C'è molta speranza, ma nessuna è per noi

«Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, salvo intese, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro». Lo leggiamo nel comunicato stampa divulgato da Palazzo Chigi. Benissimo. Ma quel «salvo intese» che è?

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«Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, salvo intese, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro». Lo leggiamo nel comunicato stampa divulgato da Palazzo Chigi. Benissimo. Ma quel «salvo intese» che è?

Quel che è stato approvato è il documento presentato. Così com’è. Si vuole forse dire che prima di essere presentata in parlamento la riforma potrà essere modificata? Ma questo è previsto dalla Costituzione, perché scriverlo? Forse perché non avendo di fatto raggiunto alcuna intesa con le maggiori sigle sindacali varrà la pena allora, per evitare il conflitto sociale, almeno sulla carta la parola “intesa” mettercela.

Leggiamo nel ddl: «Si prevede che il diritto alla reintegrazione del posto di lavoro debba essere disposto dal giudice nel caso di licenziamenti discriminatori o in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare. Negli altri casi, tra cui il licenziamento per motivi economici, il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità».

E quale giudice potrà mai accertarsi della fondatezza delle ragioni economiche per cui un’azienda licenzia? Come si può pensare di fissare una soglia di efficienza o di perdita varcate le quali l’interesse del datore di lavoro può giustificare un licenziamento? Forse con la griglia valutativa strettissima auspicata dal segretario della Cisl Bonanni?

Ora non ricordo se «C’è molta speranza, ma nessuna è per noi» sia un aforisma kafkiano, quel che ha pensato la Camusso prima di proclamare le 8 ore di sciopero generale o quel che ho pensato io dopo le rassicurazioni del presidente Napolitano: «Ma non credo che stiamo aprendo le porte ad una valanga di licenziamenti facili sulla base dell’art. 18. Anche perché bisogna sapere a cosa si riferisce l’art. 18». E pensare che a me basterebbe sapere quali sono i motivi economici che giustificano il licenziamento!