Pandemia da Coronavirus era evitabile, il fallo dei Governi

La pandemia era prevedibile e si poteva evitare. A sbagliare sono stati i Governi. Prima della Sars-Cov-2 abbiamo infatti conosciuto altri virus, come ad esempio la Sars-CoV-1, la Mers-CoV, la suina A(H1N1) e l’aviaria A(H5N8). Ma in quasi vent’anni, poco, o forse nulla, è stato fatto per prevenire un’altra epidemia. Ed eccoci qui, con oltre 75 milioni di contagi di Coronavirus nel mondo.

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La pandemia era prevedibile e si poteva evitare. A sbagliare sono stati i Governi. Prima della Sars-Cov-2 abbiamo infatti conosciuto altri virus, come ad esempio la Sars-CoV, la Mers-CoV, la suina A(H1N1) e l’aviaria A(H5N8). Ma in quasi vent’anni, poco, o forse nulla, è stato fatto per prevenire un’altra epidemia. Ed eccoci qui, con oltre 75 milioni di contagi di Coronavirus nel mondo. 

Black Swan: il cigno nero, i Governi lo sapevano; la pandemia da Coronavirus si poteva evitare 

The Black Swan Theory, la teoria del cigno nero, è una teoria che è stata sviluppata da Nassim Nicholas Taleb. Taleb è un filosofo, saggista, matematico e accademico libanese naturalizzato statunitense. E’ inoltre, esperto di matematica finanziaria e teoria della probabilità. 

Taleb nel 2007 ha pubblicato il suo saggio, “Il cigno nero”. Si tratta essenzialmente di una teoria che si riferisce ad eventi inaspettati di grande portata e dalle grandi conseguenze. Il cigno-nero è un’espressione usata per descrivere tutte crisi inattese, che travolgono e sconvolgono l’economia, ma soprattutto l’esistenza di stati e di popoli interi.

La pandemia da Coronavirus potrebbe rientrare in questa categoria di eventi? Lo stesso Taleb aveva previsto la pandemia da Coronavirus, quando era solo una “malattia legata alla Cina”, nel 2019. Erano concordi con lui Bill Gates, e illustri epidemiologi e virologi nel mondo.

Proprio per questo motivo, il rischio di una pandemia non può essere fatto rientrare nella categoria del Cigno Nero. La pandemia da Coronavirus era prevedibile, eravamo solo noi impreparati ad affrontarla.

Ecco, infatti le parole usate da Bill Gates nel 2015 durante una conferenza, TedTalk sul virus Ebola.

"Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone nei prossimi decenni è più probabile che sia un virus altamente contagioso, piuttosto che una guerra. Non missili ma microbi. Il motivo è che abbiamo investito capitali enormi in deterrenti nucleari, ma pochissimo in un sistema che possa fermare un'epidemia."

Il Nuovo Coronavirus era così imprevedibile?

No, infatti, come possiamo osservare nelle dichiarazioni del 2003 dell’Istituto Superiore di Sanità, la SARS ha rappresentato la prima minaccia globale del XXI secolo. Anch’essa, come l’attuale Coronavirus SARS-CoV-2, si è generata dalla provincia del Guandong, in Cina

Anche 17 anni fa il virus arrivò in Europa, e Italia. Qui i Governi dell’UE misero subito in atto le misure più adatte per contenere il propagarsi del virus. In particolare, in l’Italia fu costituita la Task Force sulla SARS, come leggiamo dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità:

“Preceduta da una conferenza stampa, il 17 aprile 2003 veniva costituita la Task Force sulla SARS del Ministero della Salute - Gruppo permanente per la valutazione del rischio e il controllo della SARS e delle emergenze di origine infettiva, costituito presso la Sezione III del Consiglio Superiore della Sanità.”

Governi e Coronavirus dal 2003 cosa è stato fatto?

Dal 2003 cosa abbiamo fatto? Cosa è stato fatto da allora? Pur sapendo l’elevatissimo pericolo, soprattutto sulla scia delle varie SARS-CoV, MERS-CoV e altre malattie virali, che attraverso zoonosi potrebbero essere trasmesse all’uomo, non si è fatto nulla. 

Proprio per la prevenzione e il controllo delle zoonosi era nata nel 2004 Med-Vet-Net. Esattamente un anno dopo l’epidemia di SARS, infatti, i Governi dell’Unione Europea avevano finanziato un progetto, si legge:

“Il loro compito è prevenire e controllare le zoonosi, effettuare ricerche epidemiologiche e studi microbiologici e garantire una corretta gestione del rischio.”

Coronavirus, perché i Governi Europei non hanno rinnovato Med-Vet-Net

Dopo il primo campanello d’allarme della SARS, pareva che i Governi d’Europa avessero preso sul serio la situazione col piano Med-Vet-Net. Così non è stato, però. Infatti, la rete del progetto iniziò il 10 settembre 2004, ma terminò dopo soli cinque anni, il 31 ottobre 2009. 

