Conto corrente e casa a rischio patrimoniale. Chi rischia?

Ci risiamo. Questa volta l'hanno messo nero su bianco. Lo spettro della patrimoniale è ritornato proprio a ridosso del Natale. Ed è subito bufera. In un momento così delicato dove gli italiani cercano di sopravvivere alle difficoltà economiche, intervenire con una patrimoniale sarebbe da folli. Colpire i patrimoni sopra i 500.000 euro, escluso la prima casa

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Ci risiamo. Questa volta l'hanno messo nero su bianco. Lo spettro della patrimoniale è ritornato proprio a ridosso del Natale. Ed è subito bufera. In un momento così delicato dove gli italiani cercano di sopravvivere alle difficoltà economiche, intervenire con una patrimoniale sarebbe da folli. Ma a ben leggere la proposta dei due parlamentari di Leu e Pd, poi forse non è così folle. Perchè l'idea non è quella di colpire indistintamente con un prelievo forzoso come quello del 1992 dell'allora governo Amato. Ma di andare a colpire i patrimoni sopra i 500.000 euro, escluso la prima casa. Il bilanciamento avverrebbe con  l'abolizione dell'IMU e dell'imposta di bollo sul conto corrente e deposito titoli. Una scelta che potrebbe far sorridere tanti, ma lasciare delusi altri, seppure pochi e ricchi italiani.

La proposta della patrimoniale colpisce le grandi ricchezze

Quando si annuncia una patrimoniale, la politica va in escandescenza. Probabilmente perchè si toccano i patrimoni anche dei politici, o di imprenditori o comunque di quella casta che spesso non rappresenta la maggioranza degli italiani. Accadde nel 1992 quando invece tutti gli italiani si ritrovarono dalla notte alla mattina tra il 9 e 10 luglio un prelievo del 0,6 percento sui depositi. Nello specifico il d.l. 11 luglio 1992, n. 333, recante “Misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica”, dichiarava:

è istituita una imposta straordinaria sull’ammontare dei depositi bancari, postali e presso istituti e sezioni per il credito a medio termine, conti correnti, depositi a risparmio e a termine, certificati di deposito, libretti e buoni fruttiferi, da chiunque detenuti.

La proposta invece dei deputati Matteo Orfini (Partito Democratico() e Nicola Fratoianni (Leu) come primi firmatari di un gruppo di altri deputati non va nella direzione di un prelievo forzoso, indiscriminato. La proposta è articolata su un impegno all'abolizione di alcune tasse come l'IMU e l'imposta di bollo sui depositi titoli, e l'introduzione di una imposta dello 0,2% sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Dal 2021 invece sui patrimoni di oltre 1 miliardo di euro, l'aliquota salirebbe al 3%. Interessati anche i patrimoni all'estero che producono redditi in Italia per i quali invece la proposta prevede una multa dal 3 al 15 percento in caso di mancata dichiarazione.

Patrimoniale: un macigno che non piace a nessuno

Ogni tassa è sempre odiata. Quando poi si parla di patrimoniale ancora di più, perchè va a toccare le ricchezze prodotte e personali. Anche se come i principi base di economia insegnano, come il lavoro è tassato anche le altre ricchezze come quelle finanziarie lo devono essere. Ma perchè una doppia imposizione visto che tutti gli strumenti finanziari sono in ogni caso tassati o alla fonte o sui capital gain? Probabilmente è questo che rende nervosa l'intera classe politica. Ad iniziare dallo stesso Partito democratico che prende le distanza dalla proposta. 

L’emendamento alla manovra è il frutto di un’iniziativa libera a individuale di alcuni deputati del Pd che però non impegna il gruppo, spiegano fonti Dem alla Camera.

Contrari da sempre ad una tassa sul patrimonio il MovimentoCinquestelle che per mezzo del Ministro Luigi Di Maio si dice contrario bollando come folle la proposta. 

Ok liberare gli italiani delle piccole tasse, dei cavilli e della burocrazia, è una proposta che il M5S sposa da anni - sottolinea il ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale ai suoi - ma nessuna patrimoniale. Sarebbe folle in un momento di crisi come questo, in cui le nostre imprese hanno bisogno di ossigeno e le famiglie di lavoro, introdurre qualsiasi tipo di patrimoniale. Il M5S è sempre stato contrario e continuerà a esserlo.

