Se crolla Deutsche Bank, crolla l’Europa

Anche questo video nasce dalle vostre richieste, parecchi di voi, infatti, mi hanno chiesto di parlare della crisi di Deutsche Bank. E lo faccio molto volentieri.

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Anche questo video nasce dalle vostre richieste, parecchi di voi, infatti, mi hanno chiesto di parlare della crisi di Deutsche Bank. E lo faccio molto volentieri. 

Naturalmente tutti voi sapete che Deutsche Bank è la più grande Banca tedesca, ma non tutti sanno che però non è una delle più grandi Banche al mondo. Normalmente la classifica delle Banche viene fatta per attivi, ossia per asset attenzione non per capitalizzazione.

Comunque questa è la classifica delle più grandi Banche al mondo, per coloro che non seguono normalmente i mercati finanziari potrà essere una sorpresa, ma vi assicuro che ormai da alcuni anni è così: ai primi quattro posti infatti abbiamo quattro banche cinesi. La più grande banca al mondo è la Industrial and Commercial Bank of China, che, come dice il nome si rivolge all’industria ed al commercio, al secondo posto la China Construction Bank, quindi per il comparto costruzioni, al terzo posto la Agricultural Bank of China quindi agricoltura ed al quarto la Bank of China ossia la Banca Centrale cinese.

Al quinto posto, anche in questo caso potrebbe sembrare una sorpresa, ma non abbiamo ancora una Banca americana bensì la giapponese Mitsubishi UFJ Financial Group, poi ecco la prima americana ossia JP Morgan Chase. A seguire la prima banca europea, il colosso britannico che però opera principalmente in Asia la HSBC ossia Hong Kong and Shanghai Banking Corporation. A seguire l’americana Bank of America, poi un’altra cinese, la China Development Bank, quindi due istituti francesi BNP Paribas e Credit Agricole. Ancora due Banche americane, Citigroup e Wells Fargo, due giapponesi, la Sumitomo Mitsui Financial Group e la Mizuho Financial Group.

Quindi ancora una sorpresa troviamo infatti una spagnola il Banco di Santander, ed eccoci finalmente al diciassettesimo posto troviamo Deutsche Bank. Per la vostra curiosità la prima italiana, Unicredit si trova al 33esimo posto mentre Banca Intesa è al 35esimo posto.

Ma torniamo a Deutsche Bank e cominciamo a parlare dei suoi guai, partendo dalla crisi finanziaria del 2008 che parte dagli Stati Uniti, ma come sapete investe tutto il mondo e Deutsche Bank non poteva esserne immune.

Ma non aveva fatto in tempo a smaltire le scorie della crisi internazionale che su Deutsche Bank cade un’altra tegola. Siamo nel 2011 e la Banca tedesca è molto esposta con titoli dello Stato greci.

Per sua fortuna (beh dai chiamiamola fortuna) la Bce continua a sovvenzionare la Grecia che quindi paga gran parte dei suoi titoli in scadenza anche se ad un certo punto non riesce ad evitare del tutto il default, Deutsche Bank deve incamerare perdite, ma, insomma, riesce a limitare i danni.

Visto quello accaduto in Grecia, la Banca tedesca teme che la crisi dei debiti sovrani si possa estendere anche al resto d’Europa ed allora corre a vendere titoli dello Stato italiano temendo appunto che anche il nostro Paese  possa andare in default.

E fa una sciocchezza!!!

Quella svendita ovviamente fece crollare il prezzo dei nostri Titoli dello Stato, ma chi comprò quei titoli dopo il crollo delle quotazioni fece l’affare della vita perché successivamente, l’Italia, come tutti sappiamo, non andò in default e il valore di quei titoli quindi tornò a salire molto in fretta.

Si dice che la stessa Deutsche Bank ricomprò parte dei Btp (si parla di un paio di miliardi) che aveva venduto, ma anche se fu aperta un’inchiesta alla fine si risolse con un nulla di fatto anche perché nel frattempo erano cambiati i vertici della Banca.

Ma proseguiamo, ed arriviamo al 2016.

Deutsche Bank annuncia una perdita netta per 7 miliardi di euro, ma a far più impressione è l’annuncio dell’importo dell’esposizione in derivati: 42.000 miliardi di euro.

Attenzione qui, però a non fare confusione, perché alcuni giornali e qualche organo di informazione hanno erroneamente parlato di perdite sui derivati per 42.000 miliardi di euro.

Ovviamente non è così, non so se avete idea di cosa siano 42.000 miliardi, la Germania ha un Pil di 3.400 miliardi, quindi 42.000 miliardi sono oltre 12 volte il Pil tedesco, capite bene che se fossero perdite Deutsche Bank sarebbe più che fallita da diverso tempo.

