Parlamentari italiani? I più ricchi dell'Ue. E vogliono il bonus

Chiedono il bonus riservato alle partite Iva. Poi scopri che guadagnano più di 12mila euro al mese. E soprattutto scopri che in Europa, i parlamentari più ricchi sono proprio gli italiani. E' tutto regolare. Il Decreto Cura Italia consente a qualunque possessore di partita iva di chiedere il bonus. Non ci sono tetti. E mentre passano i giorni, l'indignazione degli italiani cresce. Perché quel bonus era stato studiato dal governo per aiutare gli autonomi in difficoltà, che a causa del covid hanno visto interrompersi bruscamente lavori e guadagni. Un bonus che è stato rifiutato a centinaia di migliaia di italiani. E che invece è finito nelle tasche di tre dei cinque che hanno provato a chiederlo. E che intascano già l'indennità più alta d'Europa.

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I nostri parlamentari guadagnano più di 12mila euro al mese: nessuno in Europa incassa più di loro. Ciò nonostante, cinque di loro hanno fatto domanda per ottenere il bonus riservato ai possessori di partita iva. Tre di loro lo hanno incassato. Passano i giorni e l'indignazione degli italiani cresce.

Perché quel bonus era stato studiato e introdotto dal governo per aiutare i lavoratori autonomi in in difficoltà, che a causa del covid hanno visto interrompersi bruscamente lavori e inevitabilmente anche guadagni, non chi incassa sempre e comunque un’indennità (e che riceverà anche il vitalizio, prima o poi) più che sostanziosa, a cui si aggiungono, va ricordato, i rimborsi spese per le trasferte e gli spostamenti.

Ma c’è un altro punto da considerare. E cioè che i parlamentari italiani sono i più ricchi d’Europa. Più dei tedeschi. Più dei francesi o degli spagnoli, la cui indennità è quattro volte inferiore a quella dei nostri politici. Senza dimenticare che con il lockdown, le spese sono state ridotte al minimo. 

Ad alcuni dei nostri parlamentari 125mila euro all'anno non bastano. Vogliono anche il bonus

Eppure, come ha riportato La Repubblica, 12.000 euro netti al mese per un totale di 125.000 euro all’anno non bastano. Servono anche i 600 euro riservati alle partite Iva che poi sono diventati mille. Così si sono comportati cinque nostri parlamentari. Avidità? insaziabiltà? Ingordigia? Chiamatela come volete.

Resta il fatto che adesso tutta Italia chiede a gran voce i nomi di questi cinque parlamentari che hanno chiesto il bonus per le partite iva. E neanche il tempo di saperlo, ecco che secondo nuove indiscrezioni i politici che hanno fatto richiesta del bonus sono oltre duemila. Non solo deputati. I furbetti non sono soltanto quelli di Montecitorio ma spuntano sindaci, assessori e consiglieri regionali, comunali, persino i governatori delle regioni. 

Parlamentari che chiedono il bonus riservato alle partite iva? La legge lo consente

Sono tante insomma le cose che non vanno in questo sistema Italia. Il paese dove la politica è la più costosa d’Europa. Dove, ciò nonostante, i deputati chiedono e ottengono un bonus studiato per chi non ha incassato un euro durante il lockdown grazie a una legge che permette loro di poterlo incassare.

La stessa legge che evidentemente consente a sindaci, assessori, consiglieri e governatori di chiedere e ottenere lo stesso bonus. Perché si sa, l’occasione fa l’uomo ladro. Solo che stavolta, come detto, la legge lo consente, e quindi non si può parlare di “ladri”.

Caso mai, di sistema ai limiti della vergogna. Da rifare completamente. Sempre che i politici ce l’abbiano, la voglia di cambiare un impianto che consente loro di ottenere dei soldi destinati a chi non riceve un euro da tre mesi.

"Perché questi politici hanno intascato il bonus e decine di migliaia di italiani no?"