Anche la destra per mezzo di Tajani si dice totalmente contraria ed anzi ritiene che questa proposta sia l'ennesima prova di come i partiti di maggioranza non vogliano alcun dialogo con le forze dell'opposizione.

Hanno tirato giù la maschera. La sinistra al governo vuole introdurre nella manovra una nuova patrimoniale. Ecco perché siamo alternativi a questa maggioranza, ecco perché noi di Forza Italia non potremmo mai farne parte.

Ma una patrimoniale già esiste: perchè uno scandalo?

Se facciamo una lista di quello che ad oggi già esiste come tassazione del patrimonio, in realtà ci renderemo conto che le ricchezze prodotte dal privato sono già oggetto di un prelievo. Prima fra tutti l'IMU, la tassa sulla casa che non risulta essere prima casa. Un appartamento ricevuto in eredità, o in donazione che non diventi la prima casa, concorrerà ad accrescere il patrimonio e dunque è soggetto all'imposizione dell'IMU, le cui aliquote, riduzioni e altre agevolazioni variano da città a città. 

L'altro ambito su cui già grava una patrimoniale è quello del risparmio depositato presso conto titoli e depositi bancari o postali. Su di essi infatti grava un'imposta pari allo 0,2% del patrimonio. Da un minimo di 34,20 euro ad un massimo di 1.200 euro. Sono esclusi dal calcolo i fondi pensione e quelli sanitari. Questa tassa va a sommarsi alle imposte già pagate sui vari strumenti finanziari, come il 12,5% di imposta sostitutiva sulle cedole dei titoli di stato o obbligazioni governative e sulle plusvalenze generate in caso di vendita del titolo prima della scadenza ad un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto. Mentre sugli altri titoli l'imposta sarà del 26% (come ad esempio sulle plusvalenze o capital gain generate con la vendita di quote di azioni, ETF o fondi comuni).

Dal 2014, l’imposta minima di 34,20 è stata eliminata per tutte le persone titolari di un conto deposito o di un conto deposito titoli più piccolo di 17.100 euro.

Infine l'altra "patrimoniale" è quella legata alla successione. Per patrimoni fino a 1 milione di euro per coniugi e parenti in linea retta non c'è alcuna imposta. Al di sopra si passa al 4%. Questa percentuale poi varia in funzione delle altre relazioni di parentela e altri patrimoni.

Patrimoniale sulle pensioni d'oro. Contributo legittimo

La domanda che ci si pone, anche in modo legittimo, è perchè scandalizzarsi di una possibile patrimoniale se la Corte Costituzionale ha ritenuto leggittimo il prelievo sulle pensioni d'oro. Infatti, se la Consulta è intervenuta sul tempo del prelievo, abbassandolo da 5 a 3 anni, per essere coerente con le misure di contenimento della spesa previdenziale disposte dalla legge di Bilancio 2019, ha ritenuto legittimo il prelievo sopra i 100.000 euro. E' questo il valore oltre il quale si applica il contributo di solidarietà, o se vogliamo una mini-patrimoniale, con diverse aliquote: 15 per cento per la parte eccedente 100mila euro fino a 130mila euro. Venticinque per cento per la parte eccedente 130mila euro fino a 200mila euro. Trenta per cento per la parte eccedente i 200mila euro fino a 350mila. Trentacinque per cento per la parte eccedente i 350mila euro fino a 500mila euro. Quaranta per cento per la parte eccedente i 500mila euro.

Ad esempio per chi percepisce un reddito previdenziale di 350mila euro lorde l’anno, la sforbiciata arriva a 122.500 euro in un solo anno (367.500 in tre anni).

Patrimoniale sopra 1,5 milioni di euro: sarà vero?

La proposta di alcuni deputati di Leu e Pd, cassata a gran voce dalla maggioranza e dall'opposizione, non si ferma. Infatti al no di una patrimoniale a balzo in base all'importo del patrimonio, Leu ha rilanciato proponendo una contributo di solidarietà per chi ha una ricchezza superiore a 1,5 milioni di euro, escludendo l'abitazione principale. Il contributo prevederebbe un'aliquota dell'1%. Il gettito prodotto verrebbe usato per finanziare le politiche sociali per far fronte la crisi derivante dalla pandemia da Covid19.