Italia, Pil deludente primo trimestre e prospettive incerte

Un dato positivo è la revisione al rialzo della crescita nel 2011, fissata allo 0,5% con un quarto trimestre in progressione dello 0,7% comunque in discesa dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2010.

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I mercati finanziari da inizio anno ha preso la via del rialzo, complice anche la riduzione dello spread tra titoli decennale italiano e quello tedesco, che nel corso degli ultimi mesi dell’anno precedente aveva preso pericolosamente un rotta non sostenibile a lungo termine.

Ma la fotografia dell’economia italiana rivela una situazione a dir poco allarmante, con una recessione tecnica e disoccupazione su livelli drammatici, soprattutto per le nuove generazioni. Il presidente dell’Istat Giovannini ha annunciato un primo trimestre molto difficile per il Bel Paese dovuto in particolare ad un calo sensibile dei consumi.

Si tratta di un calo dello 0,5% che potrebbe ulteriormente peggiorare nel corso dei prossimi mesi. Il tutto avviene in un momento molto particolare, in cui si discute sulla riforma del mondo del lavoro e dell’ormai gettonatissimo articolo 18.

Un dato positivo è la revisione al rialzo della crescita nel 2011, fissata allo 0,5% con un quarto trimestre in progressione dello 0,7% comunque in discesa dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2010. Difficile ipotizzare a questo punto previsioni di inversione di tendenza anche alla luce della difficile situazione economica globale, dove anche economie solitamente più virtuose come quelle emergenti rischiano di rallentare sensibilmente la crescita nell’anno in corso.

Quello che è sicuramente positivo, è la ritrovata credibilità che ha acquisito il Paese, soprattutto grazie all’azione di Mario Monti che è riuscito a superare l’iniziale perplessità di un governo tecnico, per molti attori politici manovrato dalle lobbies di potere. La strada è ancora molto lunga e passa per riforme strutturali come le liberalizzazioni, il mercato del lavoro e l’utilizzo razionale della spese pubblica per perseguire la doppia finalità della riduzione del debito da un lato e della crescita dall’altro.