Il Giappone punta sulla rivoluzione cashless

L'impatto dell'aumento dell'imposta sui consumi di ottobre è ancora fresco nella mente degli investitori.

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Richard Kaye, Japan Portfolio Manager di Comgest, spiega che l'impatto dell'aumento dell'imposta sui consumi di ottobre è ancora fresco nella mente degli investitori. Stando alle prime indicazioni, i dati di vendita same-store (escludendo quindi i punti vendita che hanno chiuso o sono stati aperti nel frattempo) nel mese di ottobre per il settore retail hanno riportato un calo inferiore rispetto al precedente episodio di incremento delle imposte nel 2014 e la situazione sembra migliorata da metà novembre, sulla base dei dati settimanali di vendita dei grandi magazzini.

Lo stimolo alle operazioni cashless fornito dall'esenzione fiscale promossa dal governo ha rinnovato l'attenzione sui fornitori di soluzioni di pagamento slegate dal contante. GMO Payment Gateway, società attiva nel segmento delle carte di credito, ha inserito una costante crescita dell'utile operativo del 25% nella previsione per settembre 2020 resa nota questo mese. LINE, che attraverso LINE Pay offre diverse soluzioni cashless, sarà integrata nel gruppo SoftBank. L'annuncio riflette la forza della società soprattutto tra gli utenti più giovani, oltre alla crescente presenza nell’ambito cashless e la necessità di cooperazione tra i due principali provider di settore, LINE e PayPay di Yahoo (ora parte di Softbank). La mossa riflette anche il desiderio di SoftBank di integrare la propria presenza su mobile, e-commerce e pagamenti in Giappone, nello stesso modo in cui Vision Fund integra la presenza globale di SoftBank tra ride sharing, e-commerce e pagamenti.

Questo mese il dialogo con gli investitori si è concentrato sul rischio di un ritorno allo stile value. Richard Kaye resta dell’idea che la dipendenza dai settori bancario e automotive sia un punto debole degli investimenti value in Giappone considerati gli ostacoli strutturali alla crescita e al rendimento del capitale a cui le banche e le società automobilistiche nipponiche devono fare fronte. Richard Kaye non vede invece grandi differenze nei multipli e nei profili di crescita delle società growth rispetto alle medie storiche di lungo periodo.