Giancarlo Marcotti, Finanza in Chiaro, intervistato da Manuela Longhi su Le Fonti Tv, ha sottolineato un ulteriore aspetto della vicenda: “Le richieste del bonus da 600 euro sono state circa 4,4 milioni, ma l’erogazione è stata consentita a una cifra inferiore ai 4 milioni. Come mai questi parlamentari sono stati riconosciuti idonei a ricevere il denaro mentre decine di migliaia di altri italiani, al contrario, non sono stati dichiarati idonesi?".

Ma secondo Marcotti sono molti i dettagli che non tornano: "Bisogna capire le motivazioni che hanno spinto questi cinque parlamentari a chiedere i soldi. E se li avessero girati in beneficenza? I bonus senza limitazioni sono stati erogati a pioggia, senza tetti, e ritengo sia stato giusto così, perché bisognava evitare ritardi. Chi non ci fa una bella figura è l'Inps. Dice che si tratta di 5 parlamentari ma non ne rivela l'identità. Dice l'appartenenza politica ma non i nomi. Cosa facciamo, giochiamo a indovina chi?". A settembre, questo va ricordato, ci sarà inoltre il referendum sul taglio dei parlamentari. 

Bonus ai parlamentari con 12mila euro al mese: ecco perché possono riceverlo

Com’è stato possibile che dei parlamentari pagati 12mila euro al mese abbiano ricevuto il bonus riservato alle partite Iva? Semplice. Il governo non ha previsto alcun tetto di fatturato e reddito per questo bonus. Questo significa paradossalmente che ne ha diritto anche chi fattura milioni. Oppure chi ha altre importanti fonti reddito. Proprio come i parlamentari.

La verità è tutta qui e adesso con l’hashtag #fuoriinomi i social sono ormai subissati da messaggi di chi chiede l’identità dei cinque parlamentarii di cui si sa, per il momento, solo l’appartenenenza politica. E cioè tre della Lega Nord, uno del Movimento Cinque Stelle e uno di Italia Viva, anche se dal partito di Matteo Renzi smentiscono categoricamente. 

Appelli da maggioranza e opposizione: parlamentari da sospendere. E restituiscano il bonus

Gli appelli arrivano da tutti gli schieramenti. Il leader della Lega Matteo Salvini vuole fare piazza pulita dei furbetti di Montecitorio, da sospendere, ma anche del governo, capace di studiare e legiferare norme come quella del bonus alle partite iva senza tetti di fatturato o reddito, e ovviamente i vertici dell’Inps, ente che di fatto ha acconsentito all’erogazione del denaro.

Stessa posizione per Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia, anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha espresso idnignazione, la stessa del senatore e capo di Italia Viva Matteo Renzi mentre Roberto Fico, presidente della Camera, ha “invitato” i cinque deputati a uscire allo scoperto, per evitare altre brutte figure. 

I paperoni d'Europa: ecco di quanto l'indennità dei nostri parlamentari supera quella degli altri

Per il momento, l’identità resta sconosciuta. I nomi sono coperti dalla legge sulla privacy ed è la struttura antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell'Inps ad essersene accorta (ma non c'è niente di tutto questo nella richiesta dei parlamentari: non c'è frode, né corruzione né mancanza di trasparenza), e ad aver fatto la segnalazione. 

Ma, prima che si ripetano, come ha detto Fico, altre brutte figure e la vergogna cominci a crescere per davvero, va ricordato un ultimo punto, che poi sarebbe anche uno dei temi centrali. L’Italia è il paese dove il costo della politica è il più alto d’Europa. 

Tradotto: i nostri deputati godono dell’indennità più alta d’Europa. 125.220 euro all’anno. La testa della classifica è tutta per il nostro paese (e per i nostri parlamentari). Segue l’Austria con 121.608 euro all’anno. Quindi la Germania con 108.984, paesi ben più efficienti e meno indebitati del nostro. Quarta la Danimarca con 94.022 euro all’anno, quinta l’Olanda a 89.770. La Gran Bretagna, dove la moneta usata è la Sterlina e la vita ha un costo mediamente più alto, conta 88.725 euro all’anno. La Francia è nona con poco meno di 86mila euro. La Grecia, 13esima, incassa la metà: 61.620 euro. I politici spagnoli invece, come già anticipato, prendono quattro volte meno: 33.766 euro.