Domani a Piazza Affari: il potenziale si riduce, ma il Ftse Mib può salire ancora

Sarà una seduta molto impegnativa in America, ricca di eventi sul fronte macro e societario. Da seguire Fiat, i petroliferi, Ubi Banca e Finmeccanica.

L’indecisione e la debolezza della vigilia hanno lasciato il posto quest’oggi ad un ritorno prepotente degli acquisti sulle Borse europee, spinte in alto dalle buone trimestrali americani e dalla positiva intonazione dei listini a stelle e strisce. Nel pomeriggio gli acquisti sono aumentati tanto che i listini del Vecchio Continente hanno terminato gli scambi a ridosso dei massimi intraday. Il Ftse100 ha guadagnato quasi due punti, ma sono riusciti a fare ancora meglio il Cac40 e il Dax30 che sono saliti rispettivamente del 2,14% e del 2,45%. Denaro anche a Piazza Affari che quest’oggi però ha mostrato una minore forza relativa dopo la sovraperformance dei giorni scorsi. Questo però non ha impedito all’indice Ftse Mib di chiudere ad un soffio dai massimi, a 24.348 punti, con un vantaggio dell’1,75%. Prosegue la caccia del mercato a nuovi massimi dell’anno e si conferma così un’impostazione molto positiva che se da una parte lascia spazio per nuovi allunghi, dall’altra non è immune dal rischio di nuove flessioni nel breve. L’indice è ormai ad un passo da un altro importante obiettivo rialzista, quello dei 24.500 punti, superato il quale le quotazioni si spingeranno fino ai 25.000 punti, considerati da molti target del movimento in atto dai minimi di marzo scorso. La forte salita delle ultime giornate, unitamente all’ipercomprato che si riscontra sugli oscillatori, potrebbe anche richiedere una pausa di consolidamento prima di nuove salite. Un segnale in questa direzione giungerà da ritorni al di sotto dei 24.050/24.000 punti, preludio ad una discesa in direzione dei 23.700/23.800. la tenuta di questo livello non andrà ad intaccare in alcun modo l’impostazione rialzista dell’indice che invece si indebolirà con l’abbandono dei 23.700/23.800 e ancor più con ripiegamenti al disotto dei 23.500, con la minaccia di correzioni in direzione dei 23.000 prima e dei 22.500 in seguito.