Italexit, un partito da 10%

E’ stato sufficiente che Gianluigi Paragone annunciasse questa sua “suggestione”, fondare un partito che abbia come scopo quello di portare l’Italia fuori dall’Unione europea e fuori dall’euro, che subito l’intero mondo politico entrasse in fibrillazione.

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E’ stato sufficiente che Gianluigi Paragone annunciasse questa sua “suggestione”, fondare un partito che abbia come scopo quello di portare l’Italia fuori dall’Unione europea e fuori dall’euro, che subito l’intero mondo politico entrasse in fibrillazione.

Perché?

Perché l’Istituto Piepoli ha immediatamente lanciato un sondaggio. La domanda posta al campione di italiani è stata:

Far uscire l’Italia dall’Unione europea è l’obiettivo del partito che Gianluigi Paragone sta fondando. Saresti propenso a votare questo partito?

Le possibili risposte erano 4,

Certamente sì

Probabilmente sì

Certamente no

Probabilmente no

oltre alla consueta “non ho un’opinione in merito”.

Ebbene l’esito del sondaggio è stato il seguente:

Certamente no 41%

Probabilmente no 22%

Certamente sì 5%

Probabilmente sì 16%

Senza opinione il restante 16%

Quindi abbiamo un bacino di persone contrarie (ovviamente costituito da chi ha risposto certamente no e probabilmente no) pari al 63%.

Ma contemporaneamente abbiamo un bacino di persone favorevoli (ovviamente costituito dai certamente sì e probabilmente sì) pari al 21%.

Da queste risposte l’Istituto Piepoli, applicando un coefficiente di ponderazione, stima che il partito di Paragone possa arrivare ad ottenere un più che lusinghiero 6,9%.

Insomma neppure nato Italexit (chiamiamolo così tanto per capirci), sarebbe già la quinta formazione politica in Italia, dopo Lega, Pd, Fratelli d’Italia e Movimento 5 stelle.

Probabilmente supererebbe anche Forza Italia ed Azione di Calenda, per non parlare della povera Italia Viva che recentemente viene stimata addirittura sotto il 3%, insomma Paragone avrebbe più del doppio dei voti del Partito di Renzi.

Mi soffermo un attimo sul poderoso flop di Italia Viva. A cosa è dovuto?

In parte è dovuto al fatto che pur essendo giovanissimo, Matteo Renzi viene ritenuto “politicamente” vecchio. Certamente poi gioca contro al Bomba di Rignano il fatto che noi … lo abbiamo già provato.

Ma senza dubbio c’è una motivazione che è di gran lunga la più importante per spiegare il flop, ed è questa.

Per quale motivo il PD riceve ancora voti e difficilmente si spingerà sotto il 20%? Visti tutti i disastri combinati dal Partito Democratico che è senza dubbio il partito che più di ogni altro ha contribuito a distruggere l’Italia, dovrebbe essere scomparso ormai da tempo dal panorama politico italiano.

Ed invece resiste. Perché il 20% degli italiani lo votano ancora? E’ vero, scusate, è sempre bene precisare che, come per tutti gli altri partiti, la percentuale viene riferita a coloro che hanno espresso un voto valido, non è la percentuale del “corpo elettorale”, ricordiamo sempre che ci sono voti nulli e schede bianche e soprattutto una larga percentuale di italiani non si reca al voto.

Quindi non sarebbe corretto dire che il 20% degli italiani vota PD, la percentuale di italiani che vota PD è ovviamente meno, ma insomma, anche per facilità di esposizione manteniamo questo modo di esprimerci.

Torniamo a noi.

Allora il PD riceve ancora voti perché, come ho già sostenuto varie volte, ormai ha perso la connotazione di Partito politico essendo diventato di fatto un comitato d’affari.

Votano per il Partito democratico coloro che hanno “convenienza” a votare per quel partito, e non sono certo i ceti popolari, ma neppure la forza produttiva del Paese, vota per quel partito tutta quella classe parassitaria del Paese.

Ed allora chi esce da quel Partito, è comunque una persona senza ideali e contemporaneamente non è in grado di garantire agli elettori quelle prebende che il PD riesce comunque a garantire.

In parole povere, se io sono un burocrate statale che voto PD, per quale motivo dovrei votare il Partito di Renzi? Se c’è qualcuno che può garantirmi anche per il futuro i miei privilegi questo è proprio il Partito Democratico.

E spesso quelli del Pd ammoniscono coloro che vogliono uscire per fondare altri partitini ricordando loro che chiunque abbia scelto quella strada abbia poi fatto un buco nell’acqua.

Emblematica sotto questo aspetto la Boldrini, che è uscita dal Partito democratico per andare con Articolo 1, è stata eletta per il rotto della cuffia, con i ripescaggi, ed ora quindi ha deciso di rientrare nel PD, come la figlioletta prodiga, per mantenere la quasi certezza che anche alle prossime elezioni un posto per lei ci sarà, mentre rimanendo Art. 1 con ogni probabilità alle prossime elezioni non raggiungerà la soglia di sbarramento e lei quindi avrebbe dovuto dire addio ad un posto in Parlamento.

Se non puoi garantire prebende, come fa il PD, quindi, per raccogliere voti devi dare al popolo un ideale o perlomeno prospettare una meta da raggiungere. Ed oggi, se davvero dovesse nascere il partito di Paragone, sarebbe una formazione politica che indicherebbe in maniera chiara ed univoca quale sia la meta da raggiungere.

Ebbene cari ascoltatori, ora mi rivolgo a voi.

Premessa, Italexit, chiamiamolo così, pur non essendo un partito ideologizzato si collocherebbe di fatto all’interno del Centrodestra. A mio parere poi, potrebbe anche avere un successo ancor maggiore rispetto ai sondaggi pur lusinghieri, molto dipenderà ovviamente da diversi fattori.

Tuttavia facciamo 100 i voti che a vostro parere andranno ad Italexit, ora vi chiedo, in quale percentuale quei voti verrebbero dagli attuali partiti e quanti da coloro che invece non si erano recati al voto?

Faccio un esempio, ma non è la mia previsione, ci dovrei pensare prima di fare una previsione e comunque non la formalizzerei per non condizionarvi, quindi, do delle percentuali a caso, solo per farvi capire cosa vi sto chiedendo. Ripeto quindi, fatto 100 i voti ad Italexit: 

potrebbero venire per il 25% dalla Lega, per un 15% da Fratelli d’Italia, per un 35% dal M5S, per un 3% da Forza Italia e per un 1% dal PD e per il restante 21% da persone che nelle passate elezioni non si erano recate a votare.

Ebbene mi fate una vostra previsione seguendo questo schema?

Un’ultima annotazione, l’entrata di Italexit nella coalizione di centrodestra ovviamente scompaginerebbe le carte in tavola? Ad averne le maggiori conseguenze sarebbe senza dubbio Berlusconi e la sua Forza Italia. A vostro parere cosa accadrebbe a Forza Italia se dovesse nelle prossime elezioni prendere meno voti di Italexit?

Attendo le vostre risposte.