La pensione cambia volto. Adesso arriva Quota 98 e salva tutti!

Ormai se ne parla da settimane: il futuro della nostra pensione è argomento del dibattito pubblico. Ed infiamma l'esecutivo ogni giorno. Il Governo giallorosso è al lavoro: il tentativo è quello di trovare un compromesso che accontenti tutti. O almeno che cerchi di accontentare tutti.

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Ormai se ne parla da settimane: il futuro della nostra pensione è argomento del dibattito pubblico. Ed infiamma l'esecutivo ogni giorno. Il Governo giallorosso è al lavoro: il tentativo è quello di trovare un compromesso che accontenti tutti. O almeno che cerchi di accontentare tutti.

Probabilmente è per questo che sta prendendo forma una nuova misura. Una soluzione che dovrebbe salvare capra e cavoli: Quota 98, pronta ad essere operativa per il 2022. Questa possibilità è al vaglio del Governo, dopo che Quota 100 è stata affossata completamente. Quota 98, è importante ricordarlo, non sarà alla portata di tutti i lavoratori che hanno intenzione di andare in pensione. Solo le persone occupate in lavori gravosi ne potranno fare richiesta: l'assegno mensile di questi futuri pensionati non dovrebbe subire alcun tipo di penalizzazione. Al massimo ci potrà essere una decurtazione in misura ridotta.

Quota 98 costituisce sul serio il futuro della nostra pensione?

Stando ad alcuni rumors di stampa, Quota 98 sembrerebbe essere una delle modalità di pensione anticipata più accreditata. Almeno fino a questo momento. A questa misura sarebbero interessate solo alcune categorie di lavoratori: quellli usuranti. Avendo questo requisito (ossia quello di svolgere un lavoro usurante) si avrebbe la possibilità di andare in pensione a 62 anni di età con 36 anni di contributi. Diciamo pure che porebbe essere una sorta di Quota 100 con lo sconto di due anni di contribuzione. Potrebbero usufruire di questa formula i lavoratori dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici. Ma anche i conduttori di convogli ferroviari ed il personale viaggiante. Potrebbero usufruirne anche gli insegnanti della scuola dell'infanzia o dell'asilo nido e gli operai siderugici di prima e seconda fusione.

Tutti gli altri lavoratori, per poter andare in pensione, potranno usufruire di Quota 102: ossia la possibilità di andare in pensione a 64 anni con almeno 38 anni di contributi. Questa misura, però, comporterebbe la decurtazione dell'assegno previdenziale: si stima un taglio pari al 2,8-3% per ogni anno che si è andati in pensione in anticipo. Al vaglio ci sarebbe anche Quota 41, ossia la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica. Una soluzione amata dai sindacati, ma che risulterebbe troppo costosa per le casse dello Stato.

Pensione: la cronaca di una morte annunciata!

Sicuramente il Governo è al lavoro per redigere una corporsa riforma delle pensioni. Quello che è certo, per il momento, è che bisogna iniziare a disegnare il futuro del post Quota 100. Sicuramente questa modalità per andare in pensione anticipatamente è destinata a morire alla fine del 2021. Quota 100, come molti ricorderanno, venne introdotta dal Governo gialloverde e fortemente voluta dalla Lega e da Matteo Salvini. Ora, però, a Palazzo Chigi il vento è cambiato e dopo la fine annunciata del 31 dicemrbe 2021 non dovrebbe essere riconfermata.

Il rischio maggiore che si può andare incontro, adesso come adesso, è uno scalone di 5 anni per i lavoratori che volessero andare in pensione. Ed è proprio quello che si vorrebbe evitare. Il Governo, insieme ai Sindacati, starebbe cercando delle soluzioni per aggirare l'ostacolo. Il problema è che qualsiasi strada si decida di andare a percorrere, sicuramente, sarà meno vantaggiosa rispetto all'attuale. Le opzioni in campo sarebbero parecchie, ma tutte quante contemplano delle penalizzazioni, che ovviamente non piacciono ai lavoratori.

Pensioni: a cosa punta il Governo?

A cosa starebbe puntando il Governo con la riforma delle pensioni? Ma soprattutto cosa avrebbe intenzione di salvare? Il premier Giuseppe Conte ha spiegato di non aver:

rinunciato a Quota 100, nasce come triennale e ho semplicemente annunciato che terminerà nel 2021. Siamo già al lavoro con la ministra Catalfo, ci sono interventi da fare.

Secondo Giuseppe Conte sarà necessario trovare altre formule per gestire un problema che è oggettivo. Che cosa intende Conte con problema oggettivo? Molto probabilmente il premier si riferisce all'aumento secco dei requisiti di pensionamento (si parla di 5-6 anni) che ci sarebbe a partire da gennaio 2022 se Quota 100 non venisse sostituita. Un problema di equità che il Governo sta cercando di risolvere introducendo una nuova riforma che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe essere definitiva e non sperimentale come la precedente.