La fase di risk-on delle ultime settimane ha portato alla rottura del livello critico a 1,20 per il cambio Eur/Usd, mettendo in difficoltà la Bce, già alle prese con un'economia in affanno dalla pandemia di Coronavirus, e che nella riunione di giovedì 10 dicembre potrebbe essere chiamata ad agire per non vanificare gli sforzi monetari messi in atto per riavvicinarsi all'obiettivo di inflazione (ora ancora molto distante).
Eur/Usd: il risk-on cambia gli equilibri
Eur/Usd ha toccato venerdì il livello più alto da aprile 2018 a 1,2145. La rottura decisa di area 1,20 è sufficiente per archiviare l’ampia fase di consolidamento che i prezzi hanno disegnato dai top di settembre? Se il segnale fosse confermato nelle prossime settimane si potrebbe assistere a un tentativo di inversione della prolungata fase ribassista in atto dal 2008. Tale circostanza comporterebbe la riattivazione dell’uptrend in essere dai minimi di marzo in direzione di obiettivi a 1,2350, proiezione al rialzo dell'ampiezza del range degli ultimi quattro mesi, e più in alto fino ai massimi di inizio 2018 poco sopra quota 1,25. La comparsa nelle ultime due sedute della scorsa ottava di un “tweezer top”, un piccolo doppio massimo, rischia tuttavia di far scattare delle prese di beneficio, aiutando a stemperare l’ipercomprato in cui sono sconfinati i principali oscillatori grafici: l’eventuale ritorno sotto quota 1,20 farebbe temere di aver assistito a una “bull trap” un falso segnale rialzista. In quel caso il cambio potrebbe scivolare velocemente verso i primi supporti in area 1,1750/1,1770, media mobile esponenziale a 100 giorni, preludio ad un nuovo test del sostegno a 1,1650 circa. Supporto successivo a 1,16 circa, minimo di novembre.
Segnali di ripresa da confermare per Eur/Gbp
La rottura del lato superiore del banner correttivo disegnato dai top di settembre, coincidente a 0,90 circa con la media mobile esponenziale a 20 sedute, ha interrotto la fase di debolezza che negli ultimi mesi appesantiva l’Euro rispetto alla Sterlina. Eur/Gbp dovrà ora risalire la china velocemente e riaffacciarsi sugli ostacoli presenti in area 0,92, linea che unisce i massimi di marzo con quelli di settembre, per dimostrare intenzioni di crescita in direzione dei top di settembre a 0,9290 e più in alto fino a quota 0,95, top di marzo. L’incapacità di superare area 0,92 rischia invece di alimentare l’ampia e prolungata fase laterale vista nell’ultimo semestre. Probabile in quel caso assistere a un indebolimento della struttura di breve termine per i supporti orizzontali offerti a 0,8860/0,8870 dai minimi allineati di giugno e settembre. La tenuta di questo riferimento sarà determinante per scongiurare un affondo fino a quota 0,87, livello più basso dallo scorso aprile.
Eur/Jpy al test dei massimi estivi
L'Euro ha messo il turbo la scorsa ottava nei confronti dello Yen, accelerando al rialzo dopo la rottura in rapida successione della linea di tendenza che unisce i massimi di inizio settembre con quelli del 9 novembre, resistenza a 124,50, e dell’ostacolo critico immediatamente successivo a quota 125,00. Oltre i massimi di agosto a quota 127 le quotazioni potrebbero ambire a traguardi distanti dai valori attuali in area 130. Il perentorio ritorno sotto quota 125 comporterbbe invece un deterioramento delle condizioni operative di breve termine con conseguente affondo sui recenti minimi a 121,80/122 (conferme sotto 123,00), supporto al di sotto del quale si aprirebbero ulteriori spazi di discesa verso area 121, pari al 50% di retracement calcolato dai minimi di maggio.
(Claudia Cervi)