Un articolo della fine del 2009 evidenziava come la crisi della produzione industriale durante la recessione tra il 2008 e il 2009 fosse simile in gravità e durata a quella a cui si assistette durante la “prima crisi del petrolio” del 1974-75. Entrambe le recessioni erano state anticipate da boom di capitali e credito e innescate da una contrazione degli utili netti causata dal brusco aumento dei prezzi delle materie prime. Entrambe avevano comportato gravi periodi di stress finanziario – più grave nel 2008 e 2009, anche se nel Regno Unito la crisi delle secondary banks del ‘73-75 aveva reso necessario un salvataggio della Banca d’Inghilterra – ed erano risultate in un prolungato periodo di assestamento valutario, caratterizzato da tassi di interesse reali negativi.Attualmente si può fotografare la produzione industriale globale combinando i dati dei paesi G7 con quelli delle sette maggiori economie emergenti (le “E7”). Nel 2008-09, questo dato è crollato del 14% in un anno dal massimo mai raggiunto, toccando il fondo a febbraio 2009. L’economia globale nel 1970 era dominata dai G7, la cui produzione industriale è calata del 12% in dodici mesi, toccando il minimo nel maggio del 1975.Verso la fine degli anni 70 il trend positivo si è interrotto a causa di un’impennata dell’inflazione, innescata da un certo lassismo monetario, con il risultato che i tassi di interesse reali sono tornati in territorio positivo. La produzione industriale dei paesi G7 ha raggiunto il suo picco nel febbraio 1980 per poi perdere l’8% nei 34 mesi successivi fino a raggiungere nuovi minimi nel dicembre 1982. Nell’attuale ciclo, febbraio 1980 corrisponde a novembre 2013.