Perché investire in trasporti e infrastrutture è redditizio

Ci sono settori che sembrano fuori moda e noiosi da investirci, come se investire fosse una cosa che dovesse essere eccitante. Ma questi settori, come i trasporti e le infrastrutture, sono tra i più soldi e indispensabili che esistano. E non solo, ma sono anche estremamente redditizi dal punto di vista finanziario.

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Trasporti e infrastrutture spesso sfuggono al radar degli investitori, ed è un bell'errore. Questo in virtù del fatto che si tratta di settori fondamentali per il commercio, senza i quali la merce non si potrebbe mai muovere. Perché se è vero che sono indispensabili i contenitori dove stoccare le merci, i mezzi di trasporto per muoverli da un posto all'altro, e le infrastrutture dove farli muovere (o da dove farli muovere, nel caso di porti ed aeroporti) sono fondamentali nella stessa maniera.

Un riprova ce la danno, come al solito, gli americani. Lo sapete che il famoso Dow Jones che sentiamo nominare ogni giorno in realtà è un indice doppio? Quello di cui ogni giorno ci vengono ricordati i livelli ed il valore è il Dow Jones Industrial Average, con la famosa siglia DJIA. Ma ne esiste anche un altro, anch'esso fondato da Charles Dow, cioè il Dow Jones Trasportation Average, con la sigla DJTA. E, per chi non lo sapesse, il DJTA è persino più vecchio del DJIA, e di ben 12 anni.

Questa "vecchiaia" riflette chiaramente l'importanza che avevano i trasporti, prevalentemente ferroviari, nell'America del secondo '800, quella della corsa all'oro e della corsa verso Ovest, per reclamare l'enorme quantità di terre dei nativi americani.

Da allora, naturalmente il DJTA ne ha fatta di strada. L'ultimo record intraday è del 24 novembre scorso. Nel 1964 era a 200 punti. Il 24 novembre l'intraday è stato di 12.772,74, cioè una crescita del +6286,37% in 56 anni, vale a dire +112,25% l'anno. Un settore noioso i trasporti, ma certamente redditizio per l'investitore.

Dell'essenzialità dei trasporti e delle infrastrutture

Abbiamo detto quanto questi due settori, che poi possono anche essere riassunti in uno solo vista la loro interdisciplinarietà, siano fondamentali per il commercio mondiale, e non solo per il commercio, ma per la società nel suo complesso.

Le aziende che li compongono, a loro volta, fanno parte di sottosettori estremamente importanti. Come le compagnie aeree passeggeri e merci, le ovvie ferrovie, le aziende di autostrasporti, che movimentano le merci, quelle di navigazione marittima, sia passeggeri che merci. 

Ma sono estremamente necessarie anche imprese attive in due settori a cui pochi pensano, e che invece sono realmente fondamentali. Si tratte delle imprese del settore della logistica, cioè di coloro che trovano le soluzioni per spostare le merci in modo efficiente e, possibilmente rapido. Ed anche dei fornitori di servizi, che aiutano dette aziende a fare quanto appena descritto. gente come gli operatori dei porti e degli aeroporti, e le compagnie di pedaggio.

Arrivando poi alle infrastrutture, si parla chiaramente di strade e ponti, ferrovie, porti, aeroporti, canali, oleodotti, gasdotti, acquedotti. Ma anche di magazzini, capannoni industriali e uffici. Ed anche di fabbriche, reti elettriche, telefoniche, di trasporto dati. Infine, le infrastrutture cosiddette sociali, come ospedali, scuole, caserme, fognature, impianti di smaltimento rifiuti, stazioni di polizia e dell'esercito, tribunali.

L'importanza di trasporti, logistica e infrastrutture

Dovrebbe essere evidente. Senza tutto quello che è stato appena elencato, non avremmo nessun prodotto a disposizione. Senza trasporti, logistica e infrastrutture saremmo ancora ad un'economia di sussistenza, dove ci coltiveremmo l'orticello, alleveremmo qualche animale, ed i rapporti con gli altri sarebbero limitati al villaggio ed alle fattorie circostanti.

In pratica il Medioevo, quando la caduta dell'Impero Romano d'Occidente portò anche all'abbandono della grandiosa rete stradale dell'Impero, ed al contemporaneo abbandono delle altre infrastrutture che esso aveva creato, tra cui i fondamentali acquedotti, ma anche i porti.

Dalla scoperta del motore a vapore prima, e poi di quello a scoppio, ed infine dell'elettricità, le cose sono ovviamente cambiate. E se è vero che i porti erano tornati in auge ben prima che le strade delle varie nazioni arrivassero ad essere asfaltate, è anche vero che la vera espansione umana, il vero accorciamento dei tempi di comunicazione e di spedizione delle merci, si è avuto con le auto, i camion e, infine, nel '900, gli aerei.

Questa è la motivazione per cui un settore noioso come quello dei trasporti sia così redditizio. Pensateci bene. Le merci devono essere spostate dal luogo di produzione al luogo di consumo. Le risorse naturali devono essere spostate da dove sono estratte a dove sono raffinate e a dove sono utilizzate. Se non si costruisse tutto quello che serve per fare questo, e non si regolasse questo movimento attraverso la logistica, saremmo ancora alla situazione descritta prima.

Come si valutano i titoli del settore trasporti e infrastrutture?

