l’inizio del prossimo anno.

Ma siamo certi che all’inizio del prossimo anno saremo in grado di pagare oltre alle rate del mutuo o dell’affitto, anche quelle dell’automobile?