Giornata con un finale amaro per le Borse europee che hanno restituito quasi interamente il rialzo della vigilia, complice l’ondata di vendite che si è abbattuta nel pomeriggio sui listini. Sulla scia del deludente dato macro Usa relativo alla fiducia dei consumatori, i ribassisti sono entrati in azione, costringendo gli indici del Vecchio Continente a chiudere gli scambi a non molta distanza dai minimi intraday. Il Ftse100 ha ceduto l’1,05%, mentre il Dax30 e il Cac40 sono rimasti più indietro, con una flessione dell’1,56% e dell’1,67%. Ad uscire quasi indenne dall’ondata di vendite che si è riversata nel pomeriggio sulle Borse europee e americane, è stata Piazza Affari dove l’indice Ftse Mib ha terminato gli scambi a quota 19.063 punti, con un calo contenuto dello 0,18%. In mattinata le quotazioni dell’indice delle blue chips si erano spinte in avanti, arrivando a toccare un massimo a 19.300, da cui però hanno bruscamente ripiegato fino a segnare un minimo a 18.918 punti. In linea con quanto indicato nella rubrica di ieri, quando avevamo parlato di un possibile allungo nell’immediato, l’indice ha effettivamente cercato di spingersi in avanti. I corsi però si sono scontrati con l’importante resistenza dei 19.250/19.300, che ha fatto sentire tutta la sua forza, tanto da far arretrare il Ftse Mib di circa 400 punti. Il movimento odierno, oltre ad evidenziare l’incapacità del mercato di aver ragione su alcuni ostacoli significativi, getta un’ombra sulla validità del rimbalzo avviato dai minimi in area 18.500. Per garantirsi una fase di ritrovata positività e immunizzarsi dal rischio di nuove flessioni, il Ftse Mib dovrà superare quanto prima l’area dei 19.300 e ancor più riposizionarsi al di sopra dei 19.500 punti. Solo oltre livello si potranno contemplare allunghi in direzione dei 20.000 prima e dei recenti massimi di periodo in seguito.