M5S, ecco ora cosa può accadere

Stamani, in diretta su “Le Fonti TV” in una puntata speciale de Il Fatto di Giancarlo Marcotti, puntata dedicata all’analisi del voto, ho sostenuto una tesi direi abbastanza singolare.

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Stamani, in diretta su “Le Fonti TV”  in una puntata speciale de Il Fatto di Giancarlo Marcotti, puntata dedicata all’analisi del voto, ho sostenuto una tesi direi abbastanza singolare.

Per chi se la fosse persa allego il link in descrizione.

Ebbene, sapete tutti che normalmente i leader dei partiti politici, analizzando l’esito elettorale, tendono a sottolineare soltanto i loro successi, insomma in parole povere tutti dicono di … aver vinto.

Lo fanno appunto sottolineando gli aspetti positivi a loro favore tacendo invece su quelli negativi.

E così i Cinquestelle hanno posto l’accento sul Referendum, la Lega sul plebiscito in Veneto, Fratelli d’Italia sul loro candidato nelle Marche, il Partito Democratico sulla tenuta di tre regioni come Toscana, Campania e Puglia.

Ebbene allora quale tesi singolare ho sostenuto io? Una cosa semplice!

Anziché guardare solo le cose positive di ciascuna forza politica, ho posto l’accento solo su quelle negative, e la conseguenza naturale è … che tutti hanno perso.

 

Certo la mia, se volete, è semplicemente una provocazione, ma neppure tanto, perché comunque metto in evidenza come l’informazione può essere manipolata. 

Insomma non ho fatto nulla di eclatante, ho soltanto “giocato” al gioco del bicchiere mezzo pieno e del bicchiere mezzo vuoto.

O, se volete, detto in maniera un po’ più sofisticata il gioco del “soltanto il 50%” oppure “ben il 50%”.

Ed allora è innegabile che la Lega non possa dire di aver vinto perché le attese per la propria candidata in Toscana erano superiori al risultato ottenuto.

Fratelli d’Italia non può dire di aver vinto perché il proprio candidato in Puglia, messo nelle migliori condizioni per competere, visto che la controparte si era frammentata, ha ottenuto un risultato senza dubbio deludente.

Il Partito Democratico non può dire di aver vinto, perché ha perso nettamente una regione, come le Marche, che governava da sempre, ossia da 50 anni.

Per quanto riguarda i Cinquestelle, poi, vabbé non spariamo sulla Croce rossa.

Ed ecco quindi che possiamo dire che … hanno perso tutti.

Non ho preso in considerazione i partiti più piccoli, ma avrei potuto fare esattamente lo stesso gioco arrivando agli stessi risultati.

Ho trovato esilarante ad esempio la soddisfazione, anzi direi l’entusiasmo manifestato da Renzi. Qui in Veneto la sua candidata, Daniela Sbrollini che era sostenuta anche da Civica per il Veneto, Pri e Psi ha ottenuto uno strabiliante 0,6%. Avete sentito bene 0,6%.

Tanto per capirci, nettamente superata da Paolo Benvegnù Candidato di rifondazione del Partito Comunista, e strabattuta, praticamente umiliata, da Antonio Guadagnini esponente del Partito dei Veneti e Paolo Girotto del Movimento 3V (vaccini vogliamo la verità), i cosiddetti NO-Vax.

Mi soffermo un po’ di più a parlare del Movimento 5 Stelle perché da questa formazione politica potranno arrivare grandi novità.

Ha infatti parlato Di Battista e mi sento di dire che ciò che ha detto è assolutamente ragionevole, in pratica ha sostenuto che si sia trattato della più grande sconfitta da parte del Movimento, ed ha avallato l’assoluta priorità di indire un congresso anche se lui non usa la parola “Congresso” e preferisce “Stati Generali”, vabbé di fatto è la stessa cosa.

Certo, il risultato elettorale è talmente deludente che Di Battista non poteva usare un tono diverso, ha anche sottolineato che la debacle è avvenuta su tutto il territorio nazionale ed anche in Campania dove anche lui aveva fatto campagna elettorale.

Quindi, personalmente, non si è tirato indietro, ma è chiaro che giornalisticamente il suo intervento è parso ai media come “una pugnalata a Di Maio”. 

Chiariamo, il successo alle politiche del 2018, probabilmente è arrivato per una ubriacatura del popolo italiano.

Gli italiani forse hanno davvero creduto che il nostro Paese potesse risollevarsi dando le leve del potere a persone totalmente incompetenti, magari anzi certamente nella gran parte oneste, ma incapaci.

Tuttavia, al di là delle persone, il successo del Movimento derivava anche da un programma elettorale che riscontrava l’approvazione di molti italiani. 

Io cito solo i due punti principali: l’euroscetticismo e l’obiettivo zero sbarchi.

Siamo arrivati al punto che Di Maio ha dichiarato che si fa tatuare il simbolo dell’euro sul petto, e ormai da un anno  l’Italia è invasa da una miriade di immigrati clandestini.

Insomma non si può poi pretendere che agendo in questo modo si possano mantenere i consensi.

Ma forse l’aspetto peggiore del Movimento dobbiamo ancora vederlo. Naturalmente mi riferisco all’approvazione della richiesta del MES.

Al momento sembra che sia solo una pattuglia di parlamentari penta stellati che si opporrebbero al MES, la maggior parte ha tradito anche su quel versante.

Certo, sembra impossibile, però mettiamoci nei panni dei parlamentari dei 5 Stelle, ormai hanno tradito su talmente tante cose, che una in più o una in meno … sì, ma perderebbero la faccia? Perché ne hanno ancora una?

Tuttavia perlomeno al Senato basterebbero anche poche defezioni per andare sotto ed innescare una crisi di Governo. Ma cosa succederebbe in quel momento?

E’ molto probabile che arriverebbero in aiuto voti da Forza Italia. Ma a quel punto si aprirebbe una mezza crisi anche all’interno del Centrodestra.

Insomma una situazione abbastanza ingarbugliata.

Non ho parlato ancora del Premier Conte? Come si sta comportando il nostro Premier dopo l’esito elettorale?

Praticamente ha detto che non si sente in bilico, ma non si sente nemmeno saldo. Forse per la prima volta nella sua vita non ha mentito.

Chiaramente se avessimo assistito ad una disfatta da parte di tutte le forze politiche che sostengono la compagine governativa anche il Premier sarebbe stato in bilico.

Però queste elezioni hanno comunque cambiato le forze in campo, mi sto riferendo ovviamente a quelle che sostengono il Governo, e si sa che il PD è un divoratore di poltrone, ed appena può si avventa sull’alleato in difficoltà, di fatto, l’ho ribadito più volte, il Pd da tempo non è più un Partito politico, ma un Comitato d’affari, quindi … non solo reclama, ma esige posti di potere.

Lo ha capito subito il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, che, sentendosi braccato come un’antilope da un branco di leoni, si è affrettato a dichiarare che "La mia poltrona è a disposizione perché non è comoda".

Certo caro Ministro, quella poltrona non è comoda per chi vuole governare onestamente, ma il Ministero dello Sviluppo economico è un piatto ricco, un distributore di prebende, ma soprattutto ripeto, un posto di potere secondo solo al Ministero dell’economia, che già il Pd detiene.

Insomma stiamo a vedere, perché queste elezioni, che pare abbiano cambiato poco il quadro politico in Italia, nella realtà invece in futuro riserveranno sviluppi di non poco conto.