Crisi Grecia: urge un intervento immediato. L’analisi dei rischi e gli scenari attesi

La necessità di un’azione tempestiva è condivisa da più parti, ma si teme che gli aiuti possano essere insufficienti. Le attese degli esperti: è un problema solo della Grecia?

Image

Ormai da diverse giornate il tema dominante sui mercati finanziari e quello della crisi della Grecia e dei rischi legati alla stessa, soprattutto in termini di contagio ad altre realtà dell’Europa, specie a quelle che non versano in buone condizioni come il Portogallo e la Spagna. Proprio avanti ieri l’agenzia S&P ha declassato il rating della Grecia e del Portogallo, calando ieri la sua scure sulla Spagna. I downgrade di Standard & Poor’s hanno avuto l’effetto di rendere ancora più nervosi i mercati finanziari, sottolineando il rischio di un contagio che andrà assolutamente evitato. Secondo gli esperti di Natixis proprio il taglio del rating di Portogallo, Grecia e Spagna da parte di S&P, potrebbe contribuire ad accelerare un intervento da parte degli altri Paesi europei. Gli analisti hanno dichiarato a chiare lettere che se l’ombrello non verrà aperto velocemente, anche altri Paesi potrebbero rischiare di bagnarsi, segnalando che una fonte di preoccupazione è data anche dal fatto che il mercato si sta mostrando sempre meno discriminante. E se i downgrade di S&P potrebbe accelerare e favorire una più rapida concessione degli aiuti, ad auspicare un celere intervento è il presidente del Fondo Monetario Internazionale, a detta del quale bisogna agire tempestivamente per evitare che gli effetti della crisi greca possano varcare i confini europei. La sua idea è che il problema non sia greco ma dell’Unione monetaria europea, tenendo presente che ogni giorno che passa provoca un peggioramento della situazione. E proprio il Fondo Monetario Internazionale starebbe considerando la possibilità di aumentare di 10 miliardi di euro il proprio sostegno finanziario nell’ambito degli aiuti alla Grecia, per la quale potrebbero non essere più sufficienti i 45 miliardi prevista dall’Fmi e dall’Unione Europea.