Resta alta l'attenzione sul Forex dopo le elezioni presidenziali statunitensi. La vittoria di Biden ha frenato il deprezzamento del Dollaro visto a inizio mese: Eur/Usd sembra dunque più stabile ed è tornato a muoversi per vie laterali. Del resto il nuovo presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere più allineato alle politiche della Fed rispetto al suo predecessore.
Forex: gli effetti della vittoria di Biden su Eur/Usd
Eur/Usd bloccato da ostacoli tenaci. Il cambio ha fallito ancora una volta il confronto con gli ostacoli a 1,1880 circa. La reazione avviata dai supporti strategici a 1,1650, punto di passaggio della media mobile esponenziale a 100 sedute, si è infatti arenata sui massimi di ottobre dove i prezzi hanno disegnato una configurazione di tipo “bearish engulfing”. La presenza di questo pattern - negativo secondo la teoria delle candele giapponesi – potrebbe rinviare le ambizioni di crescita della moneta unica. Ma solo discese sotto la media mobile citata metterebbero seriamente in discussione i progressi realizzati nell’ultimo semestre determinando un dietro front che potrebbe essere in grado di portare alla violazione dei minimi di settembre a 1,1612 per target negativi a 1,1490 circa per il test del picco di marzo e quota pari al 38,2% di ritracciamento del rialzo intrapreso a marzo. Segnali di forza giungerebbero invece alla rottura decisa di 1,1880/1,19 per obiettivi in area 1,120 almeno. Oltre area quest’area, via libera verso 1,2150, sebbene il rialzo potrebbe essere più consistente e raggiungere i top del 2018 a 1,25 circa.
Forex: tengono per ora i supporti di Eur/Gbp
Eur/Gbp crolla sui minimi di settembre poi rimbalza. Dopo due mesi di ribasso le quotazioni hanno riconosciuto a 0,8860/0,8870 il supporto orizzontale offerto dai minimi allineati di giugno e settembre. La tenuta di questo riferimento sarà determinante per scongiurare un affondo fino a quota 0,87, livello più basso dallo scorso aprile. Tuttavia solo con il ritorno in pianta stabile oltre quota 0,90 le prospettive di medio termine potrebbero tornare moderatamente positive. Segnali di miglioramento giungerebbero al superamento della trend line che scende dai top di marzo (passante per quelli di settembre) in area 0,92. In tal caso sarebbe lecito attendere un allungo verso il massimo di settembre a quota 0,9290 ed eventualmente più in alto in direzione dei top di marzo a 0,95 circa.
Eur/Jpy al confronto decisivo con gli ostacoli
Eur/Jpy è al terzo tentativo in un mese di rompere la resistenza a 125 circa. Una vittoria su questo limite proietterebbe i prezzi sui massimi estivi a 127 circa, un riferimento strategico coincidente con la linea di tendenza disegnata dai top del 2014 (passante per quelli del 2018). Il successo su tali resistenze rappresenterebbe una svolta nel medio lungo periodo, proiettando target a 130 circa. Se invece area 125 dovesse continuare a respingere l’attacco dei compratori si assisterebbe a un rapido deterioramento delle condizioni operative di breve termine con conseguente affondo sui recenti minimi a 121,80/122, supporto al di sotto del quale si aprirebbero ulteriori spazi di discesa verso area 121, pari al 50% di retracement calcolato dai minimi di maggio.
(Claudia Cervi)