Dividendi banche: per BCE 3 alternative. Chi pagherà prima?

Per i dividendi delle banche la BCE si pronuncerà a metà dicembre: 3 le opzioni per il via libera nel 2021. I titoli di Piazza Affari pronti a staccare prima di altri.

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A Piazza Affari continua a tenere banco il tema dei dividendi delle banche, in attesa di vedere quali saranno le decisioni della BCE in merito.

Ricordiamo che in seguito allo scoppio della crisi economica innescata dal coronavirus, da Bruxelles è arrivata l'indicazione di congelare la distribuzione delle cedole a valere sull'esercizio 2019, al fine di conservare capitale per fronteggiare meglio la crisi.

Dividendi: ban per le banche fino all'1 gennaio 2021

Il divieto alla distribuzione è stato imposto prima fino al 31 ottobre scorso e in seguito è stato esteso per l'intero 2020.

A metà dicembre ora è attesa una nuova valutazione dell'organo di vigilanza bancaria europea che dovrà esprimersi quindi in merito alla possibilità di sbloccare o meno i dividendi delle banche.

Secondo Il Sole 24 Ore, la BCE valuterebbe tre approcci alternativi in merito alle politiche dei dividendi.

Dividendi banche: BCE ha 3 opzioni per scongelarli

Un'opzione sarebbe quella di prorogare di altri 6 mesi il ban, ossia il dividendo alla distribuzione delle cedola da parte delle banche.

Un'alternativa sarebbe quella di adottare un approccio selettivo, mentre come altre opzione si valuta la possibilità di introdurre un cap, ossia un tetto alle distribuzioni.

La decisione del regolatore sulla proroga del divieto è attesa per metà dicembre e secondo gli analisti di Equita SIM lo scenario meno probabile, rispetto a quelli prospettati dal Sole 24 Ore, è quello di un cap ai payout.

La terza ipotesi quindi dovrebbe essere meno realizzabile a detta della SIM milanese visto che sostanzialmente riprodurrebbe l’approccio attuale di mancanza di selettività fra le banche.

Dividendi banche: le opzioni più e meno probabili secondo gli analisti

Agli analisti sembra invece più probabile un rinvio della decisione, anche se il posponimento di 6 mesi, rispetto ai 3 che si aspettano gli esperti, risulterebbe dal loro punto di vista una notizia negativa per il settore perché estenderebbe l’incertezza legata alla decisione finale.

Secondo la SIM milanese è ragionevole infine attendersi che al termine della proroga del divieto, e quindi eventualmente fra 6 mesi, il regolatore adotti un approccio selettivo sulle autorizzazioni a distribuire.

Dividendi: Intesa Sanpaolo e Mediobanca potranno pagare prima di altri

In ogni caso, secondo gli analisti questi scenari non modificano, anzi rafforzano, la loro view in base a cui le banche che hanno maggior probabilità di essere autorizzate a ripristinare le generose politiche di dividendi sono quelle caratterizzate da una redditività resiliente anche nel 2020.

Gli analisti fanno l'esempio di Intesa Sanpaolo, per la quale si attendono un dividendo a valere sull’utile 2020 di 0,14 euro, pari ad uno yield dell’8%, con un payout al 68%.

Insieme ad Intesa Sanpaolo troviamo Mediobanca, per la quale le attese di Equita SIM sono di un dividendo di 0,54 euro, con un rendimento del 7% e un payout al 70%.

Gli analisti confermano inoltre che è ragionevole ipotizzare che le banche vengano autorizzate a pagare, nel 2021, dividendi a valere sulla generazione di utile 2020.

Agli esperti sembrano invece molto improbabili distribuzioni di riserve sia di utili, vale a dire gli importi accantonati nel 2019, che di capitale.