Si tratta quindi dell’esposizione in derivati, ma certamente una cifra del genere è davvero stratosferica e soprattutto allarmante per una Banca europea, ad operare in derivati sono infatti soprattutto le Banche americane quindi Deutsche Bank non è la sola al mondo ad avere una esposizione del genere, solo per darvi un’idea, JP Morgan ha esposizioni in derivati per 48.000 miliardi di dollari, Citigroup per 47.000 miliardi di dollari e Goldman Sachs per 42.000 miliardi di dollari, quindi Deutsche Bank, sotto questo aspetto … è in buona Compagnia.

Per questo su qualche giornale sono anche comparsi dei titoli come: Deutsche Bank tu vo’ fa l’americano.

Passiamo al 2018, quando il Fondo Monetario Internazionale definisce Deutsche Bank “la principale fonte di rischio tra le maggiori banche mondiali” in quanto il settore finanziario tedesco svolge un ruolo cardine nell’economia globale. 

Ed i guai non solo non finiscono, ma si aumentano, Deutsche Bank viene infatti implicata nello scandalo dei Panama Papers: si evidenzia infatti che la Banca tedesca aveva aiutato i clienti a evadere il fisco e a trasferire denaro offshore. 

Proprio una bella Banca, cambiano gli Amministratori Delegati, ma le operazioni poco chiare anziché diminuire, si moltiplicano. 

La situazione si fa sempre più critica e, vista la crisi sempre più grave, lo scorso anno si parla anche di una possibile fusione con la seconda più grande Banca tedesca, Commerzbank che tuttavia non sembra esser messa molto meglio, comunque al momento non si è fatto ancora nulla.

Arriviamo così al 22 luglio scorso, Deutsche Bank annunciando l’ennesima trimestrale peggiore delle attese comunica l’uscita dall’attività di trading sulle azioni globali e soprattutto la decisione di procedere a 18.000 licenziamenti, in pratica un impiegato su cinque. 

Ma gli scandali non finiscono.

Avete presente Jeffrey Epstein l’imprenditore statunitense arrestato con una serie di accuse infamanti come abusi sessuali e traffico internazionale di minorenni, misteriosamente suicidatosi in carcere, almeno questa è stata la versione ufficiale, nello scorso mese di agosto.

Ebbene in quell’inchiesta è ora emerso che Deutsche Bank non solo avrebbe concesso a Epstein numerose linee di credito, ma gli avrebbe anche aperto decine di conti intestati a nominativi di fantasia. 

Perdonatemi, ma fatemi dire che le nostre banche le banche italiane sono gestite in maniera, molto più seria, porcherie del genere almeno ufficialmente, non sono mai emerse.

Comunque ora Deutsche Bank si sta giocando l’ultima carta, per cercare di recuperare un minimo di credibilità ha fatto un’operazione da libro cuore, nel mese di maggio i dirigenti non riceveranno lo stipendio, non verranno pagati.

Un’iniziativa spontanea degli stessi dirigenti? Sì, o meglio, no. E’ stata una iniziativa presa dal Direttore Esecutivo di Deutsche Bank, Christian Sewing, e l’adesione era su base volontaria.

Sembra che sia stata recepita da tutti i dirigenti, sono diverse centinaia, probabilmente anche perché se non l’avessero avallata forse sarebbero rimasti ancora per poco a lavorare in Deutsche Bank.

Ma fatemi concludere questo video con le considerazioni di due notissimi personaggi della finanza mondiale, l’analista finanziario, Michael Snyder ed l’investitore Jim Rogers.

Michael Snyder ha definito Deutsche Bank uno zombie che zoppica finché qualcuno non lo libererà dalle sue sofferenze”. Il fallimento della principale banca europea si rivelerà per il sistema finanziario globale una catastrofe di gran lunga peggiore rispetto al crollo di Lehman Brothers del 2008. E ha poi aggiunto

La Germania è un collante che tiene insieme l’UE. Se la banca principe del sistema finanziario di questo Paese viene meno, si produrrà molto velocemente un effetto domino. “Di conseguenza, l’Unione europea intera vivrà una fortissima crisi.

Mentre Jim Rogers, molti di voi lo conosceranno, un personaggio che non passa inosservato, eternamente con il suo papillon, comunque ha dichiarato:

Se Deutsche Bank fallisce, l’UE si sfalda perché la Germania non potrà né vorrà più sostenere l’Unione europea.

Infatti, la DB è il maggiore detentore al mondo di obbligazioni di Stato italiane, spagnole, portoghesi e di altri Paesi europei in difficoltà economica.

Qualora la situazione finanziaria di questo istituto di credito peggiori, la banca sarà costretta a svendere questi titoli a prezzi ben poco vantaggiosi. Questo priverà i Paesi europei più poveri della possibilità di attrarre nuovi prestiti. L’esito più probabile di questo scenario è il crollo dell’eurozona prima e dell’intera Unione europea dopo”.

Io me lo auguro.