Il mese di ottobre ha superato la metà dei suoi giorni e sui mercati si continua a vedere lo stesso film che stiamo vedendo da metà marzo “Bear market rally: la vendetta”. E’ vero che siamo al secondo tempo, dopo che abbiamo gustato il primo tempo da metà a marzo a metà giugno ed abbiamo vissuto il classico intervallo fino a metà luglio. Da allora è cominciato il secondo tempo di una storia che, un po’ noiosamente, continua ad essere più o meno sempre la stessa.E’ una storia che ci parla di recupero dei mercati, che proseguono nel loro rialzo senza tentennamenti, nella speranza che la fine della crisi si trasformi nell’inizio della ripresa economica.Salgono i mercati azionari, salgono le materie prime, sale l’oro, salgono (un po’ meno linearmente, ma salgono) anche i prezzi dei bond governativi e dei corporate bond, che vengono emessi in quantità industriale e assorbiti dal mercato con una fame senza precedenti. Infine sale anche l’euro-dollaro, ma in questo caso, trattandosi di un cross valutario, la salita dell’euro coincide con la svalutazione del dollaro.Contemporaneamente scende tutto quello che potrebbe segnalare la paura per il futuro finanziario: scende il VIX, l’indice della paura sull’azionario, che ha superato anche i suoi minimi annuali precedenti ed è arrivato a toccare quota 20, mentre continua a scendere lo spread di rendimento tra i debitori migliori ed i peggiori e tra i corporate bond ed i bond governativi. Ad un primo sguardo superficiale e complessivo verrebbe da giudicare questo copione molto semplicemente come la presa d’atto che la crisi è finita e stiamo tornando rapidamente alla normalità. Non c’è quindi alcun bisogno che Gerbino si scomodi a fare l’avvocato del diavolo. Ci lasci guardare in pace questo film a lieto fine, che dovrebbe coincidere con la legittima aspettativa che guadagnino tutti, per una volta.