L'high tech sostiene le borse, il dollaro scricchiola

L’ammodernamento dell'economia mondiale non può prescindere dal settore tecnologico. Le borse fanno pagare al Dollaro il degrado della finanza americana. Di M.Intropido

Cari Lettori, la settimana appena conclusasi è stata piuttosto povera di dati (se si escludono quelli relativi al prodotto interno lordo del nostro paese), ma è stata interessantissima da un punto di vista tecnico. Due i temi fondamentali, apparentemente avulsi tra loro ma in realtà legati da un filo nemmeno troppo sottile. Innanzitutto, la forza dell'high-tech. Il Nasdaq ha infatti rotto la resistenza in area 2.030 e sta tentando di portarsi verso quota 2.300, livello che rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti nella lunga e lenta guarigione delle borse. Questo accade perché in tutto il mondo, crisi o non crisi, i consumi di beni di questo genere rimangono molto elevati, anche perché vengono spinti da una politica di prezzo che asseconda molto il desiderio di possedere gli ultimi ritrovati della tecnologia. L'ammodernamento dell'economia mondiale transita necessariamente attraverso gli investimenti tecnologici, oltre che quelli in infrastrutture (e qui si parla di cemento, guarda caso un altro settore molto caldo).Se non sorprende la forza del Nasdaq può invece sorprendere la debolezza del Dollaro americano. Infatti il cambio con l'Euro ha superato una resistenza importante, il livello posto a 1,45 che tecnicamente e psicologicamente è un chiaro indicatore di tensione. La debolezza del biglietto verde è stata prontamente intercettata dal prezzo dell’oro, risalito nuovamente a 1.000 Dollari l'oncia. I titoli finanziari hanno però tenuto. Pertanto sembra concretizzarsi di settimana in settimana lo scenario che da tempo indico come il più ragionevole, ovvero una ripresa "sulla fiducia" da parte delle borse, pagata però a caro prezzo dal Dollaro americano che non può non scontare il degrado della finanza statunitense che è tuttora grave, nonostante il salvataggio del settore bancario che comunque riguardato soprattutto le banche più importanti, mentre in questi mesi sono falliti diversi istituti minori. La moneta è un bene che incorpora la ricchezza del paese da cui viene emessa, pertanto non c'è da stupirsi se il Dollaro paga le conseguenze del “cancro” che ancora affligge la finanza americana. Lo stesso Warren Buffett si è dichiarato piuttosto pessimista sul valore futuro delle banconote che tiene in tasca.