Se l’obiettivo di Med-Vet-Net era quello di migliorare la ricerca ed il controllo sulle zoonosi, comprese le malattie di origine alimentare e tenere conto delle preoccupazioni di consumatori e interessati in materia di salute pubblica, perché gli studi si son conclusi nel 2009 e non è stato più finanziato il progetto?

Le iniziative dei Governi dopo SARS-CoV-2 

A livello europeo, sorse nell’immediato l’idea di creare un Centro di cooperazione per la salute e la prevenzione di malattie. Il pensiero di questo istituto era già ben chiaro in mente a molti esperti, ma a fare in modo che dalla teoria si passasse alla pratica, fu il rapido diffondersi della Sindrome Acuta Grave da Coronavirus

In tempi brevissimi, rispetto al solito, la Commissione Europea riuscì a presentare una bozza legislativa a pochi mesi dallo scoppio della pandemia, nel luglio 2003. In solo due anni, nel 2005 il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie divenne operativo, con sede in Svezia. 

Mers-CoV-2 e attuale Coronavirus

Nel 2012, più di recente quindi rispetto alla SARS-CoV, nei paesi mediorientali è scoppiata l’epidemia di MERS. La MERS è la sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus, conosciuta anche come influenza cammello.

Anche questa epidemia apparteneva alla famiglia dei Coronavirus e si è sviluppata, secondo gli esperti, dal passaggio pipistrello-uomo. Secondo le ipotesi degli studiosi infatti pipistrelli infetterebbero con i loro escrementi i datteri e i cammelli, dunque di conseguenza, gli esseri umani.

Mers e Coronavirus, i Governi cosa hanno fatto?

European Centre for Disease Prevention and Control, in uno dei suoi report annuali sulla Sindrome Acuta Grave Respiratoria, datato 2015, affermava:

“L’emergenza del 2012 di casi umani, con gravi problemi respiratori di origine sconosciuta in diversi paesi del Medio Oriente, la MERS-CoV, sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus, ha rivelato l’importanza di uno attento monitoraggio, collaborazione tra laboratori e adeguate misure di biosicurezza, attraverso le lezioni apprese dalla precedente epidemia di SARS”

Bene, nel giro di quasi vent’anni, nulla è stato fatto. L’European Centre for Disease Prevention and Control, in uno dei suoi report, datato 2015, ha citato “le lezioni apprese”, ma quali lezioni? In vent’anni i Governi europei non sono stati in grado di creare un piano pandemico. La possibilità di una tragedia si conosceva già.

Purtroppo, questa pandemia da Coronavirus, se veramente le lezioni del passato fossero state apprese, si sarebbe potuta evitare. E, a far inorridire, sono le stesse parole utilizzate dall’Istituto Superiore della Sanità, ove già nel 2003 si considerava alto il rischio di una nuova pandemia:

“Nelle epidemie recenti, a partire dal 2003, è stata documentata la capacità di questo virus di contagiare direttamente anche gli esseri umani, causando forme acute di influenza che in molti casi hanno portato a morte.”

Per continuare così:

“Il rischio principale, che fa temere l’avvento di una nuova pandemia dopo le tre che si sono verificate nel corso del XX secolo (1918, 1957, 1968), è che la compresenza del virus aviario con quello dell’influenza umana, in una persona infettata da entrambi, faciliti la ricombinazione di H5N1 e lo renda capace di trasmettersi nella popolazione umana.”

Governo italiano, il piano pandemico

Il Governo italiano, dopo queste dichiarazioni si mise all’opera per la creazione di un piano pandemico che prevedeva la formazione, l’assistenza, la comunicazione ai cittadini, il rifornimento dei materiali utili per affrontare la pandemia (mascherine). Questo piano è datato 2006, da all’ora non è mai stato aggiornato.

Inoltre, in questi giorni è emersa una corrispondenza in cui il direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra, avrebbe invitato il suo funzionario a posticipare la data del piano pandemico, dal 2006 al 2016, per farlo sembrare aggiornato.    

Il fallo dei Governi è stato su tutti i fronti. Nonostante i ripetuti “avvertimenti” non c’è stato uno schema da seguire per evitare la catastrofe. A partire dal contenimento della diffusione del Coronavirus, alla mancanza delle mascherine nelle farmacie, alla comunicazione ai cittadini, che più che informare, creava solo confusione. 

Coronavirus e Governi, le perdite economiche 

Solo nella prima metà del 2020 la pandemia da Coronavirus è costata ben 50 miliardi di ricavi e 18 miliardi di utili all’industria italiana. Quattro aziende su dieci, chiuderanno il 2020 in perdita. Questi risultati non si sono mai visti. 

Coronavirus e Governi, i contagi e i morti

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i numeri portati dalla pandemia da Coronavirus sono i seguenti:

• 76.023.488 casi confermati nel mondo dall'inizio della pandemia

• 1.694.128 morti