Partita Iva crash: nuove penalizzazioni in arrivo. Chi colpirà

Le partite iva sono state le più penalizzate negli ultimi mesi e ora che l’ultimo trimestre ha fatto registrare una seppur lenta ripresa, arrivano nuove limitazioni che metteranno a rischio non soltanto i lavoratori autonomi e le partita iva ma anche i loro dipendenti. Tutto questo potrebbe causare nuove chiusure e ulteriori ricorsi alla cassa integrazione straordinaria. Ma chi sarà a pagare il prezzo più alto?

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Le partita Iva sono il settore economico che più ha risentito dell'attuale crisi economica del paese. Ma non finisce qui, a quanto pare continuano le misure di stringimento per liberi professionisti, commercianti e autonomi. Cosa cambierà davvero? Quali saranno le categorie interne più colpite e come fare per sopravvivere prima dell'arrivo, forse, dei nuovi aiuti?

La tutela socio-sanitaria sembra avere la meglio nelle decisioni del governo a scapito di quella economica. Per non tornare alla situazione dei mesi scorsi si prova a limitare i danni ma, anche se inferiori, saranno comunque maggiormente a carico dei detentori di partita iva, già inflazionati e, in alcuni casi, ridotti alla chiusura.

Per le partita iva le parole del presidente del consiglio Giuseppe Conte, sono chiare: " Chiediamo ancora sacrifici ad alcune categorie di lavoratori".

Come reagire quindi ai cambiamenti in arrivo per chi si ritrova a fare i conti a fine mese con sempre meno entrate ed uscite fisse, se non aumentate? Vediamo la situazione attuale e futura alla luce delle nuove disposizioni.

Partita iva e nuovo DPCM

Doccia fredda ieri sera per le partita iva. Anche se ci si aspettavano queste nuove misure ciò che emerge chiaramente da quanto espresso da Conte ieri sera, è che da oggi gli interventi del governo saranno mirati a ridurre la movida e gli assembramenti principalmente nei luoghi di aggregazione. Quindi in bar, ristoranti, sala gioco e così via. Emerge lampante che le categorie a cui si riferisce il nuovo DPCM del 18 ottobre, sono le partita iva che ancora una volta vedono limitati i lori introiti a seguito delle disposizioni governative volte al contenimento del virus.

Il presidente del consiglio ribadisce più volte che lo scopo di queste misure è volto a scongiurare un nuovo lockdown come quello di Marzo. Ammette però che la situazione attuale è ben diversa dalla fase 1, in cui contagi e terapie intensive erano decisamente fuori controllo.

Data, quindi, l'attuale situazione meno catastrofica, si pensa di limitare alcuni comportamenti nocivi alla diffusione del virus, attraverso il ridimensionamento di alcune attività di svago che però sono totalmente a carico delle partita iva.

Vediamo allora nel dettaglio per ogni categoria dal DPCM cosa cambierà per le partita iva e con quali conseguenze.

Quali partita iva saranno colpite

Per i detentori di partita iva ristoratori si impone l'obbligo di sola consumazione al tavolo ed entro le 24. Qualora on sia attivo il servizio al tavolo la chiusura è prevista per le 18. Il numero massimo di persone sedute allo stesso tavolo sarà di 6 e, novità assoluta, ogni attività dovrà affiggere all'esterno un cartello in cui saranno riportati i coperti massimi consentiti applicando il distanziamento sociale richiesto.

Rimangono invariate regole e indicazioni per delivery e takeaway, che non subiscono ridimensionamenti di orari. Altra nuova introduzione è quella che demanda ai sindaci la possibilità di anticipare le chiusure alle 21, in zone ritenute più sensibili.

Su questo punto già da ieri sera si sono alzate polemiche e contrarietà soprattutto da parte dell'ANCI. L'associazione infatti ritiene tale provvedimento uno scarico di responsabilità sui sindaci. Alla protesta ha già risposto il ministro Manfredi, dichiarando che i sindaci verranno supportati dal governo. Secondo il ministro tale deroga è supportata dal fatto che i sindaci conoscono meglio il territorio e le realtà cittadine che richiedono interventi drastici perché creano assembramenti pericolosi.

Monito per le partita iva dello sport

Altra categoria delle partita iva coinvolta pesantemente, forse più dei ristoratori, sono le palestre. Ancora incerto il futuro per circoli sportivi e palestre ma sembra volontà del governo di entrare a gamba tesa la prossima settimana. Le parole di Conte non lasciano spazio ad interpretazioni e fraintendimenti:

Alcune realtà applicano i protocolli mentre altre non li attuano e non vigilano sulle distanze tra gli avventori. Viene concessa una settimana di tempo ai gestori inadempienti per regolarizzare le loro misure di contenimento al termine della quale se la situazione sarà immutata si procederà alla chiusura.

Confermato intanto il divieto di praticare sport di squadra da contatto come calcio, calcetto o basket a livello amatoriale. Sembra che sulla chiusura delle palestre il governo avesse già deciso per il si. L'ultimatum è merito dell'intervento delle Regioni che hanno richiesto la possibilità per le partita iva delle attività sportive di regolarizzare l'attuazione dei protocolli in vigore. Rimandata pertanto la decisione per questo settore delle partita iva.

