Una seduta ad alta tensione quella odierna per ENI che, dopo aver ceduto poco meno di un punto percentuale ieri, oggi viene bersagliato da una pioggia di vendite.
ENI in fondo al Ftse Mib. Sell a pioggia con forti volumi di scambio
Il titolo, che scivola in fondo al paniere delle blue chips, con una evidente sottoperformance rispetto al Ftse Mib, negli ultimi minuti viene fotografato a 7,866 euro, con un affondo del 6,47%.
Vivaci i volumi di scambio visto che fino ad ora sono transitate sul mercato quasi 26 milioni di azioni, già al di sopra della media degli ultimi 30 giorni pari a poco meno di 18 milioni di pezzi.
Un mix di fattori sta mettendo sotto scacco ENI, a partire dal netto calo del Ftse Mib, cui si aggiunge il ribasso del petrolio che negli ultimi minuti passa di mano a 40,45 dollari, con una flessione di due punti percentuali.
ENI: conti in calo ma meglio delle stime. Goldman Sachs conferma buy
ENI finisce sotto pressione anche dopo la diffusione dei conti del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell'anno, accompagnati da cattive notizie riguardanti il dividendo.
Il gruppo ha riportato numeri in calo rispetto allo stesso periodo del 2019, ma nel complesso i dati sono stati migliori delle aspettative degli analisti.
Goldman Sachs ad esempio definisce solidi i conti del gruppo, con un utile netto adjusted e un risultato operativo superiore al consensus, al pari della generazione di cassa.
Alla luce di queste indicazioni la banca Usa ha deciso di confermare la raccomandazione "buy" su ENI, con un prezzo obiettivo a 12 euro.
ENI: cedola tagliata da 0,86 a 0,36 euro. Cambia politica dividendi
Come detto prima, a mettere sotto pressione il titolo a Piazza Affari è l'annuncio della nuova politica dei dividendi, rivista in seguito al mutato contesto, alla sua elevata volatilità e alle azioni messe in atto per fronteggiarne gli effetti.
La novità principale è data dal fatto che ora la cedola sarà costituita da due parti, una fissa e una variabile. In presenza di prezzi del Brent annui uguali o superiori ai 45 dollari al baril, ENI distribuirà un dividendo annuo composto da un valore base fissato a 0,36 euro e una componente variabile crescente all'aumentare del prezzo del Brent.
La componente variabile del dividendo è quantificata in funzione della media Brent attesa per ciascun anno ed è calcolata come percentuale crescente, tra il 30% e il 45%, del free cash flow incrementale generato dallo scenario (+900 milioni di euro ogni incremento di 5 dollari al barile del Brent) per prezzi Brent superiori ai 45 dollari e fino ai 60 dollari.
ENI: previsioni dividendo per il 2020 e per gli anni successivi
ENI ha fatto sapere che il dividendo base di 0,36 euro per azione sarà assicurato anche nel 2020, nonostante la previsione ad oggi di un Brent medio annuo di 40 dollari al barile, e sarà versato per un terzo con l’acconto di settembre 2020 e due terzi con il saldo di maggio 2021.
Per gli anni successivi, in caso di uno scenario annuo Brent assunto inferiore a 45 dollari al barile, si valuteranno le azioni sul dividendo base in funzione dell’ampiezza della riduzione del prezzo e della sua durata prevista.
A partire dal 2021 inoltre il dividendo sarà pagato per metà come acconto e per metà come saldo, mentre la componente variabile crescente sarà integralmente pagata insieme all’acconto nell’anno in cui si realizzino le condizioni per la sua distribuzione, anche se anticipate rispetto a quanto previsto dallo scenario.
Se applicata allo scenario Brent adottato da ENI, e senza assumere per il momento alcun incremento del valore del dividendo base, la nuova politica di remunerazione comporta per cassa la distribuzione di un dividendo di 0,55 euro, 0,47 euro, 0,56 euro e 0,70 euro per azione negli anni dal 2020 al 2023.
ENI: taglio dividendo oltre stime, ma Equita resta bullish
Quello che il mercato non ha digerito però è il taglio del dividendo superiore alle attese ed è questo il motivo per cui sta penalizzando ENI a Piazza Affari con una mitragliata di sell.
Gli analisti di Equita Sim evidenziano che la cedola è stata tagliata da 0,86 a 0,36 euro, contro la loro previsione di una sforbiciata meno corposa a 0,5 euro per il 2020.
La riduzione del dividendo è superiore alle aspettative della SIM milanese che però apprezza i dati migliori delle stime del secondo trimestre.
Anche per questo motivo gli analisti non cambiano idea su ENI, ribadendo la raccomandazione "buy", con un target price a 11 euro.
ENI: Kepler Cheuvreux dice buy, Bernstein apprezza politica dividendo
Lo stesso rating "buy" è reiterato da Kepler Cheuvreux, con un fair value a 10 euro, malgrado il taglio del dividendo annunciato da ENI, nell'ordine del 60%, sia stato più ampio rispetto alla stima degli analisti del 40%.
Ad apprezzare la nuova politica del dividendo è Bernstein che accolgono con favore la nuova formula, evidenziando che la stessa offre un minimo di rendimento del 4,4%.
ENI: Rbc commenta nuova dividend policy
Infine, secondo Rbc la nuova dividend policy sembra più adatta al business mix di ENI, ma non è semplice e secondo gli analisti probabilmente sarà difficile da far capire nel breve termine agli investitori.