Le azioni di questo settore hanno la loro specificità, come tutte le imprese di ogni settore. Ovviamente queste specificità variano da settore a settore; in questo caso cerchiamo di focalizzarci su cosa valga la pena di valutare quando si parla di questa tipologia di titoli.

In primis le aziende di trasporto sono sensibili ai costi dei carburanti. Quindi, sono molto sensibili al loro variare, che di solito segue, lo si voglia o meno, il prezzo del petrolio greggio, da cui i carburanti sono ottenuti. Quest'ultimo possiede due indici di valutazione, come ben sappiamo, che sono il WTI Crude americano e il petrolio del Mare del Nord, il Brent.

Nel futuro la situazione cambierà, con sempre più attenzione al settore elettrico dei trasporti, ma adesso è così, e lo sarà ancora per parecchio tempo. Quindi le aziende del settore trasporti cercano di essere quanto mai efficienti per ciò che riguarda i consumi. E per quelle del settore infrastrutture sono le materie prime quelle ai cui costi sono sensibili. Basta pensare al rame, od al cemento.

Poi bisogna tenere di conto, come per ogni azienda del mondo, dei debiti che l'azienda contrae. Lavorare solo con il proprio denaro è spesso difficile, se non impossibile. Ecco quindi che si contraggono debiti per avere altro denaro da spendere, in aggiunta al proprio, per ingrandirsi e fare più cose. Ovviamente bisogna che questo debito sia sostenibile. Senza, si fa la fine della TWA, per esempio, o di Celadon.

Altre metriche di valutazione

La forza economica di una nazione è un volano essenziale per le aziende del settore trasporti. Quando l'economia corre e la gente guadagna, si spedisce di tutto. Ma quando le cose vanno meno bene, e le persone devono fare economia, le spedizioni di qualunque bene si riducono drasticamente.

Allo stesso modo, quando una nazione prospera, le infrastrutture vengono aggiornate e costruite ex novo. Quando le cose vanno meno bene, si costruisce poco o niente, e si tende a far invecchiare quanto già eretto.

Un aspetto di cui gli investitori non tengono quasi mai conto, purtroppo, è la concorrenza. Perché è una cosa assolutamente normale che le imprese si battano per lo stesso numero di clienti. Diventa quindi importante, anche nel settore infrastrutturale, valutare metriche chiave come possono essere la redditività aziendale ed il ritorno sugli investimenti.

Forse vi stupirà sapere che anche la Covid-19 e come viene affrontata è oggi una metrica valutativa di un'azione. E come potrebbe essere altrimenti? Lo scoppio della pandemia ha fatto chiudere le frontiere, quasi tutte le attività economiche e costretto le persone a stare in casa per periodi prolungati.

Certo, le attività essenziali sono rimaste aperte, ma le società occidentali e occidentalizzate vivono ormai in un'economia di servizi al 70% per cento, che conta sugli acquisti e sulla spedizioni delle merci, soprattutto voluttuarie, e sull'effettuazione di prestazioni spesso fisiche, che non possono essere trasportate sul Web.

Come investire in trasporti ed infrastrutture

Come sempre, le metodologie sono due. O si acquistano le singole azioni dei settori in questione o prodotti finanziari come fondi di investimento e/o ETF che investano in blocco in queste azioni.

Per chi fosse interessato ai singoli titoli, i nomi possono essere UPS, FedEx, Union Pacific, DHL, Poste Italiane, FNM, J.B. Hunt Transport Services, Kirby, Maersk, Lufthansa

Se ci su rivolge ai prodotti finanziari, il suggerimento è sempre quello di utilizzare ETF, dove possibile, visto il loro costo decisamente inferiore (fino a 9/10) rispetto ad un fondo comune.

I prodotti finanziari per investire in trasporti e infrastrutture

Ritorniamo all'inizio e, quindi, al DJTA. Sapete che esiste un ETF che lo replica? E' di iShares, quindi di BlackRock, ed è l'iShares Dow Jones Indust Avg ETF USD Acc (EUR). Si trova sulle Borse di Parigi e Francoforte, quindi è investibile in euro come se si potesse comprare su Borsa Italiana. Ma attenzione perché il fondo è americano, quindi è quotato in dollari e, alla chiusura, c'è comunque la conversione da euro a dollari, perciò presenta il rischio cambio come qualunque prodotto d'oltreoceano.

Credete nella mobilità del futuro, ad ogni livello? Pensate che l'elettrico e l'idrogeno siano ineludibili? Allora il Lyxor MSCI Future Mobility ESG Filtered (DR) UCITS ETF Acc (EUR). Questo prodotto è anche disponibile su Borsa Italiana, e non presenta rischio di cambio, perché Lyxor è francese. Altri due prodotti investono in modo similare, e sono l'Ishares Electric Veh Tec Ucits Etf Usd A e l'Xtrackers Future Mobility UCITS ETF1C (EUR), quest'ultimo, come quello di iShares, disponibile a Parigi e Francoforte.

E veniamo alle infrastrutture. Qui ce ne sono parecchi. Ma i più liquidi ed i migliori sono lo SPDR Morningstar Multi-Asset Global Infrastructure UCITS ETF, quotato a Francoforte, il BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure UCITS ETF Capitalisation (EUR), quotato a Parigi, e l'iShares Global Infrastructure UCITS ETF USD (Dist) (EUR), acquistabile anche a Milano.