Forex e borse mondiali continuano a guardare con attenzione (e apprensione) i due temi del momento: le elezioni presidenziali americane e la pandemia di coronavirus.
Partito il countdown per il 3 novembre, data delle elezioni presidenziali americane, a tenere banco è soprattutto la crisi sanitaria, dopo i nuovi record di contagi in Francia, Spagna e negli States.
Forex: moneta unica in ripresa grazie al Dollaro debole
Eur/Usd incerto sul da farsi. L’eventuale vittoria di Joe Biden, dato per favorito nei sondaggi, potrebbe indebolire ulteriormente il dollaro, sulle aspettative di maggiori aiuti all'economia rispetto a quelli che Trump è disposto a mettere in campo. Per il momento tuttavia le quotazioni alternano sedute positive a sedute negative confermando un clima di incertezza. Non sono mancati nella scorsa settimana dei segnali positivi - la fuoriuscita dal banner correttivo disegnato dai massimi di settembre potrebbe favorire un ritorno in area 1,20, massimi di settembre - ma servono conferme. Segnali di forza giungerebbero nel caso di una stabilizzazione sopra quota 1,18 e alla rottura di 1,19 circa. Al contrario, discese sotto quota 1,1750 farebbero temere di aver assistito a una falsa rottura, prospettando cali verso 1,1690 e più in basso fino ai minimi di settembre a 1,1612. Solo flessioni sotto quest’ultimo livello, punto di passaggio anche della media mobile esponenziale a 100 giorni, farebbero temere il peggio con conseguente affondo fino a 1,1490 circa per il test del picco di marzo e quota pari al 38,2% di ritracciamento del rialzo intrapreso a marzo.
Forex: quadro grafico in stallo per Eur/Gbp
L’attesa per l'accordo commerciale post-Brexit alimenta l’incertezza sul cambio. Da circa un mese, i prezzi oscillano nervosamente all’interno di un range compreso tra 0,90 e 0,9150 avvicinando la trend line tracciata dai minimi di febbraio, attualmente passante da 0,90 circa. Si tratta di un riferimento critico che dovrà rimanere intatto per conservare le prospettive di crescita di medio termine. Reazioni che dai livelli attuali spingessero le quotazioni oltre 0,9150/0,9160 darebbero spessore tecnico al movimento agevolando un allungo verso il massimo di settembre a quota 0,9290 ed eventualmente più in alto in direzione dei top di marzo a 0,95 circa. Al contrario, la violazione di area 0,90 comporterebbe un severo peggioramento delle aspettative future prospettando l’affondo in area 0,8865 e più in basso fino a quota 0,87.
Momento delicato per Eur/Jpy
La reazione avviata da area 122,40 non ha ancora superato ostacoli di rilievo. Dopo essersi scontrate con una duplice resistenza a 124,80/125 (trend line tracciata dai top di agosto e neck line di un testa e spalle disegnato dai top di agosto e completato a settembre), le quotazioni si sono mosse a ridosso della stessa senza riuscire tuttavia a inviare segnali direzionali. L’incapacità di superare la linea indicata potrebbe condurre in breve tempo alla violazione dei minimi del 28 settembre a 122,40 circa, configurando un tipico “return move”, un test di un livello che precedentemente costituiva un supporto. In tal caso verrebbero dispiegati gli effetti del testa e spalle citato con conseguente affondo verso quota 121,80/122, livello strategico dove transita la media mobile esponenziale a 200 giorni. Oltre area 125 invece verrebbero allentate le tensioni ribassiste e si creerebbero le premesse per un riavvicinamento ad area 125,80/126, resistenza critica lungo il percorso verso area 127.
(Claudia Cervi)