Riforma pensioni, tutto pronto per il ritorno della Fornero!

Ed alla fine venne l'inverno. Ormai è tardi e non ci salva più nessuno: l'angoscia per chi va in pensione si accende: torna la Fornero. Proviamo a fare due conti: manca poco più di un mese e mezzo alla fine dell'anno, da molto tempo di parla della riforma delle pensioni, ma il Governo è occupato a disbrigare i problemi legati al ritorno dell'emergenza sanitaria e dal congestionamento degli ospedali.

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Ed alla fine venne l'inverno. Ormai è tardi e non ci salva più nessuno: l'angoscia per chi va in pensione si accende: torna la Fornero. Proviamo a fare due conti: manca poco più di un mese e mezzo alla fine dell'anno, da molto tempo di parla della riforma delle pensioni, ma il Governo è occupato a disbrigare i problemi legati al ritorno dell'emergenza sanitaria e dal congestionamento degli ospedali. In questi giorni chi vuoi che si occupi del futuro delle nostre pensioni, a chi vuoi che interessi se tra poco più di un anno arriveremo alla fantomatica data: il 31 dicembre 2021. Sì perché quello sarà il giorno in cui archivieremo definitivamente Quota 100 e dal successivo primo gennaio tornerà la Legge Fornero nel suo splendore.

Da più parti si era convinti che ci sarebbe stato il tempo per mettere mano ad una vera e propria riforma delle pensioni, che permettesse da un lato di non pesare troppo sulle casse dello Stato, ma che non penalizzasse nemmeno i lavoratori. Diciamo pure una legge più giusta, più corretta, che tenesse conto anche della crisi economica che stiamo attraversando, che non si dimenticasse dei lavoratori esodati. Una riforma delle pensioni che non lasciasse da parte i giovani, che troppo spesso sono costretti a saltare da un lavoro all'altro pur di portare a casa qualcosa a fine mese.

Riforma pensioni 2021: il Covid congela tutto!

Oggi come oggi sembra molto difficile vedere la luce in fondo al tunnel. Anche in tempi normali, creare una riforma delle pensioni non sarebbe facile: troppe sono le esigenze e le necessità da soddisfare. Il minimo errore la farebbe saltare subito. L'emergenza coronavirus sta remando contro la riforma delle pensioni: quando la pandemia era arrivata la scorsa primavera un po' tutti ci eravamo illusi che con l'arrivo dell'estate la vita normale sarebbe ripresa. Oddio sì, c'era sempre l'obbligo della mascherina e di utilizzare le più normali e semplici norme di sicurezza: ma avevamo ripreso a vivere e lavorare. L'economia aveva dato anche i primi segnali di risveglio: sicuramente il 2020 non si sarebbe chiuso in maniera brillante, ma in qualche modo si poteva sperare per il futuro.

Il Governo aveva cominciato ad incontrare i rappresentanti sindacali: sul tavolo erano state messe le prime idee, le prime proposte sulle quali appoggiare la riforma delle pensioni. Poi è arrivato lo schock: è successo quello che gli scienziati avevano temuto fin dall'inizio. E' arrivata la seconda ondata della pandemia: questa volta il Governo si è trovato nell'incapacità di affrontare il problema ed i mesi passati sembrano essere trascorsi senza aver insegnato alcunché. Adesso siamo di nuovo nella piena emergenza sanitaria e qualcuno teme che possa arrivare quasi sicuramente sino alla metà del 2021. Realisticamente qualcun'altro teme che la pandemia non finisca prima della fine del 2021. Speriamo che siano timori infondati, ma è giusto tenerne conto.

Il coronavirus quanto ed in che modo metterà completamente in ginocchio la nostra economia? Quest'anno sono stati persi qualcosa come 700.000 posti di lavoro. Il Pil è calato del 10% ed debito pubblico dovrebbe raggiungere il 150% del PIL. Quali saranno gli effetti sull'economica che possiamo aspettarci per il 2021? Sicuramente saranno devastanti.

Pensioni: mancano i soldi!

Tutto questo in quale modo si ribalterà sulle nostre pensioni? Cosa dobbiamo temere, di cosa ci dobbiamo preoccupare? Guardando il futuro un po' realisticamente, molto probabilmente il Governo non avrà altri fondi da destinare al capitolo pensioni. Ma soprattutto mancherà il tempo per realizzare una legge che sia organica e che possa durare nel futuro. Molto probabilmente arriverà la classica legge all'Italiana, una sorta di furbata. Si metterà in campo una riforma delle pensioni di nome, ma non di fatto. Il premier Giuseppe Conte ha confermato ufficialmente in Parlamento che Quota 100 non sarà rinnovata, ma difficilmente si troverà il tempo per realizzare una riforma delle pensioni che metta in sicurezza il nostro sistema previdenziale. Che riesca, allo stesso tempo, ad aiutare i giovani, che hanno tutta una vita lavorativa davanti a loro, ma anche gli anziani, che hanno lavorato tutta una vita e che hanno il sacrosanto diritto ad andare in pensione.

Molto probabilmente si cercherà di trovare una soluzione dell'ultimo minuto, inserendolo nel classico articolo 1 con migliaia di articoli da approvare con la fiducia, entro la fine del 2020. Una soluzione che difficilmente metterà una vera e propria toppa a tutti gli errori commessi negli ultimi anni e che, molto probabilmente, creerà altra incertezza ed altri problemi.

Sì, sì, senza dubbio arriverà la proroga di opzione donna, quella dell'isopensione e dell'ape sociale. Affronteremo magari un semestre nel quale ci sarà il più assoluto silenzio sul futuro delle nostre pensioni e nel quale si cercherà di favorire la previdenza complementare. In Italia, quest'ultima stenta proprio a decollare, ma quella che mancherà sarà la volontà di affrontare in maniera seria e decisiva tutti i problemi per poter redigere una riforma delle pensioni degna di questo nome.

Altro che pensione, si deve lavorare!

Dopo tutto lo sanno un po' tutti i contribuenti italiani: nel nostro paese si deve lavorare sempre e solo in emergenza. Giusto per fare un esempio, basta ricordare i CCNL, che non sono mai stati rinnovati nei tempi e nelle modalità previste. Quando andava bene, venivano rinnovati poco prima della successiva scadenza contrattuale e pochi mesi dopo l'entrata in vigore erano già in prossimità di una nuova scadenza. In linea teorica l'Italia dovrebbe essere un paese civile: purtroppo è organizzato in modo tale che la programmazione non è una priorità e dove quando arrivano dei fatti inaspettati - come l'emergenza coronavirus - i problemi si sommano agli altri problemi.

Purtroppo oggi è tardi è troppo tardi. in batter di ciglio ci ritroveremo ad essere in primavera: nel caso in cui il Covid fosse in regresso potremmo iniziare a vivere. Ma la spada di Damocle della Legge Fornero sarà li a ricordarci che se non ci si da una mossa i nostri lavoratori si ritroveranno con una vera e propria fregatura.