Non-farm payroll USA, non aspettatevi che la Fed reagisca

Il più lungo periodo di espansione nella storia degli Stati Uniti sembra destinato a proseguire, alla luce dei solidi dati sui non-farm payroll divulgati oggi.

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Nick Wall, co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond Fund, Merian Global Investors, spiega che il più lungo periodo di espansione nella storia degli Stati Uniti sembra destinato a proseguire, alla luce dei solidi dati sui non-farm payroll divulgati oggi. Il settore consumer è stato la forza trainante della continua crescita, fornendo un supporto decisamente necessario in un momento di debolezza della manifattura globale. Con il tasso di partecipazione in crescita e un mercato azionario sui massimi, Nick Wall si aspetta che questa dinamica continui. Per di più è possibile che il tasso di partecipazione – che rimane ancora decisamente più basso rispetto ai livelli pre-crisi – cresca ulteriormente, via via che l’aumento graduale dei salari attirerà di nuovo le persone verso il mercato del lavoro.

Figura 1: Tasso di partecipazione USA

Fonte: Macrobond, al 10 gennaio 2020

La domanda principale per i mercati è quali siano le implicazioni di questi dati per le politiche della Fed. Dopo che la Banca Centrale ha effettuato tagli ‘di sicurezza’ di 75 punti base, mettendo fine alla riduzione del bilancio, allentando le tensioni sul mercato repo e aumentando le riserve bancarie grazie agli acquisti di T-bill, la curva dei rendimenti si è nuovamente irripidita e il dollaro si è lievemente indebolito.

Se quindi i dati si rafforzano, la Fed rimuoverà le misure di sicurezza? È possibile, ma secondo Nick Wall resta improbabile, per tre ragioni. Innanzitutto, le elezioni USA alla fine di quest’anno faranno aumentare l’incertezza per le imprese e la Fed punterà a tenersi fuori dagli scontri politici. In secondo luogo, la crescita nel resto del mondo non è ancora abbastanza solida da poter resistere a un inasprimento delle politiche della Fed e al rafforzamento del dollaro che ne risulterebbe. Infine, vi un interrogativo sul prezzo che la Fed ha dovuto pagare per questi tagli ‘di sicurezza’. Il ‘costo’ di un taglio dei tassi dovrebbe essere l’aumento dell’inflazione, tuttavia al momento le pressioni inflazionarie restano contenute, con i dati odierni sui salari che mostrano una crescita solo moderata. Semmai, l’attenzione della Fed è sulla mancanza di inflazione e sulle possibili strategie per controbilanciarla: ciò rende un inasprimento molto complicato da implementare.