Arriva la patrimoniale: diciamo pure che ormai è un fatto certo. Colpire il nostro conto corrente ed i nostri risparmi, lasciandoci al verde. Non possiamo scappare, ormai nessuno può ritenersi al sicuro. Le ultime notizie, che hanno come oggetto proprio la patrimoniale, non lasciano presagire niente di buono. Nessuna speranza. Qualche speranza era arrivata in un primo momento, quando l'emendamento presentato da Partito Democratico e Liberi e uguali era stato dichiarato inamissibile. Un ricorso lo ha riportato in pista e adesso è stato inserito tra le proposte di modifica in pista di lancio.
Mettiamoci il cuore in pace: la patrimoniale è destinata ad arrivare. E' solo questione di tempo: come un bulldozer è destinata ad asfaltare il nostro conto corrente. Prepariamoci a dover pagare, ma anche a difendere i nostri risparmi.
La patrimoniale: un vero e proprio incubo!
Parliamo un po' seriamente. Fino ad oggi i politici sembra che abbiano scherzato, che abbiano trattato il tema della patrimoniale un po' distrattamente. Qualcuno ne parlava in televisione, per poi tirarsi immeditamente indietro. Però questa pesante spada di Damocle c'è. Molto probabilmente colpira il nostro conto corrente prima che ce ne possiamo accorgere. Giusto per avere un'idea di quello che sembra possa accadere in questi giorni, basta solo pensare alle prese di posizione di personaggi pubblici più o meno vicini al Governo. Quasi tutti hanno provato a spiegarci come possa essere indolore una patrimoniale, come possa essere importante per il nostro futuro - innocentemente e senza procurarci dei danni - un vero e proprio salasso sul nostro conto corrente.
Molti nostri lettori avranno ancora in mente cosa è accaduto nel lontano 1992. Il prelievo forzoso sul conto corrente degli Italiani è arrivato nel cuore della notte, tra il 9 ed il 10 luglio 1992. Un bel decreto d'emergenza riuscì a penetrare nei forzieri delle banche e a mettere mano al conto corrente di tutti gli Italiani. Venne prelevato il 6 per mille da ogni deposito: in un solo colpo lo Stato riuscì a portare via qualcosa come 11.500 miliardi di lire.
Cosa rischia, oggi, il nostro conto corrente!
Siamo sinceri, chi ci può garantire che oggi come oggi non arrivi una bella patrimonale. Riuscire a firmarla nella notte sarebbe un bel colpo: al mattino ci colleghiamo con il nostro computer e ci vediamo il conto corrente più leggero. Ma sì, dai: meno soldi da spendere! Partiamo ad analizzare quello che c'è già: l'emendamento a firma Pd-Leu prevedere l'introduzione di una bella patrimoniale già dal 1° gennaio 2021. Attenzione, non è un errore: tra poche settimane. Quello che sembra solo e soltanto una proposta, un emendamento, è qualche cosa che colpirà molto presto.
L'emendamento prevede:
un'imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500mila euro derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduta ovvero detenuta sia in Italia che all'estero, da persone fisiche.
Conto corrente: come nascondere i soldi!
Nel caso in cui l'emendamento diventasse realmente operativo e ci mettessero le mani sul conto corrente, come potremmo proteggere i nostri risparmi? Evitiamo la soluzione estrema: ossia quella di prelevare tutta la liquidità in banca e nascondere il contante sotto il materasso, le alternative ci sono. E' possibile, infatti, affidarsi agli assegni circolari, alle banche estere o alle cassette di sicurezza.
Nel caso in cui volessimo utilizzare la soluzione degli assegni circolari è possibile far covertire la liquidità presente nel nostro conto corrente - od utlizzare il contante che abbiamo abbiamo a disposizione - e far convertire il tutto in un assegno circolare, che può essere intestato a se stesso o ad un familiare. Il denaro uscirà in questo modo dal conto corrente e sarà accantonato in un apposito fondo dell'isituto di credito. In questo modo l'Agenzia delle Entrate non sarà a conoscenza della sua esistenza. I soldi, però, non ci renderanno alcunché in fatto di interessi.
Un'alternativa potrebbe essere quella di appoggiarsi su una banca estera: gli istituti all'estero non sono soggetti alla normativa italiana e non sono tenuti a comunicare alcuna informazione all'anagrafe tributaria. Ultima soluzione potrebbe essere quella di affidarsi alle cassette di sicurezza: nessuno, ad eccezione del cliente, è a conoscenza del loro contenuto.