Intervento a prima vista più blando invece per le partita iva di sale gioco, scommesse, bingo e similari. La nuova disposizione prevedere per queste attività la chiusura alle ore 21. Questo perché in concomitanza con eventi sportivi come le partite di calcio, si creerebbero nelle sale assembramenti fuori controllo senza possibilità di mantenere le distanze e spesso con gli avventori che non rispettano l'uso della mascherina.

Il colpo per le attività di questo tipo non è da sottovalutare in quanto il più dell'incasso avviene proprio nella serata data la natura delle attività stesse. A questo proposito il ministro Speranza, ricorda che per non incorrere in un'altra emergenza che porterebbe ad un lockdown serrato, bisogna distinguere tra attività essenziali e non essenziali, penalizzando maggiormente le seconde.

Le conseguenze per le partita iva e non solo

Facilmente prevedibile una cascata di problemi e ritorsioni per e partite iva colpite dall'attuale DPCM. La prima cosa a cui viene da pensare è il necessario ridimensionamento di personale da parte dei gestori delle attività coinvolte. Con orari e posti ridotti è ipotizzabile che aumenteranno di nuovo i ricorsi alla cassa integrazione straordinaria.

Molte attività hanno già messo i propri dipendenti a casa, richiedendo la cassa integrazione, che però in moltissimi casi fatica ad arrivare e quando arriva spesso non è completa. Questo comporta un sicuro peso economico per tutto il paese.

Altra sicura conseguenza per le partita iva dei settori elencati, sono le entrate ridotte. Se già ora la popolazione stentava a ritornare in ristoranti e simili con amici e parenti, ora con il massimo di 6 persone per tavolo, si può pensare che saranno per lo più coppie o famiglie di poche persone ad usufruire di cene e pranzi fuori. Questo a discapito sempre delle entrate mensili delle partita iva della ristorazione.

Nuovi aiuti per le partita iva?

Nel rispondere ad una domanda, Conte ipotizza nuovi aiuti economici per il settore delle partita iva. Ma quali esattamente. Per la questione non si è entrati nel merito ma si può facilmente prevedere il rilancio dei bonus erogati tra aprile e maggio ai lavoratori autonomi e partita iva.

Con i decreti "cura Italia" e "Rilancio" infatti il governo aveva previsto alcune forme di sovvenzione per i lavoratori dei settori maggiormente colpiti dal lockdown. Questi bonus erano però fortemente influenzati dai requisiti necessari per ottenerli così spesso non sono stati fruiti da molte partita iva.

Proprio per questo motivo alcune Regioni erano intervenute per mettere a disposizione delle attività penalizzate ulteriori fondi. La regione Puglia ad esempio aveva istituito un ulteriore bonus di 2mila euro per lavoratori autonomi, liberi professionisti e partita iva.

Attualmente tali bonus erano per ovvie ragioni sospesi, ma vista la nuova situazione si ritiene probabile che a breve verranno nuovamente concessi, magari con importi e per periodi differenti.

Nuovo DPCM: non solo partita iva

Ad onor del vero va riportato che il DPCM del 18 ottobre, non ha preso in esame soltanto il settore delle partita iva. Con le attuali disposizioni si cerca di regolarizzare anche la scuola e il trasporto pubblico. La differenza è che per gli altri settori interessati non sono state previste restrizioni come per le partita iva.

Le scuole infatti continuano in presenza, perché non si è assistito a focolai o situazioni di estrema pericolosità. Le uniche indicazioni riguardano le scuole superiori, come licei ed istituti per i quali si prevedono entrate ritardate e la possibilità di istituire lezioni pomeridiane. Queste misure sono adottate non per arginare la diffusione del virus negli istituti scolastici, ma per limitare i sovraffollamenti dei mezzi pubblici nelle ore di punta che sono nelle fasce mattutine e serali.

In risposta alla richiesta del comitato tecnico scientifico, di alleggerire l'affollamento dei mezzi pubblici la mattina e la sera, anche intorno ai locali, il governo prevede oltre alle variazione orarie per gli studenti delle superiori, anche un ulteriore incentivazione allo smartworking.

Sempre il ministro Speranza invita, laddove sia applicabile, di ricorrere al lavoro da casa. Per la pubblica amministrazione, si parla di un 70 - 75% di telelavoro, che probabilmente sarà regolato da un provvedimento ad hoc al vaglio in questi giorni.

In conferenza stampa il premier Conte ha anche accennato al ricorso al MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, mettendo in guardi i più ottimisti. Sarebbe, secondo il presidente, un arma a doppio taglio. Se, infatti, da un alto permetterebbe di accingere a più denaro, dall'altro causerebbe un aumento dei tassi di interesse per l'aggravio del debito pubblico.

Infine a chi chiede previsioni per le vacanze di Natale, il premier, risponde che allo stato attuale si lavora per scongiurare interventi più drastici e che se ognuno farà la propria parte si potrà tornare a dedicarsi alle forme di svago conosciute, con buona grazie anche delle martoriate partita iva.