Ormai non esiste nulla che possa dare certezza della ripresa. Evidentemente per S&P non sono bastati OMT, ESM, le rassicurazioni di Draghi, gli impegni della Grecia, le prime euforie (presto sopite) dei mercati. L’agenzia di rating prevede una contrazione del Pil di Spagna e Italia in aumento di un decimo di punto percentuale, dallo 0,7% allo 0,8%, in aumento come anche la stagnazione. Il risultato sarà un’altra recessione, la quale, però, sarà diffusa a tutto il livello dell’Unione, anche a causa della debolezza di economie portanti come quella francese e inglese, mentre la tedesca accuserà il colpo, pur restando ancora attiva.
In particolare, per l’Italia si parla di un -2,4% quest'anno, e un -0,6% nel 2013 unito a un tasso di disoccupazione di quasi l’11% (10,7%) per quest'anno che diventerà 11% nel 2013.
Ma se Roma piange, Barcellona non ride, anzi. Per lei un calo dell’ -1,4% nel 2013 anche in seguito alle misure per l’aggiustamento del debito e soprattutto alla mancanza di crescita per l’assenza di capitale, infatti l liquidità più volte iniettata, sottolinea S&P, non raggiunge il sistema dell’economia reale. .
Più “fortunati” gli emergenti, che dovrebbero vedere una seppur minima inversione di rotta, mentre la Cina sarà al centro di una incoraggiante ripresa (dal 7,5% attuale all‘8,5%).