Partita Iva: piovono soldi, a chi vanno i 5000 euro

Le partita iva sono sempre più in balia di incertezze e delusioni. Stretti nel terrore di veder sfumare anni di lavoro e vogliosi di riprendere le loro attività, chiedono interventi decisi e risolutivi. Impossibile accontentare tutti, dice il governo che intanto prevede nuovi bonus fino a 5000€ ma non per tutti. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo.

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Le partita iva sono le più danneggiate da marzo. Dopo il crash degli ultimi mesi con continue chiusure e orari ridotti, il lavoro di migliaia di persone è fortemente condizionato e a rischio. Oggi alla soglia del nuovo decreto ristori bis, spuntano aiuti fino a 5.000€, ma il bonus non è per tutti. Di sicuro ci sono aiuti e sovvenzioni a cascata per moltissime categorie di lavoratori autonomi.

La situazione si fa sempre più confusa e critica di giorno in giorno, con la paura di un nuovo lockdown nazionale e lo spettro della chiusura delle scuole, gli italiani vivono momenti di forte incertezza.

Nella maxi categoria della partita iva, confluiscono molteplici lavoratori, dai rappresentanti di commercio, ai ristoratori, negozianti e liberi professionisti. Ma non solo, perché anche il settore turistico vive di partita iva, così come lo sport e lo spettacolo. Tutte realtà piegate da mesi di fermo totale. C'è bisogno di interventi veloci e sostanziosi che permettano a questi lavoratori di non sprofondare nella povertà e la disperazione.

Il governo continua a ripetere che gli aiuti stanziati andranno esattamente in questa direzione. Ma ad oggi c'è chi deve ancora ricevere la cassa integrazione di aprile, per cui la fiducia inizia a vacillare. Ma ora sembra ci siano i presupposti per operare in rapidità e, come assicurato dal premier Conte, sui conti correnti delle partita iva arriveranno fino a 5.000€

Vediamo allora a chi spetta cosa e come districarsi nella selva dei DPCM.

Partita iva: 5000€, ma per chi?

Si parla di un bonus di 5000€ da stanziare per le partita iva. Ma non si capisce bene a chi dovrebbero andare questi soldi, così interviene il MiBACT, Ministero per i beni e le attività culturali e per i turismo, che con un comunicato stampa del 5 ottobre, a nome del ministro Dario Franceschini, chiarisce la situazione.

La specifica chiarisce che

Le risorse destinate al ristoro delle agenzie di viaggio e dei tour operator sono incrementate fino a 245 milioni di euro. Mentre 20 milioni di euro vengono destinati al ristoro di guide e accompagnatori turistici.

Ecco allora svelato il mistero, i 5000€ andranno a guide turistiche e tour operator che a causa della pandemia hanno visto paralizzarsi il lavoro. Per i tour operatori e le agenzie di viaggi i 225milioni sono già stati stanziati e la procedura per richiedere la sovvenzione è aperta fino al 9 ottobre. Dei 245milioni totali si è deciso di destinarne 20 a guide ed accompagnatori turistici che rientrando in un diverso codice ATECO ne erano esclusi.

I requisiti per ricevere 5000€

Per poter accedere alla sovvenzione le partita iva come guide ed operatori turistici devono attendere l'avviso che verrà pubblicato dalla medesima direzione entro cinque giorni dalla data di registrazione del decreto.

I beneficiari della sovvenzione devono essere possessori di partita iva relativa al codice ATECO 79.90.20 e godere di alcuni requisiti di residenza e fiscali.

Le partita iva che vorranno accedere al bonus da 5.000€ oltre ad appartenere alla categoria identificata con il suddetto codice ATECO, dovranno anche essere residenti in Italia ed avere come attività prevalente al 23 febbraio 2020, quella collegata al medesimo codice.

Ulteriori requisiti riguardano il possesso del patentino di abilitazione allo svolgimento della professione di guida turistica o di accompagnatore turistico. Infine si deve essere in regola con gli obblighi previdenziali, fiscali e assicurativi.

Le domande e le relative istruttorie saranno curate dal DG del turismo che procede all'erogazione entro 30 giorni dalla presentazione delle domande. Le suddette risorse economiche a disposizione di queste categorie di partita iva, verranno messe erogate tra i beneficiari in misura uguale e per importi fino a 5000euro ciascuno.

Partita iva: il bonus della speranza

In quest'anno così particolare e movimentato abbiamo sentito parlare ogni giorno di bonus per ogni cosa, dal bonus pc e tablet al bonus mobilità; dal bonus mamma al super eco-bonus!

Molti sono rivolti alle famiglie, spesso le meno fortunate economicamente altri invece vanno a tutti, come il bonus mobilità, senza distinzioni di reddito. Alcuni bonus invece sono stati pensati e voluti soprattutto per le partita iva, che è innegabile siano i primi feriti di questi mesi di instabilità economica e sociale.

Vediamo allora quali sono i bonus attuali e futuri a beneficio dei lavoratori con partita iva.

