ENI soffre ancora. Focus su alcune potenziali operazioni

ENI ha perso quota anche oggi malgrado un andamento poco mosso del petrolio: le ipotesi di Rystad per gli asset australiani del gruppo.

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Ancora una seduta no per ENI che, dopo aver ceduto quasi due punti percentuali ieri, oggi ha terminato gli scambi in modo simile.

ENI ancora in rosso, più debole del Ftse Mib

Il titolo ha mostrato più debolezza rispetto al Ftse Mib e si sintonizzati con la pessima intonazione del settore di riferimento, pur riuscendo a difendersi meglio degli altri titoli oil come Saipem e Tenaris.

ENI ha archiviato la seduta a 6,812 euro, ben al di sopra dei minimi intraday toccati in area 6,53 euro, con un ribasso dell'1,67%.

Alti i volumi di scambio visto che a fine giornata sono transitate sul mercato oltre 18 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 14 milioni di pezzi.

ENI oggi non è stato aiutato dall'andamento incerto del petrolio che ha trascorso buona parte della giornata al di sotto dei 40 dollari al barile, per poi spingersi oltre tale soglia solo dopo la chiusura delle Borse europee.

ENI: per gli asset australiani Rystad ipotizza uno swap

Il titolo non ha beneficiato inoltre di alcune notizie relative agli asset australiani, per i quali Rystad ipotizzare uno swap.

In un report pubblicato dalla società indipendente di analisi industriale nel settore oil&gas, in cui si analizzano i movimenti di portafoglio delle principali società nell’industria oil&gas, vengono indicate alcune potenziali operazioni per ENI.

Rystad indica circa 111 miliardi di dollari di controvalore di dismissioni da parte di BP, Chevron, ConocoPhillips, ENI, Equinor, Exxon, Shell, Total. L’attuale situazione di mercato non permetterebbe alle società di avere grandi spazi di manovra in bilancio per le acquisizioni.

Un modo alternativo, secondo Rystad, per uscire da alcuni paesi e crescere in altri potrebbe essere quello di utilizzare gli swap.

Per quanto riguarda ENI, Rystad indica 4 miliardi di dollari di assets da movimentare.BP, ENI e ConocoPhillips potrebbero prendere in considerazione l’acquisizione dei portafogli indonesiani di ExxonMobil, Total e Shell.

L’Indonesia è chiaramente un luogo con importanti risorse del gas, con un mix di risorse onshore, offshore e in acque profonde lungo tutti i cicli di vita dei campi.

Inoltre, BP potrebbe scambiare la sua posizione in Algeria con le partecipazioni ENI in Australia.

Poiché il portafoglio algerino di BP ha un valore di circa 320 milioni di dollari e il portafoglio australiano di ENI di circa 466 milioni, secondo la valutazione di Rystad, le società dovrebbero trovare una componente compensativa per pareggiare lo scambio.

ENI: la view di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ritengono che il processo di focalizzazione dei portafogli upstream possa avere senso dal punto di vista strategico nel ridurre ulteriormente i costi unitari.

In Australia, recentemente veniva ipotizzata una vendita con asta competitiva fino a 1 miliardi di dollari, mentre la valutazione di 0,3 miliardi di Equita SIM è più vicina a quella di Rystad.

In Algeria, ENI produce circa il 5% dei volumi upstream, mentre l’Australia costituisce un area geografica con un’esposizione marginale.

Questo è quanto viene evidenziato da Equita SIM che sul titolo mantiene invariata la raccomandazione "buy", con un pezzo obiettivo a 10 euro.