Di seguito riportiamo un intervento realizzato da Nicola D'Antuono., tratta dalla newsletter n.33 di ITForum News. Il “pianeta-finanza” sembra sempre più spaccato in due tronconi: da un lato gli Occidentali (i paesi più industrializzati o maturi), che lottano per tenere a bada lo spettro della deflazione; dall'altro la periferia asiatica (Cina e India in primis), che continua a sperimentare una forte crescita economica con tanto di spinte inflattive derivanti dall'aumento dei prezzi delle commodity e dell'immobiliare.In Europa il recente dato sulla massa monetaria aggregata M3 ha mostrato un pericoloso appiattimento: tradotto in termini pratici vuol dire che, nonostante le autorità monetarie continentali mettano a disposizione denaro a buon mercato (tassi sempre invariati all'1% e nessun aumento previsto almeno fino alla primavera del 2011), nessuno è disposto a investirlo in quanto gli operatori economici si aspettano ulteriori discese dei prezzi. Ed ecco servito lo scenario deflazionistico, quello per il quale anche se gli dai l’acqua “il cavallo non beve”. Negli Stati Uniti il contesto macroeconomico è davvero preoccupante a causa della politica ultra-espansiva della Federal Reserve, sempre più orientata a nuove manovre di allentamento quantitativo in un sistema praticamente abulico.La spiegazione migliore dello stato di salute della locomotiva economica USA è arrivata da Bill Gross, fondatore del più grande fondo obbligazionario al mondo (PIMCO). Il famoso money manager ha dichiarato giorni fa che l'economia americana è finita nella “trappola della liquidità”. Ciò vuol dire che la politica monetaria sempre più espansiva non riesce a far ripartire la crescita economica in quanto c'è una mancanza di fiducia degli operatori economici. E Gross ha anche prospettato, se si continua con nuovi cicli di acquisto di titoli di Stato, la fine del bull trend trentennale del mercato dei bond.