Sicuramente dobbiamo parlare per primo del bonus 1000€ riservato alle partita iva, che tanto clamore ha ricevuto. Possono accedere al bonus i titolari di partita iva  iscritti alle gestione separata dell’Inps. I beneficiari devono dimostrare di aver subito una perdita pari almeno al 30% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Beneficiari anche i lavoratori dipendenti del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano subito un licenziamento. I 1000 euro spettano poi ai lavoratori Ago che hanno sospeso, cessato o modificato la loro attività, o che abbiano subito un calo del 33% di fatturato rispetto al periodo precedente.

Vediamo che il requisito principale per i possessori di partita iva che vogliono usufruire del bonus e ricevere i 1000 euro, p la perdita di fatturato di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Partita iva e il bonus affitti, la storia infinita

Molto discusso e criticato il bonus affitti 60%. Inserito con il decreto rilancio, si rivolge alle partita iva che per lo svolgimento della propria attività usufruiscono di locali in affitto. Successivamente modificato con il decreto agosto, dove si prolungavano i mesi interessati e si ampliava la platea delle partita iva beneficiarie.

I requisiti per accedere al bonus sono: il limite di 5milioni di ricavi o compensi nel 2019 e la diminuzione del fatturato pari almeno al 50% nel mese di riferimento per cui si vuole usufruire del bonus. Il limite dei 5milioni però non si applica con il decreto ristori, che è intervenuto su diversi aspetti dell'erogazione del bonus.

La particolarità di questo bonus è la continua rivisitazione che subisce in ogni decreto. Anche l'agenzia delle Entrate è intervenuta con circolare n. 14 dell’Agenzia delle Entrate dove specifica che non si applicano limiti di fatturato 2019 per strutture alberghiere e termali.

Ultima modifica la bonus affitti arriva dal decreto ristori bis, che amplia il carnet delle partita iva beneficiarie ma aggiunge anche i mesi di ottobre, novembre e dicembre. La novità principale consiste in due liste di codici ATECO di riferimento, uno a livello nazionale e l'altro esclusivamente per le zone rosse.

Si individuano così altri beneficiari che potranno accedere al bonus. Mentre il prolungamento dei mesi di ottobre, novembre e dicembre si riferisce solo alle attività selezionate nelle zone rosse. Mentre per le partita iva del turismo il bonus affitti era già previsto fino a dicembre 2020.

Partita iva, chi accede ai bonus a fondo perduto

Le partita iva che vorranno accedere alle sovvenzioni a fondo perduto previste dal decreto ristori, avranno 30 giorni di proroga per poter inviare le domande. Lo slittamento per la domanda però non riguarda tutte le partita iva, ma solo per le partita iva con domicilio fiscale o la sede operativa nei comuni montani che hanno subito eventi calamitosi. La procedura sarà regolarizzata dall'agenzia delle entrate con provvedimento pubblicato entro 15 giorni dalla data di conversione del decreto ristori.

Potranno usufruire della proroga tutte le partite iva che in possesso del suddetto requisito non abbiano potuto inoltrare la domanda entro la scadenza.

Nel decreto ristori bis si prevedono ulteriori aiuti a fondo perduto per partita iva delle zone rosse e arancioni. Mentre nel precedente decreto si era focalizzata l'attenzione elargendo gli importi a fondo perduto principalmente a partita iva dello sport, dello spettacolo e del turismo, nel nuovo decreto ci si concentra sulle partita iva colpite dalle misure restrittive in quanto esistenti nei comuni delle zone rosse.

Le modalità per beneficiare dei contributi sono automatiche, ovvero chi ha usufruito del primo contributo potrà usufruire anche del secondo. A partire da bar e pasticcerie, l’indennizzo del primo decreto Ristori viene aumentato dal 150% al 200% di quanto preso col dl Rilancio. Anche l'erogazione delle somme avverrà secondo quanto già definito dai precedenti decreti, inoltre l'importo varierà in base al settore di riferimento della partita iva beneficiaria.

Per quanto concerne gli aiuti a fondo perduto previsti dal primo decreto ristori, secondo il ministero dell'Economia sono stati versati alle partita iva idonee circa 1 miliardo di euro in 10 giorni.

Partita iva 2021, l'incertezza del futuro

E' sicuramente fuori discussione che in tutto il caos generato dalla pandemia in questi mesi chi più ha subito il colpo sono i lavoratori con partita iva. Il governo dopo le prime incertezze e risoluzioni poco chiare, sembra si diriga nella direzione giusta. Si promettono interventi veloci ed importanti per chi ha visto dimezzate o annullate le proprie entrate.

Il decreto ristori bis, si muove in aiuto soprattutto delle partita iva presenti nelle zone maggiormente penalizzate, ovvero le zone rosse e arancioni. Ma si rimane comunque paralizzati dalla paura di veder arrivare un nuovo lockdown nazionale che porterebbe di nuovo alla totale paralisi dell'economia del paese.

Impossibile fare previsioni realistiche, con il persistere dello stato di emergenza e la curva dei conteggi in continuo aumento, ogni giorno possiamo ricevere un DPCM ancora più restrittivo. Le partita iva che in questi giorni stanno provando a reinventare il proprio lavoro con soluzioni alternative, si dicono preoccupate di quanto potrà accadere sotto il periodo natalizio, quando una maggiore circolazione di persone potrebbe causare una nuova impennata del virus causando chiusure più drastiche e scenari terrificanti.