La crisi dell’Irlanda con il possibile effetto contagio spinge gli investitori a prendere profitto dopo il rally partito ad inizio settembre ed evidenza ancora una volta come la situazione del comparto bancario nel dopo lehman continui a rimanere incerta. Gli stress test dello scorso fine luglio si sono dimostrati assolutamente inattendibili come dimostra il fallimento delle banche irlandesi negli ultimi giorni le stesse che avevano superato agevolmente la prova. Il sistema bancario pertanto continua a mostrarsi poco affidabile e la scarsa trasparenza di bilancio non può che avere impatto sugli investitori che ormai utilizzano i titoli bancari, prima del 2008 solidissimi, come strumento di trading. I principali listini non risentono più di tanto di questa debolezza in particolare il Dax che forte di una economia tedesca in grande espansione trascinato dai titoli industriali ben presenti in mercati in forte crescita come quelli emergenti, ha raggiunto dei massimi di periodo a 6900 primo target. Se nel breve è lecito ipotizzare qualche presa di profitto finche l’indice si mantiene al di sopra di 6350/6400 ha la possibilità di continuare la sua corsa fino a 7250.Dopo un guadagno di quasi 18 punti percentuali a partire da inizio settembre 2010, gli indici americani stanno adesso ripiegando. L’economia che stenta a riprendersi assieme ad una disoccupazione che rimane elevata (elemento fondamentale all’interno di una economia che vive di consumi) non giustificano pienamente il forte rally degli ultimi tre mesi che ha portato Dow Jones e S&P a superare i massimi visti ad aprile 2010 per poi tornare indietro e di fatto non confermare il segnale rialzista. La situazione rimane incerta con gli indici sempre inseriti all’interno di un ampio trading range da ormai 6 mesi (Dow Jones 9600-11200, S&P 1040-1220). Rimaniamo all’interno di una fase di tipo correttivo per cui se dopo uno storno è possibile riprendere a salire, i margini di rialzo sono sempre limitati mentre continua a mancare una importante gamba ribassista.